L’Archivio della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti (NSA) ha declassificato altri documenti che rivelano il ruolo del presidente statunitense Nixon dopo la vittoria di Salvador Allende (primo presidente socialista eletto in Cile nel 1970), ed il ruolo chiave del suo consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger nel rovesciarlo.
I documenti mostrano una frenetica attività nell’Amministrazione USA, nel periodo tra il 5 e il 9 novembre di quell’anno per valutare quali sarebbero state le conseguenze della vittoria di Allende e le possibili “risposte” da prendere dagli Stati Uniti.
Diversi giorni dopo l’insediamento del governo Allende, che ha cambiato la storia del Cile, Nixon convocò i membri del suo Consiglio di Sicurezza Nazionale per decidere le misure politiche che gli Stati Uniti dovevano prendere nei confronti del nuovo governo cileno formato dalla coalizione elettorale di Unità Popolare con comunisti e socialisti.
Solo pochi funzionari in quella riunione nello Studio Ovale sapevano che, sotto le istruzioni del presidente, la CIA aveva già tentato di eseguire un colpo di Stato militare per impedire ad Allende di giurare, ma era fallito.
Il documento declassificato sulla riunione segreta rivela che i funzionari statunitensi presenti ritenevano che le elezioni democratiche di Allende e la sua agenda socialista per un cambiamento importante in Cile fossero una minaccia per gli interessi degli Stati Uniti.
Tuttavia, c’erano opinioni diverse su ciò che il paese nordamericano poteva e doveva fare al riguardo. Ad esempio, il Segretario di Stato, William Rogers, si opponeva all’aggressione nei confronti del Cile, mentre il Segretario alla Difesa Melvin Laird assicurava che era necessario fare tutto il possibile per danneggiare Allende e “abbatterlo”.
•Evitare il successo del modello socialista nel continente americano
“La nostra principale preoccupazione in Cile è l’idea che [Allende] possa rafforzare la sua posizione e di conseguenza la sua immagine proiettata nel mondo sarà un successo”, spiegò Nixon.
Pertanto, il presidente incaricò la sua squadra di sicurezza nazionale di adottare un programma di aggressione per destabilizzare la capacità di governo di Allende, sottolinea la NSA.
A mezzo secolo di distanza, “queste testimonianze storiche rivelano la volontà dei funzionari statunitensi di indebolire la capacità di governare del leader socialista cileno e di abbatterlo affinché non avesse raggiunto un modello di successo e attraente per altri Paesi i quali lo avrebbero potuto seguire in un effetto domino”, afferma il principale analista dell’Archivio specializzato in Cile, il direttore del Chilean Documentation Project, Peter Kornbluh.
Kissinger affermò anni dopo che le operazioni di sabotaggio “crearono le migliori condizioni possibili” per realizzare il colpo di Stato militare dell’11 settembre 1973, che portò al potere il generale Augusto Pinochet in una dittatura sanguinaria che durò 17 anni.
•Fake news e menzogne per nascondere il colpo di Stato
I documenti rivelati mostrano in maniera dettagliata le false dichiarazioni nel corso degli anni da parte degli ex attori politici, tra cui Kissinger, sulla vera intenzione dell’amministrazione Nixon nei confronti del governo Allende.
Quando le operazioni segrete della CIA per rovesciare Allende furono scoperte dal New York Times in prima pagina nel settembre 1974 dal giornalista investigativo Seymour Hersh, scatenarono un grande scandalo a livello nazionale e internazionale.
L’amministrazione del nuovo presidente Ford nascose parte della documentazione rivelata.
I massimi funzionari statunitensi tentarono di falsificare i motivi dell’intervento degli Stati Uniti in Cile e gli investigatori del Senato nemmeno ebbero accesso ai documenti storici completi.
•Giustificare le menzogne
All’indomani delle rivelazioni di Hersh, il presidente Ford ammise le operazioni segrete della CIA, un fatto senza precedenti.
Il Capo dello Stato diede però ai giornalisti una versione manipolata e disse che l’obiettivo era quello di proteggere la stampa e i media dell’opposizione cilena, nonché i partiti di opposizione. Secondo lui, l’intervento USA era stato fatto “a sostegno delle istituzioni democratiche cilene e si era sviluppato nell’interesse del popolo cileno”.
Secondo i documenti rivelati, anche Henry Kissinger, affermò alla Comitato del Senato che l’intenzione degli Stati Uniti non era di destabilizzare o rovesciare Allende, ma di proteggere i partiti di opposizione per mantenere la democrazia.
A questo lavoro di disinformazione contribuirono pure ex funzionari statunitensi che parteciparono alle operazioni anti-Allende.
Per esempio, l’ex ufficiale della CIA Jack Devine affermò che la stessa CIA stava semplicemente aiutando gli oppositori politici di Allende e controllava che il presidente socialista non smantellasse le istituzioni democratiche.
L’obiettivo della CIA, secondo questa falsa testimonianza, era quello di preservare queste istituzioni fino alle elezioni cilene del 1976 quando le forze democratiche, appoggiate dagli Stati Uniti, avrebbero prevalso sull’Unità Popolare di Allende.
•I documenti declassificati rivelano la verità
I dati declassificati dalla Casa Bianca, rivelano che il Dipartimento di Stato, temendo di essere coinvolto in uno scandalo internazionale per aver tentato di rovesciare un legittimo presidente di un paese latinoamericano, aveva optato per una prudente politica di appoggio ai partiti di opposizione cileni per rafforzare le loro possibilità di vittoria nelle elezioni del 1976.
Il timore del Dipartimento di Stato, era che se si fosse dimostrato che Washington aveva violato la propria politica di rispetto dei risultati delle elezioni democratiche, si sarebbe minata la fiducia internazionale negli Stati Uniti e ciò avrebbe aumentato il nazionalismo contro di loro. Inoltre il governo Allende avrebbe avuto un beneficio di immagine consolidando la sua posizione tra i cileni e guadagnando influenza nel resto dell’emisfero” dichiarò la Tavola degli Affari Interamericani in un documento informativo durante il dibattito interno su come rispondere all’investitura di Allende.
I documenti rilevano che di fronte ad un possibile scenario “moderato” Kissinger respinse con forza questa opzione e convinse il presidente Nixon a optare per uno sforzo per destabilizzare il governo Allende.
Quando gli fu chiaro che gli sforzi della CIA per realizzare un colpo di Stato prima dell’insediamento di Allende sarebbero probabilmente falliti, il consigliere per la sicurezza nazionale insistette con Nixon a favore di una strategia aggressiva a lungo termine.
“L’elezione di Allende a presidente del Cile rappresenta per noi una delle sfide più gravi che sono state affrontate in questo emisfero.
Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli”, dichiarava all’epoca Kissinger.
Il politico sottolineò l’importanza delle possibili decisioni politiche di Allende a livello internazionale e, pertanto, fece pressioni su Nixon per rifiutare il percorso pacifico del Dipartimento di Stato e per incaricare il Consiglio di Sicurezza Nazionale di attuare una politica ostile volta a rovesciare Allende, ma presentandola come una diplomazia positiva nei confronti del suo governo.
Sei giorni dopo l’insediamento di Salvador Allende, fu emanata la direttiva che autorizzava i funzionari statunitensi a collaborare con altri governi della regione, in particolare Brasile e Argentina, per coordinare gli sforzi contro Allende, bloccare i prestiti bancari multilaterali per il Cile, influenzare il prezzo nei mercati internazionali delle principali esportazioni del Cile e di conseguenza danneggiare la sua economia.
La CIA fu incaricata di preparare piani d’azione per i mesi successivi. Questo compito non conteneva alcun punto sulla conservazione delle istituzioni democratiche cilene o sui tentativi volti alla sconfitta elettorale di Allende nel 1976 era un mandato per compiere quello che poi avvenne: un colpo di Stato sanguinario seguito da una carneficina durata quasi 17 anni.
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