Il sistema informativo occidentale ne avrebbe fatto volentieri a meno di parlarne, ed in effetti non ha trovato grande diffusione la notizia che pone l’accento sull’unicità e sull’eccellenza del sistema sanitario e della ricerca in ambito farmacologico di Cuba.
Mentre in Europa paghiamo con soldi pubblici dosi di vaccini prodotte dalle solite note multinazionali, la piccola isola socialista di Cuba, per via anche dell’embargo a cui è sottoposta da 58 anni, ha optato per la produzione di un vaccino fatto in casa, completamente pubblico e gratuito, con l’intento non solo di fornirlo alla propria popolazione, ma anche di distribuirlo gratuitamente a tutti i paesi in via di sviluppo che ne faranno richiesta.
La notizia è trapelata in Italia per la presenza di un italiano nel team statale di ricerca, l’immunologo Fabrizio Chiodo, che sta lavorando ai due vaccini che attualmente si trovano allo stato più avanzato di ricerca: il Soberana 1 e Soberana2.
Chiodo, intervistato da La Repubblica, ha dichiarato che si prevede di completare fase 3 dei test di sicurezza nei primi tre mesi del 2021, per poi cominciare la campagna vaccinale da giugno.
Sotto il punto di vista scientifico, lo stesso Chiodo spiega la filosofia scientifica adottata: “In pratica è stato cambiato un solo “pezzettino” della formulazione di vaccini pre-esistenti, utilizzando quindi molecole già presenti in altre formulazioni. Cuba ha l’unico vaccino bivalente contro meningococco B e C, esiste da 14 anni, la base come adiuvante è quella. Doveva essere una tecnologia altamente scalabile, che se ne potessero produrre molte dosi quindi, stabile a temperatura diverse, utile sia in ambito pediatrico che nelle persone anziane. Quindi invece di sviluppare un vaccino tutto daccapo, abbiamo sfruttato quel che già c’era”.
La scelta dell’immunologo italiano ha anche un sapore etico e politico, come si evince dalla sua risposta alla domanda se lui fosse comunista: “Sì, la risposta è sì, senza giri di parole. Solo a Cuba è possibile lavorare a un prodotto che vada dal laboratorio alla clinica in maniera totalmente pubblica. Faccio questo lavoro principalmente per gli altri, è la mia etica, che si sposa in pieno con il lavoro portato avanti nell’isola”.