Resistendo. Per la regolarizzazione della terra di Marina Kué. Associazione dei famigliari delle vittime del massacro di Curuguaty.


Francesco Cecchini


Il 2 e 3 febbraio 1989, cadde la dittatura in Paraguay. Alfredo Stroessner rimase al potere per 35 anni, una dittatura spietata e sanguinaria. Comunque lo stronismo, il sistema di potere di Stroessner, domina ancora il Paese.
L attuale presidente del Paraguay, Mario Abdo Benítez, è figlio dell ex segretario privato del dittatore. In diverse occasioni ha rivendicato e lodato Alfredo Stroessner. Nel 2006 in una riunione del consiglio di amministrazione dell ANR, Asociación Nacional Republicana nome attuale del Partido Colorado, propose di rendere omaggio al dittatore e chiese a tutti i presenti di alzarsi e di ricordare Stroessner con un minuto di silenzio. Benítez è stato anche membro dell organizzazione Pace e progresso, il motto della dittatura militare.
Vittime dello stronismo sono le due bambine, María del Carmen e Lilian Marian, assassinate lo scorso 2 settembre dall’ esercito parguaiano.

Il dittatore Alfredo Stroessner con il fazzoletto del suo partito, il Partido Colorado


Un’ articolo pubblicato su Ancora Fischia il Vento sulla richiesta di giustizia e riparazione dopo 8 anni dal il massacro di Curuguaty è il seguente:
https://www.ancorafischiailvento.org/2020/06/19/in-paraguay-8-anni-dopo-il-massacro-di-curuguaty-si-chiede-giustizia-e-riparazione/
Ora guidati dall’ Associazione delle famiglie e delle vittime del massacro di Curuguaty, i campesinos senza terra sono tornati ad occupare il Congresso Nazionale del Paraguay, ad Asunción, questo mercoledì 3 febbraio, data della caduta del dittatore Alfredo Stroessner, per rivendicare l’ immediato trasferimento del 1.748 ettari di Marina Kue alle 160 famiglie contadine che vi abitano. Senza definizione, la decisione è stata rinviata alla fine della sospensione parlamentare di marzo. Approvato dalla Camera Federale e dal Senato alla fine dello scorso anno, il disegno di legge è stato inizialmente salutato come una “misura di giustizia” dal presidente Mario Abdo Benítez, che poi ha subito posto il veto sotto la pressione di allevatori e proprietari terrieri. Il timore panico con il riconoscimento di un diritto storico, denunciano i movimenti sociali, è che la presenza dei lavoratori rurali nella zona significhi un forte ostacolo alle sue illegalità.
Guillermina Kanonnikoff, del Movimento di solidarietà ai contadini di Curuguaty ed ex prigionieri politici della dittatura di Stroessner ha detto: “Con il rinvio abbiamo guadagnato tempo per aumentare la pressione e accumulare i voti necessari tra i membri del Congresso, al fine di respingere il veto presidenziale. Questa è una decisione che riguarda i diritti umani, la difesa della riforma agraria e la stessa legge ambientale.
Secondo la presidentessa dell’ Associazione Famiglia e Vittime del Massacro di Curuguaty , Martina Paredes, che ha perso due fratelli nel massacro, Fermín e Luis Agustin diventando, insieme a Dario Acosta, un simbolo della resistenza dei campesinos alla furia dei successivi governi neoliberisti , è essenziale far chiarezza con i parlamentari in modo che sia fatta giustizia. Per dare maggiore visibilità al reclamo, l’Associazione ha recentemente allestito una Tenda della Resistenza davanti al Congresso, dove i campesinos hanno ricevuto il sostegno della società civile, artisti, intellettuali e religiosi. Martina ha spiegato che “sono stati otto giorni che abbiamo affrontato la pioggia, i rischi della pandemia e una raffica di zanzare per rompere il silenzio imposto dai principali media , per conquistare i cuori e le coscienze”.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: