Il portavoce presidenziale Jorge Richter ha presentato nella giornata di domenica il piano che la Bolivia ìn metterà in atto per rilanciare l’economia, fortemente colpita dalla crisi pandemica e dalla scellerata gestione da parte del governo golpista di Jeanine Áñez. Intervistato da un’emittente radiofonica del paese sudamericano, Richter ha specificato il nuovo governo sta cercando di riattivare la domanda interna attraverso una spesa pubblica significativa. Ciò porterà ad un maggiore afflusso di risorse nella società, aiutando così le persone a generare le proprie risorse e a dare continuità alle loro attività economiche.
Sotto la guida del presidente Luis Arce, in carica da novembre, la Bolivia ha cambiato decisamente rotta rispetto all’anno nefasto della presidenza Áñez. Il governo ha infatti ricominciato ad immettere fondi nell’economia, soprattutto a beneficio delle classi sociali meno abbienti, ed ha promesso di riprendere alcuni progetti che erano stati sospesi dal governo golpista. Tra le prime misure prese da Arce, ricordiamo il buono contro la fame, che ha permesso a tanti boliviani di soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero, mentre in seguito sono state approvate una legge sull’imposta sulle grandi fortune ed una per la riprogrammazione dei debiti.
Lo stesso Arce era intervenuto nella giornata di venerdì 22 gennaio in occasione del dodicesimo anniversario dalla fondazione dello Stato Plurinazionale della Bolivia, denominazione che il paese ha assunto sotto la presidenza di Evo Morales. Il capo di Stato ha affermato che il suo governo si pone l’obiettivo di tornare a un ordine politico e sociale più giusto e inclusivo, e di cancellare le nefandezze compiute dal governo golpista, che nel corso di un anno al potere ha fatto di tutto per riportare il paese allo schema neoliberista, eliminando i progressi fatti negli anni della presidenza Morales.
Il presidente boliviano ha ribadito che il governo de facto ha lasciato il paese in una situazione economica critica, con aumenti significativi della disoccupazione e del debito estero ed il peggioramento di altri indici macroeconomici, a causa della pandemia e anche della mancanza di una politica chiara ed efficace: “Stiamo smantellando il modello neoliberista e ricostruendo il modello di comunità produttiva per ridurre ancora una volta la povertà, la fame e le disuguaglianze, oltre a raggiungere la crescita con la giustizia sociale e la ridistribuzione“, ha detto.
Facendo riferimento alla crisi pandemica, Arce ha denunciato il governo de facto per aver nascosto la verità alla gente ed aver artificialmente tenuto bassi i numeri riguardanti i contagi nel paese sudamericano. Attualmente, la Bolivia conta ufficialmente oltre 202.000 casi positivi e più di diecimila morti causati dal Covid-19 su una popolazione complessiva di 11.7 milioni di abitanti. Il nuovo governo ha lanciato un piano per ricostruire la sanità pubblica e si è assicurato la fornitura di 2,2 milioni di test diagnostici e 15 milioni di dosi vaccinali.
Proprio l’ex presidente Evo Morales, per il quale Arce ha ricoperto a lungo il ruolo di ministro dell’Economia, è stato recentemente dimesso da una clinica di Cochabamba, dove era stato ricoverato dopo aver contratto e superato il Covid-19. “Mi sento molto bene, mi sento guarito“, ha detto Morales in una conferenza stampa. “La pandemia è caotica, ma quando ti conformi alle prescrizioni mediche si può sconfiggere il virus“, ha aggiunto il 61enne, ancora oggi molto popolare nel paese.
Purtroppo, una sorte diversa è toccata al leader indigeno Felipe Quispe, noto come “El Mallku“, morto a 78 anni per un infarto poco dopo essere stato dichiarato guarito dal virus. Non sono al momento disponibili elementi che permettono di collegare la morte del leader indigeno alla contrazione del Covid-19. Leader del Movimento indigeno Pachakuti, Quispe aveva precedentemente comandato l’esercito guerrigliero Túpac Katari, del quale faceva anche parte Álvaro García Linera, vicepresidente della Bolivia sotto Evo Morales.
“Esprimiamo il nostro profondo rammarico per la morte del leader e storico contadino indigeno nativo, Felipe Quispe Huanca, El Mallku. Continueremo la sua lotta per la liberazione e la dignità dei popoli. Le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari“, ha scritto sul suo account Twitter il presidente Arce. “Il nostro fratello Mallku non muore, trascende, diventa eterno, torna nel seno della nostra Pachamama per continuare ad essere un seme, per continuare a illuminare e alimentare la lotta dei nostri popoli“, ha scritto invece il vicepresidente David Choquehuanca. Lo stesso Morales ha ricordato Quispe, affermando di considerarlo come “un fratello”.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog