Nel mezzo di un complesso panorama nazionale segnato dal blocco economico criminale imposto dagli Stati Uniti insieme ai suoi alleati e dalla pandemia del Covid-19, il Venezuela chiude il 2020 con oltre 400.000 case consegnate che si aggiungono ai precedenti 3 milioni.
Dal palazzo Miraflores, il presidente, Nicolás Maduro, ha sottolineato in diretta tv che “nonostante la guerra economica, nonostante il furto dei nostri beni mobili e immobili e nonostante la pandemia, ci eravamo posti l’obiettivo di consegnare al nostro popolo altre 400.000 case arrrdate entro il 2020 e possiamo dire: ci siamo riusciti”.
Il Capo dello Stato ha assicurato che il governo bolivariano continuerà a rispettare il diritto costituzionale di accesso ad alloggi dignitosi per la famiglia, eredità del comandante Hugo Chávez, per raggiungere l’obiettivo nel 2025 di cinque milioni di case popolari su una popolazione di circa 32 milioni di persone.
Allo stesso modo, ha annunciato che per il 2021 verrà mantenuta l’aspirazione a costruirne altre 500.000 e si farà di tutto per raggiungerla nonostante le situazioni avverse.
Durante la cerimonia di consegna dell’immobile numero 3.400.000 della Gran Missione Alloggi Venezuela, il presidente ha annunciato lo stanziamento di oltre un milione di petros (criptovaluta venezuelana) per la costruzione di nuove case per la popolazione a basso reddito.
Ha spiegato che la figura del petro fa parte del sistema chiamato ecosistema economico di quel settore.
Ha aggiunto che con questo metodo finanziario, l’obiettivo del prossimo anno di costruirne altri 500.000 è garantito.
Questa richiesta approvata di investimento in petro riguarda l’acquisizione di materiali da costruzione che ad oggi costituiscono il 60% della struttura dei costi di detto progetto, secondo i calcoli delle autorità.
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