Dopo il suo teatrale ritorno in patria seguito al periodo di ‘riabilitazione’ passato in Germania per il presunto avvelenamento da novichok è tornato alla ribalta Alexei Navalny, il blogger autoproclamato dall’Occidente capo dell’opposizione a Vladimir Putin. Un nazionalista convinto ma molto apprezzato in Occidente. Sicuramente molto più che in Russia.
Secondo il leader del più grande partito di opposizione del paese, Gennady Zyuganov del Partito Comunista della Federazione Russa, Alexey Navalny non è una figura politica ma rappresenta il denaro statunitense in Russia. A tal proposito in passato Zyuganov aveva già paragonato Navalny all’ex presidente Boris Eltsin, uomo politico decisamente filo-occidentale.
Zyuganov ha poi accusato Navalny di essere nient’altro che il capo di se stesso.
“Non lo considero un oppositore. Rappresenta il capitale finanziario americano”, ha affermato questo lunedì Zyuganov alla radio Komsomolskaya Pravda, secondo quanto riferisce l’emittente RT. “Lo presentano come una grande figura, ma questo non è altro che un tentativo di denigrare la realtà russa”.
Secondo Zyuganov, Navalny è stato preparato dai servizi segreti stranieri per avviare una rivoluzione, che paragona al Maidan ucraino nel 2014.
“Non è il capo di se stesso. Lavora con specialisti esperti che hanno promosso altre persone prima di lui “, ha affermato Zyuganov.
L’opinione del parlamentare comunista su Navalny è cambiata in modo significativo dal 2012, quando ha annunciato che avrebbe collaborato con ‘l’oppositore’ per assicurarsi che le elezioni fossero libere ed eque.
Nel 2020, Zyuganov ha paragonato Navalny al suo ex avversario, dicendo al presidente Vladimir Putin che l’attivista è “uno Eltsin giovane ma sobrio”.