Nelle ultime settimane Matteo Renzi ha minacciato più volte il disimpegno dalla maggioranza di Governo. Ed è per questo che spesso usa il metodo del bastone e della carota, ma senza esagerare

Per porre rimedio alle conseguenze economiche e sociali causate dalla pandemia del Covid-19 i 27 paesi membri dell’Unione europea hanno stanziato ingenti risorse che ogni singolo Stato potrà utilizzare per affrontare l’epidemia e per rilanciare l’economia. All’Italia spettano oltre 200 miliardi di euro, la maggior parte dei quali sono a fondo perduto. Insomma, i soldi ci sono, ora occorre spenderli. Ma come spesso succede è a questo punto che tutto si blocca o quasi. Perché?

Innanzitutto, ci sono i vincoli burocratici che non sono un capriccio del legislatore, ma la diretta conseguenza della dilagante corruzione e delle infiltrazioni mafiose in diversi settori della Pubblica amministrazione. Ad essi occorre aggiungere i limiti previsti dalla Commissione europea ed i relativi controlli che essa effettuerà su come le risorse verranno utilizzate.

Poi ci sono le polemiche politiche. In particolare su come saranno spesi i finanziamenti. I quesiti a cui dare una risposta sono diversi. Concentrare i finanziamenti su alcuni settori produttivi o su alcune aree del Paese? Continuare ad incentivare le imprese private o tornare ad investire nel settore pubblico? Adottare politiche progressiste, liberiste o keynesiane? Le scelte da fare sono impegnative. Le fibrillazioni nella maggioranza di governo sono inevitabili.

Ogni partito della coalizione cerca di imporre le proprie idee. Si sa, quando c’è da spendere soldi tutti vogliono avere voce in capitolo, mentre quando ci sono sacrifici da imporre ai cittadini nessuno vuole assumerne le responsabilità. Tutto legittimo, ben inteso. Tuttavia, la minaccia di far dimettere le ministre di Italia Viva va al di là delle polemiche su come impostare il piano di investimenti del Recovery fund.

L’ultimatum dell’ex sindaco di Firenze è vero o è un bluff? Sta tirando la corda o fa sul serio? L’obiettivo del senatore fiorentino è certamente autoreferenziale. Nel senso che questo è un modo per essere al centro del dibattito politico. La forza del suo partito deriva dai numeri che ha in Parlamento, cioè dei deputati e dei senatori che è riuscito a far eleggere quando era segretario del Partito Democratico. Di certo è consapevole del fatto che un ritorno alle urne lo vedrebbe fortemente ridimensionato e, in tal caso, non potrebbe avere più un ruolo di primo piano. Quindi far cadere il Governo non è un obiettivo.

L’unico scopo è la visibilità politica. Differenziarsi dal governo ‘giallo-rosso’ senza cambiare maggioranza e soprattutto senza tornare alle urne. Ed è per questo che spesso usa il metodo del bastone e della carota, ma, ovviamente, senza esagerare.

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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