– Lorenzo Poli

Sebbene per anni la presenza di bombe atomiche sul territorio italiano sia stata un sospetto, oggi è una conferma. Nelle basi militari di Ghedi e Aviano sono custodite circa40 bombe nucleari americane. In caso di incidente è proprio il Ministero della Difesa a stimare che le persone raggiunte dal fungo radioattivo potrebbero essere dai 2 ai 10 milioni1, a seconda della propagazione del vento e dei tempi di intervento. Uno scenario veramente inquietante. Anche se non abbiamo ancora pagato i danni di un disastro nucleare, per la custodia di queste bombe stiamo già pagando un prezzo molto alto.

Greenpeace, con la sua Unità Investigativa è andata a fondo di questa vicenda e ha rivelato il prezzo nascosto della custodia delle armi nucleari nel nostro paese: circa 100 milioni l’anno2, che corrispondono a circa 5.000 ventilatori o 4.500 letti di terapia intensiva. Ogni anno il nostro Paese spende quasi 6 miliardi per acquistare portaerei, F-35, elicotteri, missili e, nell’ipotesi che l’Italia rimpiazzi i Tornado di Ghedi con 20 velivoli F-35 ai compiti nucleari, il costo per l’acquisto e l’utilizzo dei nuovi cacciabombardieri lieviterebbe a circa 10 miliardi di euro per i prossimi 30 anni. Ora che si conoscono i danni delle bombe atomiche B61, bisognerebbe valutare il rischio delle nuove testate nucleari che sostituiranno quelle vecchie, ovvero le B61-12.

La B61-12 ha una testata nucleare con quattro opzioni di potenza selezionabili al momento del lancio a seconda dell’obiettivo da colpire; ha la capacità di penetrare nel sottosuolo esplodendo in profondità per distruggere strutture sotterranee; e ha la capacità di distruggere per esempio, se lanciata a Milano, qualsiasi forma vivente in Lombardia. Un recente sondaggio Ipsos3 sugli italiani ha riportato che l’80% degli intervistati è contrario ad ospitare le bombe atomiche americane sul nostro territorio e ad avere cacciabombardieri in grado di utilizzarle. In più la stragrande maggioranza degli intervistati (8 su 10) vuole che il nostro Paese aderisca al Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), un accordo adottato in sede ONU che gli Stati nucleari e i loro alleati hanno boicottato sin dai lavori preparatori.

L’Italia avrà ancora intenzione di portare avanti il suo immobilismo politico sui temi della pace?

1 https://www.greenpeace.org/static/planet4-italy-stateless/7949b3cb-20201130_report-nuclear-sharing_final.docx.pdf

2 L’osservatorio Milex, insieme ad altre fonti anonime e ai dati del Ministero della Difesa, hanno permesso a Greenpeace di realizzare questa indagine

3 https://www.greenpeace.org/static/planet4-italy-stateless/ed0f8b6d-sondaggio-ipsos_greenpeace.pdf

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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