La riconquista del Sudamerica da parte delle popolazioni native va avanti verso un nuovo obiettivo..
Dopo la sconfitta di Macri in Argentina, la vittoria dei socialisti in Guyana, la batosta elettorale dei golpisti in Bolivia e la vittoria in Cile nel referendum che ha abolito la Costituzione del dittatore Pinochet, le prossime elezioni presidenziali si svolgeranno il 4 febbraio in Ecuador.
Al governo attualmente c’è il “traditore” del mandato elettorale Moreno, che vinse le elezioni a capo della coalizione delle sinistre ma dopo poco cambiò rotta, passò a destra, ruppe le storiche alleanze coi paesi amici e virò verso gli Stati Uniti abbracciando le politiche neoloberali del Fondo Monetario Internazionale oltre che consegnare Julian Assange nelle mani dei suoi accusatori.
Due giorni fa, all’evento oceanico di folla che in Bolivia ha salutato il ritorno a casa di Evo Morales dopo un anno d’esilio, c’era anche Andrés Arauz, il candidato presidenziale in Ecuador della coalizione che cercherà di riportare il paese dalla parte giusta, dalla parte delle popolazioni indigene, dei programmi sociali, del socialismo, dell’alleanza con Cuba ed i suoi medici e di tutti quei paesi che formavano l’UNASUR creato da Hugo Chávez.
“In questo momento storico, sulla pista dell’aeroporto di Chimoré, si respira la speranza. Non si tratta solo del ritorno a casa di Evo, ma con lui, torna il sogno democratico e sovrano di un paese con dignità. Il 7 febbraio la vittoria sarà di tutto il nostro popolo” ha twittato Arauz nel pubblicare il selfie insieme Morales sul palco della manifestazione.
Ricordiamo come l’Ecuador fosse la sede dell’UNASUR e il presidente Moreno, dietro direttiva statunitense, gli diede un vero e proprio sfratto espellendola dall’edificio statale nel quale era ospitata.
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