Ci ha lasciato lo scorso 27 dicembre il politologo e storico Giorgio Galli, uno dei più grandi accademici ed intellettuali italiani. Nato a Milano il 10 febbraio 1928, Galli si laureò in giurisprudenza e divenne presto uno dei più rinomati politologi italiani, insegnando a lungo storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi di Milano.
Vastissima la sua produzione letteraria, che riguarda in particolare tematiche riguardanti la politica italiana, con una particolare enfasi sulla storia del Partito Comunista Italiano e dei movimenti di sinistra. Nel 1953 una delle sue prime pubblicazioni fu proprio Storia del Partito Comunista Italiano, successivamente aggiornato numerose volte fino all’ultima edizione definitiva, intitolata Storia del PCI. Livorno 1921, Rimini 1991. Galli ripercorre in questi testi la storia del più grande partito comunista del mondo occidentale in maniera critica, sottolineandone le contraddizioni e le occasioni perse dai comunisti italiani. Curioso la morte dello studioso sia sopraggiunta proprio pochi giorni prima dell’inizio del 2021, l’anno nel quale ricorrerà il secondo dalla fondazione del PCI.
Non sono mancate neppure le pubblicazioni riguardanti la Democrazia Cristiana, il partito egemone della prima repubblica, ad iniziare La sinistra democristiana. Storia e ideologia, pubblicato nel 1962. In seguito, sarebbe arrivato anche Storia della Democrazia Cristiana, pubblicato per la prima volta nel 1978 e poi nella sua versione aggiornata nel 2007, a fare da contraltare ai testi sulla storia del PCI. Tra la produzione riguardante la DC da ricordare anche l’opera biografica Fanfani (1975) e quella di molto successiva Il prezzo della democrazia. La carriera politica di Giulio Andreotti (2003).
Un altro filone ha riguardato i testi generalmente critici sul sistema politico italiano, come Il difficile governo. Un’analisi del sistema partitico italiano (1972), Dal bipartismo imperfetto alla possibile alternativa (1975), o ancora Il capitalismo assistenziale. Ascesa e declino del sistema economico italiano 1960-1975 (1976), testo che mette in evidenza le contraddizioni e le peculiarità del sistema capitalista italiano. In seguito, pubblicò anche il brano Il capitalismo assistenziale. Capitalisti borghesi e intervento pubblico (1977, in Il sistema disintegrato), testo per molti versi lungimirante, in grado di mettere in evidenza le caratteristiche del capitalismo – non solo italiano -, che punta sull’assistenza pubblica in un sistema di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite. La critica del capitalismo avrebbe poi portato alla realizzazione di Il mercato di Stato. Il capitalismo assistenziale rivisitato (1984).
In seguito, Galli si è interessato sempre più al mondo dell’estrema destra, come nel caso di La Destra in Italia (1983), Hitler e il nazismo magico (1989), Il fascismo. Dallo squadrismo a Dongo (1996), Il Mein Kampf di Adolf Hitler. Le radici della barbarie nazista (2002), Credere obbedire combattere. Storia, politica e ideologia del fascismo italiano dal 1919 ai giorni nostri (2008) e numerosi altri testi dell’ultimo decennio.
Se, nella prima parte della sua carriera, Galli si è concentrato soprattutto sulla politica italiana, in seguito si sono intensificate le pubblicazioni riguardanti la politica internazionale, in particolare quelle sul mondo comunista. Già nel 1970 – va sottolineato – il nostro aveva pubblicato uno dei maggiori testi accademici italiani sul maoismo, La tigre di carta e il drago scarlatto. Il pensiero di Mao Tse-tung e l’Occidente. In seguito al tracollo dell’Unione Sovietica, Galli si è sforzato di mettere in dubbio la narrazione dominante sulla “fine del comunismo” e la propaganda anticomunista volta a denigrare la storia della rivoluzione sovietica: nel 1998 pubblica infatti In difesa del comunismo nella storia del XX secolo. Più recente e per molti versi provocatorio il testo Stalin e la sinistra. Parlarne senza paura (2009), nel quale Galli mette sotto la lente d’ingrandimento molti dei luoghi comuni riguardanti l’epoca stalinista, spesso smentendoli o rileggendoli da un punto di vista accademico e non ideologico.
Alla rilettura e alla rivalutazione del socialismo reale si aggiunge poi un’aspra critica del progetto egemonico ed imperialista statunitense come si evince dall’opera L’Impero americano e la crisi della democrazia (2002).
Infine, vasta è stata la produzione di manuali dedicati agli studenti universitari, come Manuale di storia delle dottrine politiche, pubblicato per la prima volta nel 1985 e successivamente aggiornato innumerevoli volte, Storia delle dottrine politiche (1995), o ancora i numerosi testi sulla storia dei partiti politici italiani ed europei.
La scomparsa di Giorgio Galli rappresenta certamente una grande perdita per il mondo intellettuale ed accademico italiano; da parte nostra, non possiamo far altro che omaggiare la sua carriera e sperare che il nostro breve brano invogli più persone a prendere in mano i suoi libri.
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