“Cuba avrà una performance economica più alta ed un migliore tenore di vita con l’applicazione della strategia sociale ed economica approvata in vista del 2030 e di fronte alla COVID-19″, ha detto l’analista Esteban Morales.

In un’intervista a Prensa Latina, Morales ha affermato che esiste consenso sull’isola su un percorso del genere, che, ha predetto, “ci renderà migliori”, anche se persiste l’assedio economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti.

Dottore in Economia politica e politologo, l’analista cubano ha difeso il rapido adempimento delle decisioni contemplate negli accordi del Partito Comunista Cubano (PCC), del Consiglio dei Ministri e dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare.

Il consenso include anche accademici, economisti, produttori ed altri settori di questo paese, ha detto.

È stato sorprendente che molte delle misure recentemente esposte dal presidente Miguel Diaz-Canel e da altri alti funzionari fossero già state adottate nei congressi del PCC, promossi dal suo primo segretario, il generale dell’esercito Raul Castro.

Ma è passato quasi un decennio e tutto sembra indicare che ora l’accettazione è imposta ed il tempo stringe nonostante le difficili condizioni che Cuba sta vivendo, ha sottolineato.

“È arrivata la COVID-19 a Cuba, ma prima avevamo un’altra COVID, quella dell’economia, con anche l’inasprimento del bloqueo imposto dal governo di Donald Trump e la sua intenzione di soffocarci economicamente”, ha sottolineato.

A questo proposito, ha esemplificato con la recente decisione messa in pratica da Washington di limitare le rimesse alla vicina isola, “che colpisce le famiglie e l’intera nazione”.

Ha elogiato che il governo attui una strategia volta a definire il modello sociale ed economico in vista del 2030, ma anche le decisioni adottate per la rapida unificazione e parità monetaria, accompagnata da una riforma salariale, pensionistica e dei prezzi.

Allo stesso tempo, avanza decisioni a favore della riattivazione del paese di fronte alla pandemia, in particolare la catena produttiva di varie forme di proprietà che mirano a stimolare la produzione, il mercato interno e le esportazioni.

Possiamo anche sfruttare il potenziale del capitale interno. A Cuba ci sono contadini, artisti, intellettuali ed altri che hanno denaro e potrebbero investirli qui. Come i connazionali all’estero interessati a fare affari in patria, ha sottolineato.

Cuba ha bisogno, a suo avviso, tra i tre ed i quattro miliardi di dollari all’anno di investimenti esteri per il suo sviluppo, una necessità contro il cui adempimento opera a pieno ritmo il bloqueo imposto dagli Stati Uniti.

Esteban Morales ha preso le distanze da coloro che prescrivono riforme economiche per Cuba come quelle adottate da paesi amici come Cina e Vietnam.

Le nostre decisioni sono in sintonia con la realtà nazionale. Sono economie diverse, il che non significa che possiamo anche utilizzare meccanismi che erano positivi per loro, ha detto.

Il master in Economia politica riconosce che il suo paese potrebbe utilizzare i soliti meccanismi dell’economia di mercato. “Ma da lì dire che Cuba sta transitando verso capitalismo, è un’enorme assurdo”, ha sottolineato.

Ha detto che “approfittare delle capacità produttive nazionali, del risparmio interno, del potenziale dell’agricoltura, dell’industria, della forza lavoro qualificata che abbiamo non conduce al capitalismo”.

In questo senso, ha riconosciuto che la strategia ufficiale privilegia l’azienda statale, ma crea anche nuovi incentivi per le cooperative, le piccole e medie imprese, che, ha insistito, si traducono in sfruttare le possibilità nazionali per mettere in moto la produzione.

L’economia può essere rinvigorita in tutte le sue forme produttive, da quelle che lo fanno in modo artigianale, che devono essere meccanizzate e dar loro un significato molto più locale, territoriale, ha aggiunto commentando un altro degli scopi della strategia ufficiale.

In questa linea, ha elogiato gli sforzi per consolidare un mercato all’ingrosso per il settore privato, che è quello dei lavoratori in proprio, che, ha predetto, eliminerebbe le illegalità che erodono magazzini e risorse statali.

L’economia, anche la nostra, che è pianificata, non può essere gestita in modo amministrativo, dall’alto verso il basso. Questa massima è al centro della strategia adottata, ha sottolineato.

Deve essere implementata, anche se il bloqueo statunitense la ostacola. Avremo un paese migliore, ha concluso.

da Prensa Latina

traduzione di Ida Garberi

http://it.cubadebate.cu/notizie/2020/11/02/cuba-andra-meglio-prevede-un-analista-analizzando-la-strategia-socioeconomica/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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