Pierre  Bourdieu e due immagini dello sradicamento in Algeria.

Francesco Cecchini

“Per cambiare la vita, bisognerebbe comminciare a cambiare la vita politca.”                                                

Pierre Bourdieu

Domenca 3 gennaio a firma di Michele Nani Il Manifesto ha pubblicato un articolo che informa del Dictionnaire international Bourdieu, pubblicato recentemente in Francia dalle edizioni del CNRS ( Centre national de la recherche scientifique, Centro nazionale di ricerca scientifica), che è la preminente e più grande organizzazione di ricerca pubblica in Francia. 963 pagine, che andrebbero pubblicate anche in Italia. Il Manifesto ha pubblicato alcuni articoli su Pierre Bourdeau dai quali emerge con chiarezza che per lui la sociologia era uno sport di combattimento, una lotta, che implicava un corpo a corpo con gli oggetti da analizzare, per cogliere al di là delle contingenze, i meccanismi di riproduzione delle strutture di dominio.

Pierre Bourdieu andò in Algeria nel 1955 per fare il servizio militare e vi visse tra il 1955 e il 1961.         In questo periodo documentò un mondo sociale in cambiamento, quello di un paese travagliato da contraddizioni e anacronismi. Con una macchina fotografica 6 x 6 cm, Pierre Bourdieu fotografo registrò e  l’Algeria, la miseria e le baraccopoli, lo sradicamento dei contadini,donne, bambini e abitanti dei villaggi della Cabilia. Per il  sociologo Pierre Bourdieu le fotografie furono uno strumento per studiare e illustrare gli sconvolgimenti causati dallo sradicamento e dalla guerra civile, e la pauperizzazione della società e gli abbandoni dei paesi. Descrisse il popolo algerino e le sue condizioni di vita, l’esilio urbano, i venditori ambulanti e i disoccupati; dipinse un ritratto della società rurale, contadini al lavoro, donne che attingono acqua, la vita quotidiana delle famiglie e la organizzazione interna di nuove comunità e cristallizza i cambiamenti sociali e morali. Francese stimolò intellettuali francesi a prendere posizione sulla Francia che reprimeva con la violenza il desiderio del popolo algerino all’indipendenza: Jean-Paul Sartre,  André Malraux, François Mauriac  ed altri.

Il link con le immagini e il testo del lavoro di Pierre Bourdieu è il seguente:

https://www.circulobellasartes.com/wp-content/uploads/2016/04/En__Argelia.__Imagenes__del__desarraigo_7670.pdf

 Il libro è stato pubblicato in Italia nel 2012 da Carocci.

Nel 2016 alla  Galerie Stimultania di  Strasbourgo vi è stata l’    esposizione “Images d’   Algérie” con 150 foto in bianco e nero prese da Pierre Bourdieu   durante il suo soggiorno Algeria.

Copertina del libro Algeria. Immagini dello sradicamento, edito da Carocci.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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