Ci ha lasciato a 92 anni lo storico e politologo Giorgio Galli. Un gigante della cultura italiana, un esempio di indipendenza e pensiero critico. Lui che scrisse nel 1958 una Storia del Pci che fece incavolare Togliatti dopo il 1989 si schierò in difesa del comunismo contro il coro dell’unanimismo liberaldemocratico che rimuove la storia non certo esaltante e la realtà presente del capitalismo neoliberista. Negli ultimi anni attribuiva la crisi della sinistra all’abbandono del marxismo come spiegava in un’intervista a Radio Popolare in occasione del suo novantesimo compleanno:
“Nella cultura della sinistra è prevalsa l’idea che il crollo dell’impero sovietico equivaleva al crollo del grande prodotto culturale che è stato il marxismo. Il marxismo ha studiato il capitalismo meglio dei grandi studiosi liberali, Marx è meglio di Keynes e Schumpeter”(…)
“la sinistra italiana nella grande maggioranza ha identificato la Russia con il marxismo e il socialismo, il che non era vero, quando ha visto crollare l’Unione Sovietica la sinistra ha creduto che fosse crollato anche questo grande prodotto culturale (il marxismo) che avrebbe permesso di capire il capitalismo globalizzato delle multinazionali”.
“Avendo abbandonato strumenti concettuali costruiti in un secolo e più la sinistra si è trovata spiazzata di fronte al neoliberismo, la famosa idea della Thatcher ‘non c’è alternativa’, il sistema attuale visto come unico sistema possibile”.
https://www.radiopopolare.it/sinistra-in-crisi-perche-ha-abbandonato-il-marxismo-giorgio-galli-come-si-comanda-il-mondo-il-golpe-invisibile/
Al contrario di tanti ex-comunisti, del PCI o dell’estrema sinistra, Galli riteneva fondamentale ricostruire un progetto socialista per il XXI secolo:
“Il problema vero non è che non esista la classe operaia o che non ci siano lotte operaie, ma trasformare tutto questo in un progetto è un passaggio davvero molto difficile. La classe operaia non è scomparsa, le sue lotte (con varie modalità dalla Cina a Torino) si manifestano ancora, però non fanno più parte del grande progetto alternativo della rivoluzione socialista mondiale, non ci sono più soggetti che l’avevano interpretata. Questo è uno dei grandi problemi del XXI secolo: la classe operaia c’è, le lotte operaie ci sono, manca il soggetto politico in grado di trasformarle in un progetto per il futuro.“
https://www.bresciatoday.it/politica/intervista-giorgio-galli-cgil-brescia.html
Come dargli torto?
Maurizio Acerbo PRC
Oggi, all’età di 92 anni, è morto Giorgio Galli, grande scienziato della politica che per oltre 60 anni ci ha aiutato a capire la realtà politica e sociale del nostro paese.
Mi piace ricordare che nel 2010, quando Galli era un affermato docente universitario e io un neoeletto segretario del Partito della Rifondazione Comunista, accettò di partecipare alla presentazione del libro “Quel che il futuro dirà di noi: idee per uscire dal capitalismo in crisi e della seconda repubblica” e poi di scrivere una Postfazione per la seconda edizione.
Val la pena oggi ricordare cosa Galli scriveva in quel testo di dieci anni fa: “Se mi pare difficile uscire dal capitalismo, seppure in crisi, più facile mi pare uscire dalla seconda Repubblica. Dopo aver descritto, appunto sin dai lontani anni Sessanta, il bipolarismo come la forma propria della democrazia rappresentativa occidentale, oggi esso mi appare a sua volta in crisi, per l’estrema contiguità programmatica degli schieramenti che si dovrebbero presentare come alternativi”.
Ecco, Galli non era un comunista ma pensava necessario che le persone alle elezioni potessero scegliere tra alternative chiare e non tra copie sbiadite di programmi simili.
Forse per questo trovava interessante discutere anche con noi e per questo noi continuiamo a lavorare per costruire una alternativa a questo bipolarismo confindustriale.
Caro Giorgio, convinti come siamo dell’adagio di Marx secondo cui “l’ignoranza non ha mai giovato a nessuno”, ti ringraziamo per tutto il lavoro di conoscenza che hai prodotto e per l’attenzione che hai voluto riservare anche alle nostre idee.
La terra ti sia lieve
Paolo Ferrero PRC