L’oppositore russo Alexey Navalny è stato arrestato dalla polizia all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca al suo ritorno in patria dopo il periodo passato in Germania per curarsi in seguito al presunto tentativo di avvelenamento subito la scorsa estate. A riferirlo è l’emittente RT.
L’aereo con a bordo Navalny è atterrato domenica all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca. Inizialmente era diretto all’aeroporto di Vnukovo, dove si erano radunati i suoi sostenitori. Ci sono stati piccoli scontri con la polizia e diversi arresti.
All’inizio di questa settimana, è stato rivelato che Navalny figurava in una lista dei ricercati in Russia stilata poco prima del nuovo anno.
Cosa viene imputato a Navalny?
L’attivista e blogger dell’opposizione è accusato di aver violato i termini della sua libertà vigilata. Nel 2014, ha ricevuto una condanna a tre anni e mezzo sospesa per cinque anni per appropriazione indebita di 30 milioni di rubli ($ 400.000) da due aziende, una delle quali è il marchio di cosmetici francese Yves Rocher.
Lo scorso 28 dicembre Navalny è stato convocato dal servizio penitenziario federale di Mosca in quanto in libertà vigilata. L’oppositore ha deciso di rimanere in Germania e non presentarsi alla convocazione. Il servizio penale sostiene che l’oppositore avrebbe deliberatamente deciso di non presenziare nonostante la convocazione visto che i documenti medici, pubblicati dai media tedeschi, hanno rivelato che aveva superato i problemi di salute che avevano portato il blogger di opposizione verso la Germania per ricevere cure.
L’agenzia precisa che questa non è la prima volta che Navalny decide di sottrarsi alla giustizia russa. Già altre cinque volte aveva mancato di presentarsi a convocazioni. Per questo è adesso arrivato l’arresto.
Navalny si trovava in Germania dallo scorso agosto dopo che aveva accusato un malore durante un volo interno in Russia pochi giorni prima. I medici della clinica Charite nella capitale tedesca hanno affermato che i loro test hanno mostrato che l’attivista era stato avvelenato con l’agente nervino Novichok. Il blogger ha quindi come da copione accusato il Cremlino di aver ordito un piano per assassinarlo.
Le autorità russe hanno categoricamente negato le accuse, sottolineando che tutte le richieste di dati medici dell’attivista non hanno ricevuto alcuna risposta da Berlino, così come le offerte di indagare in maniera congiunta sull’accaduto.
Ovviamente la stampa mainstream italiana presenta l’arresto di Navalny come l’ennesimo atto ‘dittatoriale’ del despota Putin che non tollera alcun dissenso interno. Nel titolo abbiamo fatto riferimento all’ormai noto sciamano statunitense divenuto il simbolo dell’assalto al Campidoglio dei sostenitori di Trump. Per quella protesta sentiamo ancora alti lai e lamenti per il tempio della democrazia violato. Bisognerebbe far notare che il prode Navalny utilizza gli stessi metodi protesta dello ‘sciamano’ e dei sostenitori di Trump e il suo obiettivo è proprio quello di rovesciare un governo legittimamente eletto.
Nulla di nuovo nel campo mainstream. Siamo di fronte alla solita, sempre più intollerabile, doppia morale di marca liberal-liberista