(Foto di pubblicità anti-abortista per le vie di Pescara, foto di Nicolas Di Domizio)
Benedetta La Penna
Siamo di fronte ad un’ulteriore attacco ai diritti delle donne: in un periodo in cui sembra che le priorità siano altre, sempre rimane la certezza che ciò che possa essere secondario venga messo da parte.
Ad oggi vediamo due episodi che non possiamo non contestare, proprio perché ledono i diritti di noi donne e non solo.
Una notizia dell’ultima ora: dopo le Marche, anche il governo dell’Abruzzo si schiera contro il nuovo protocollo del ministero della Salute sull’aborto farmacologico che ha autorizzato la somministrazione della pillola Ru486 presso i consultori.
Il presidente Marco Marsilio, in quota Fratelli d’Italia, ha inviato a tutte le Asl del territorio una circolare in cui c’è una “forte raccomandazione” affinché “l’interruzione farmacologica di gravidanza con utilizzo di mefipristone e prostaglandine sia effettuata preferibilmente in ambito ospedaliero e non presso i consultori familiari”. In calce al documento ci sono le firme dell’assessora alla Sanità Nicoletta Verì e del Dg Claudio D’Amario.
Tale provvedimento va contro le linee guida del ministero che prevede la somministrazione della RU486 nei consultori familiari, imponendo così il ricovero ospedaliero ed aumentando i tempi di assunzione.
Non è la prima volta che il nostro governatore Marsilio va contro le decisioni del governo, e continua a creare disagi in vari ambiti di amministrazione quando il suo lavoro dovrebbe essere l’esatto opposto. Cambia colore alla regione senza rispettare alcuna regola ma lui stesso ne crea e sono le donne che devono rispettarle senza poter ribattere.
Come al solito i diritti delle donne vengono sempre messi in discussioni da persone che che con essi non hanno nulla a che fare, ed è qui che ribadiamo a gran voce che non si può continuare così. Basta con il far politica sul corpo delle donne.
Altri punti sono per noi fondamentali ribadire: in un momento in cui i nostri ospedali sono saturi, a causa di una pandemia di cui non si vede ancora la fine (basti pensare la gestione dei vaccini, di cui la nostra regione è al di sotto della media italiana) credere che sia una scelta saggia impedire ai consultori familiari, luoghi fondamentali per il benessere della donna e non solo, di utilizzare la pillola abortiva è follia ma soprattutto poco lungimirante. Ci vien da pensare che pur di portare avanti un’idea ingiusta dei confronti delle donne si passi avanti anche di fronte a tanta disgrazia.
Ma oltre il danno la beffa: avete diminuito il numero dei consultori in Abruzzo pensando che non siano importanti e necessari, quando ad oggi avrebbero dato manforte alla gestione dei pazienti con e senza Covid19, alleggerendo il peso degli ospedali che ad oggi chiedono pietà con le fila di emergenze alla porta.
Dalla limitazione dei nostri diritti, siamo costrett a vedere la totale negazione del diritto stesso. Ci hanno segnalato un manifesto 6×3, con il logo dell’associazione dell’associazione Pro-life Vita&famiglia, con su scritto “prenderesti mai del veleno? Stop alla pillola abortiva RU486” con una donna con una mela morsa da una donna a terra. Quante altre volte dobbiamo ripetere che la IGV è legge ormai da più di 40 anni? Non saremo qui di nuovo a ribadire l’ovvio, ma solo ciò che al momento ci rimane ancora poco chiaro: come è possibile che nel 2021 il corpo delle donne debba sempre diventare il campo di battaglia politica dimenticando le dirette interessate: le donne che sono quei corpi.
Siamo stufe che altre e altri scelgano sulle nostri sorti e del nostro corpo.
In quanto donne richiediamo dunque non solo il ripensamento del nostro governatore circa le modalità della pillola abortiva, segno di grande civiltà, ma anche e soprattutto la rimozione dei manifesti antiabortisti e violenti nei confronti delle donne, proprio come segnale definitivo di rispetto verso i corpi e le scelte di quelle donne.