Riceviamo e pubblichiamo una corrispondenza di una lavoratrice della grande distribuzione organizzata che racconta della situazione di milioni di lavoratori che quest’anno, oltre a vedere le feste da dietro le casse e gli scaffali dei negozi con turni massacranti devono anche affrontare il covid 19.


Nelle ultime settimane i casi positivi al covid 19 rilevati sono stati estremamente numerosi e, per evitare ulteriormente il diffondersi del virus, sono rimasti chiusi al pubblico nei giorni festivi e prefestivi centri commerciali e la grande distribuzione di beni non considerati di prima necessità. Indubbiamente fin qui la scelta è sembrata saggia, se non fosse che proprio a ridosso del periodo natalizio è stato deciso dal governo di riaprire anche nei weekend e nei giorni prefestivi centri commerciali e quant’altro creando così una corsa compulsiva e indisciplinata all’acquisto.

Quindi mentre ad ognuno di noi (lavoratori e lavoratrici) viene imposto di non creare assembramento nelle proprie case e di limitarci al massimo a due invitati per le feste di Natale e capodanno (non mettiamo in discussione che sia una misura necessaria, ma non si sa quanto possa funzionare se il giorno prima incontri mille persone in un negozio) dobbiamo perlomeno discutere del fatto che nei centri commerciali, nei supermercati e in più o meno qualunque luogo si vendano beni di ogni genere non viene rispettata nessuna norma di sicurezza, mettendo a rischio di contagio sia i dipendenti che i clienti.

Non ci si può aspettare che il buonsenso arrivi dai singoli clienti in un luogo che è pubblico, che per consumare è stato praticamente dichiarato “zona franca” e che andrebbe controllato da qualcuno addetto proprio a far rispettare le regole. Al contrario non c’è alcun tipo di controllo nei negozi come nei supermercati, chiunque li frequenta potrà confermare che la bolgia di gente che si trova all’interno come obbligo rispetta solo quello di indossare la mascherina (a volte nemmeno quello) per il resto c’è solo un distributore di amuchina che sembra assicurarci l’immunità dal covid. In pratica in ogni esercizio commerciale questa regola è del tutto ignorata, anche quella più basilare come il rispetto del numero massimo di persone che possono stare contemporaneamente all’interno in base ai metri quadri, cosa che rende impossibile l’ormai famoso distanziamento sociale, come pure lo è spesso sui mezzi di trasporto soprattutto nelle ore di punta.

Inoltre quest’anno, proprio come ringraziamento per gli sforzi e i sacrifici, ed il rischio di contagiarsi tutti i giorni a lavoro, ai dipendenti che lavorano nei settori considerati di prima necessità sono stati prolungati i turni di lavoro estendendoli anche ai giorni festivi. Dicono per fare in modo di creare meno assembramenti, ma è chiaro che non sia così, diciamo che tutta questa situazione ha fatto in modo che i padroni della GDO diventassero ancora più grassi e potenti, senza dare nulla in cambio in quanto a bonus e gratifiche, senza rendere più sicuri i luoghi di lavoro lasciando che ci si ammali sempre più spesso, perché contro la nostra volontà veniamo esposti continuamente al rischio di contagio. Una volta che il contagio diventa reale la situazione nella maggior parte dei casi è gestita in malo modo. In diversi casi il personale viene tenuto all’oscuro dei casi positivi dei proprio colleghi, con i quali si è venuti a contatto, per far in modo che non si crei panico ma soprattutto che il personale sia sempre presente al lavoro, al costo di diffondere ulteriormente il virus. La malattia non è gestita in modo adeguato, ma spesso per il periodo di quarantena vengono sottratte in maniera del tutto ingiusta ferie e permessi dei dipendenti.

La situazione indubbiamente non è delle migliori a livello sociale, quindi chi ha un lavoro si guarda bene dal lamentarsi troppo per paura di rimanere senza salario e questo i padroni lo sanno bene, ed è proprio per questo motivo che la loro avidità e il loro potere stanno prendendo il sopravvento sui nostri diritti, sulle nostre vite. Bisogna tenere alta l’attenzione e non mollare altrimenti andremo a perdere anche quel poco che negli anni con grandi sforzi è stato conquistato dai lavoratori che ci hanno preceduto e che hanno lottato. Bisogna avere chiaro in mente che per i padroni siamo numeri, e che come ha detto Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata: “se qualcuno muore, pazienza”. A tutta la classe operaia auguro ovviamente di non essere mai quel qualcuno, piuttosto che siano i padroni a fare quella fine. Non facciamo morire mai la nostra voglia di cambiare questa società fatta da gente senza scrupoli che come obiettivo ha solo quello di arricchirsi sulle nostre spalle anche a costo della nostra vita.

Sveva Tristan

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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