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Sebbene il fondatore di WikiLeaks non sarà estradato negli Stati Uniti, la guerra mediatica guidata dall’America non si ferma. In un’intervista esclusiva con il giornalista brasiliano Edu Montesanti, Chomsky si oppone fermamente alle accuse mosse da Washington, secondo cui il giornalista australiano sarebbe una minaccia per la sicurezza americana: “Dietro alla persecuzione di Assange ci sono motivazioni politiche “, afferma il linguista.
Di Edu Montesanti
Lo scorso 4 gennaio la giudice britannica Vanessa Baraitser ha bloccato l’estradizione di Julian Assange dal Regno Unito agli Stati Uniti. Ha ritenuto che, date le condizioni alquanto deleterie delle carceri statunitensi, l’estradizione del fondatore di WikiLeaks fosse un provvedimento ingiusto e oppressivo. La difesa del giornalista australiano sostiene che le condizioni delle carceri statunitensi, compresi l’isolamento, le misure amministrative di sicurezza e le restrizioni più severe nel carcere ADX Florence porterebbero Assange al suicidio.
Assange, che al momento è nel carcere Her Majesty’s Prison Belmarsh nell’area sud-est di Londra, è condannato a una pena detentiva di 175 anni per avere pubblicato documenti governativi statunitensi nel 2010, che denunciano crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.
Attraverso 251.287 dispacci diplomatici, oltre 400.000 documenti classificati dell’esercito statunitense relativi alla guerra in Iraq e 90.000 relativi alla guerra in Afghanistan (alcuni estratti sono stati pubblicati da New York Times, Guardian, Der Spiegel, Le Monde,ed El País) WikiLeaks ha rivelato innumerevoli vittime civili dell’esercito statunitense e la corruzione dilagante degli Stati Uniti in tutto il mondo servendosi di spie, boicottando i governi democratici e favorendo politiche sporche in diversi paesi (alla fine di questo articolo è presente un elenco delle rivelazioni più importanti di WikiLeaks).
L’avvocato della difesa Ed Fitzgerald ha dichiarato che “la conseguenza naturale” della decisione della giudice che ha ordinato il rilascio di Assange, “deve essere il riottenimento della libertà per Assange, come minimo condizionale ”. Inoltre ha aggiunto che, dall’ottobre 2019, il fondatore di WikiLeaks è detenuto solamente sulla base della richiesta di estradizione degli Stati Uniti. “Ora che la giudice ha condannato l’estradizione, non c’è più motivo di tenerlo in prigione”, ha sottolineato l’avvocato.
Due giorni dopo avere impedito l’estradizione del giornalista australiano, la giudice londinese ha negato la richiesta di uscita su cauzione per Assange, lasciandolo nel carcere di Belmarsh.
In un’intervista esclusiva con me, Noam Chomksy afferma che la decisione del tribunale è una disgrazia e, tenendo conto dei precedenti, è anche pericolosa.
“Questa decisione permette di ritenere Assange mentalmente instabile, perciò quanto ha rivelato pubblicamente può essere respinto in quanto prodotto di una mente malata”, afferma il leggendario dissidente americano, linguista, filosofo, sociologo, esperto di politica e autore di oltre un centinaio di libri “probabilmente il maggiore intellettuale in vita dei nostri tempi ” secondo il New York Times.
“Uno spiraglio di luce per Julian”
“È una vittoria personale per Julian, quindi è un’ottima notizia. Ma è anche un altro duro colpo alla libertà di stampa per la natura del verdetto”, aggiunge Chomsky, che è vicepresidente del Comitato per la Difesa di Assange .
Con la condanna di WikiLeaks tutti gli altri giornalisti nel mondo sono a loro volta in pericolo. Questo evento ha creato un precedente molto pericoloso, permettendo al governo statunitense di decidere che cosa può essere pubblicato e chi dovrebbe essere processato in un tribunale statunitense solo per il proprio modo di fare giornalismo. Tutto ciò sta già avvenendo, in una certa misura, soprattutto su YouTube, Facebook e Twitter.
Come osserva il giornalista irlandese Patrick Cockburn è in gioco il “monopolio sul controllo delle informazioni statali sensibili”.
“Assange non verrà spedito a marcire in una prigione statunitense per il resto della sua vita. Vedo uno spiraglio di luce ”, gioisce Chomsky, nonostante tutto.
Il giornalismo al pari di un crimine
La giudice britannica ha sintetizzato il suo giudizio articolato e le argomentazioni su WikiLeaks, condannando con fermezza il lavoro di Assange. Per il resto la decisione di Baraitser si è dimostrata una resa totale davanti agli Stati Uniti. Per quanto assurdo, ogni accusa mossa dal governo statunitense è stata accolta senza battere ciglio. Le testimonianze della difesa che smentiscono in dettaglio i fatti sono state completamente ignorate ”, afferma dispiaciuto Chomsky.
Il verdetto espresso dalla giudice Baraitser è un sabotaggio del primo emendamento, che protegge la libertà di stampa. Diversi esperti come lo stesso Chomsky e numerosi avvocati negli Stati Uniti e in altri paesi ritengono l’opinione della giudice sull’attività di WikiLeaks estremamente pericolosa. Di seguito alcune delle terribili osservazioni espresse dalla giudice Baraitser.
- Sulla condotta di Assange: “ha varcato i limiti del giornalismo” quando ha accettato di aiutare Chelsea Manning a decifrare una password e quando le ha detto che “la curiosità è il sale della vita”, incoraggiandola a diffondere ancora più documenti.
- Il rilascio di dispacci non censurati “non ha visto distinzioni”.
- Le argomentazioni della difesa sulle opinioni politiche di Assange “non sono pertinenti”.
- Non vi sono prove sufficienti che le accuse siano state avanzate “sotto pressione” dell’amministrazione Trump, al contrario hanno dato adito a un dibattito interno sano.
- Sebbene l’intelligence abbia criticato aspramente WikiLeaks, non parla a nome dell’amministrazione in carica.
- Il giudizio sul caso di UC Global, che ha spiato Assange nell’ambasciata dell’Ecuador, non è di competenza del tribunale britannico, dal momento che non ha accesso ai documenti del tribunale relativi al caso contro UC Global in Spagna.
- In merito alla sua opinione sull’estradizione (se ritiene che sarebbe una misura oppressiva): “accolgo la diagnosi del professor Kopelman riguardo il disturbo depressivo ricorrente di cui il signor Assange è affetto, che Assange abbia propositi suicidi, e che sarebbe ‘determinato’ a tentare di togliersi la vita”.
- Condizioni potenziali all’interno di una prigione statunitense: la CIA ritiene Assange ostile e tuttora una minaccia alla sicurezza; Assange dovrebbe essere portato all’ADX Florence, dove sarebbe detenuto in totale isolamento.
- Lo scopo delle misure speciali amministrative è di ridurre le comunicazioni al minimo e i detenuti hanno grandissime limitazioni. Tutti gli esperti ritengono che queste condizioni avrebbero un effetto deleterio sulla salute mentale di Assange.
- Il signor Assange ha le capacità e la determinazione per portare a compimento i suoi propositi suicidi.
- Per questo ho deciso che sarebbe ingiusta l’estradizione del signor Assange. Gli Stati Uniti. hanno il diritto di presentare ricorso.
Noam Chomsky afferma che non lo sorprenderebbe scoprire un giorno che la giudice Baraitser ha deciso di non estradare Assange per fare un favore al presidente Biden, e risparmiarlo così dall’imbarazzo di uno scandalo internazionale per la condanna all’ergastolo del giornalista australiano.
“Forse potremmo attribuire questi procedimenti giudiziari al ‘rapporto speciale’, eufemismo per definire il declino della Gran Bretagna, che passa da potenza leader mondiale a vassallo del proprio successore in questo brutto ruolo”, sottolinea in questo articolo Chomsky, professore all’Università dell’Arizona, dalla sua abitazione di Tucson dove vive con la moglie brasiliana Valeria.
Secondo Cockburn, “WikiLeaks ha fatto ciò che tutti i giornalisti dovrebbero fare, ovvero rendere le informazioni importanti accessibili al pubblico, mettendolo in condizione di giudicare il mondo che lo circonda e i crimini governativi e statali, sulla base dei fatti.”
Nella mia intervista del dicembre 2018 l’ex agente e spia della CIA John Kiriakou afferma che: “Assange non ha rubato le informazioni. Semplicemente le ha ricevute, e poi le ha rese pubbliche”.
Il 4 gennaio scorso, poco dopo la sentenza di Londra, Washington ha dichiarato che il governo americano avrebbe intenzione di ricorrere in appello per la decisione della giudice Beraitser. Il Dipartimento della Giustizia statunitense afferma di essere “molto deluso ” dalla decisione della giudice britannica e ha aggiunto che continuerà a richiedere l’estradizione del signor Assange.
“Ciò che penso è che, sotto sotto, il Dipartimento della Giustizia sia alquanto compiaciuto per questa decisione, e potrebbe trovare qualche pretesto per lasciare la faccenda in sospeso. Magari concorda con il giudizio su Assange in merito ai suoi disturbi psichiatrici”, osserva Noam Chomsky. “Il crimine commesso da Assange è avere svolto il lavoro di un giornalista serio, fornendo al pubblico informazioni fondamentali che il governo degli Stati Uniti non vuole che si conoscano”.
“Julian Assange è un giornalista. Non avrebbero mai dovuto accusarlo di un crimine”, dichiara Kiriakou nell’intervista, anche lui membro del Comitato per la Difesa di Assange.
“Demonizzando il messaggero, i governi cercano di corrompere il messaggio”, ha scritto Chomsky in un articolo per il quotidiano britannico The Independent.
Nemico dello stato
L’ex segretario di stato Mike Pompeo ha attaccato WikiLeaks definendolo un “servizio di intelligence non governativo ostile” e ha aggiunto: “non possiamo più concedere ad Assange e ai suoi colleghi il potere di sfruttare i valori della libertà di parola contro di noi”.
Nell’aprile 2017 il procuratore generale statunitense Jeff Sessions disse che processare Assange era una sua “priorità”.
L’ex candidata alla presidenza degli Stati Uniti Hillary Clinton e l’allora vicepresidente Joe Biden definirono Assange un “terrorista”.
Nonostante la decisione di non processare Assange, l’amministrazione Obama, più di qualunque altra nella storia statunitense, ha perseguito gli informatori.
Espionage Act: la guerra degli Stati Uniti contro il giornalismo
“Oggi abbiamo ricevuto una dichiarazione di guerra. Questa giornata entrerà nella storia e metterà a dura prova la democrazia americana”.
Sulla base dell’Espionage Act del 1917, i procuratori della Virginia settentrionale hanno accusato Julian Assange di cospirazione poiché si è introdotto illegalmente nei computer, in base al suo presunto accordo con Chelsea Manning, per aiutarla a decriptare una parte della password necessaria ad accedere a una rete militare classificata, usando l’identità di un altro utente.
Manning si assunse la totale responsibilità per le sue azioni e disse che Assange non la spinse a fare nulla. “Nessuna persona legata a WikiLeaks. mi ha obbligata a inviare ulteriori informazioni. Mi prendo tutta la responsabilità,” disse l’ex soldata statunitense in tribunale nel 2013.
Manning si assunse la totale responsibilità per le sue azioni e disse che Assange non la spinse a fare nulla. “Nessuna persona legata a WikiLeaks. mi ha obbligata a inviare ulteriori informazioni. Mi prendo tutta la responsabilità,” disse l’ex soldata statunitense in tribunale nel 2013.
“Il comportamento di Obama in questa situazione è stato deplorevole. L’Espionage Act entrò in vigore durante la Prima Guerra Mondiale per punire le spie. Non è stato verificato in tribunale e potrebbe addirittura essere definito incostituzionale”, sottolinea Chomsky.
Secondo Ben Wizner, avvocato statunitense e attivista per i diritti civili presso l’American Civil Liberties Union (ACLU), qualsiasi procedimento giudiziario nei confronti di Assange per le pubblicazioni di WikiLeaks sarebbe senza precedenti e incostituzionale. Wizner teme che “spalancherebbe la porta alle procedure penali nei confronti di altre agenzie di stampa”.
“Obama ha gettato le fondamenta usandolo più di tutte le amministrazioni precedenti messe insieme, non contro le spie ma contro gli ‘informatori’ che hanno diffuso materiale classificato al pubblico”, ricorda Chomsky.
Durante la sua testimonianza dello scorso settembre al tribunale di Londra, l’avvocato statunitense per i diritti umani Carey Shenkman ha dichiarato:
“La conclusione a cui sono giunti i giornalisti e i pubblicisti in generale è che qualsiasi giornalista di qualsiasi paese sulla Terra (di fatto, chiunque) trasmetta segreti che non rispettano le posizioni politiche dell’amministrazione statunitense può essere ritenuto passibile di condanna sulla base dell’Espionage Act del 1917”.
Lo stato contro i cittadini
L’accusa principale formulata dagli Stati Uniti ritiene WikiLeaks una minaccia per la sicurezza nazionale del paese.
Tesi respinta da Chomsky nell’intervista: “In teoria il materiale è classificato per ‘ragioni di sicurezza’. Ma l’ispezione del ricco materiale non classificato dimostra che la ‘sicurezza’ di cui si parla è molto spesso la sicurezza del potere statale dal suo nemico nazionale, ovvero la popolazione nazionale”.
L’intellettuale americano conclude in modo sintetico la sua idea in merito, secondo una possibile visione del regime di Washington: “queste creature fastidiose devono essere tenute all’oscuro di ciò che viene fatto in loro nome, sebbene non sia nel loro interesse”.
Questa dichiarazione di Chomsky riporta alla memoria il comportamento del portavoce del Pentagono Geoff Morrell, che anziché commentare le torture dell’esercito statunitense al carcere di Guantanamo rivelate da WikiLeaks, incolpò l’associazione guidata da Assange per queste rivelazioni.
“È un vero peccato che molte agenzie di stampa abbiano deciso di pubblicare numerosi documenti relativi al carcere di Guantanamo ottenuti illegalmente da WikiLeaks ”disse Morrell.
Secondo Noam Chomsky, l’analista più famoso del mondo, i fatti principali non sono sfuggiti agli studiosi.
“Quarant’anni fa, il rinomato esperto di scienze politiche e consigliere di governo Samuel Huntington, nonché docente di Scienze politiche ad Harvard, scrisse: ‘Gli artefici del potere negli Stati Uniti devono creare una forza che deve solo essere percepita ma non può essere vista. Il potere si mantiene forte quando resta nell’ombra; se viene esposto alla luce inizia a evaporare’”, sottolinea lo studioso dalla propria abitazione.
Per Chomsky è evidente che Obama capisse bene questo principio. “Forse l’ha imparato mentre era uno studente di Harvard”, afferma dispiaciuto il professore americano di Linguistica.
La sicurezza nazionale statunitense che Julian Assange avrebbe minacciato, “compromettendo” i cosiddetti procedimenti democratici del paese, è proprio quel sistema che, con ironia amara, il fondatore di WikiLeaks ha completamente sbugiardato.
I media contro il giornalismo
I media globali, compresi i cosiddetti alternativi in senso ampio, dai quali il pubblico dovrebbe aspettarsi il maggiore sostegno per Julian Assange, si sono completamente dimenticati nei loro articoli ed editoriali delle crude verità che WikiLeaks ha portato alla luce con coraggio e intelligenza. Oltretutto stanno mantenendo il silenzio in modo codardo e subdolo di fronte alle minacce e alle torture psicologiche di cui è vittima Assange, per avere portato l’attività di giornalismo d’inchiesta al suo massimo livello.
“I media americani,” ricorda Chomsky, “come quelli degli altri paesi, sono stati contenti di usare i materiali forniti da WikiLeaks, eppure hanno voltato le spalle ad Assange e hanno contribuito (e spesso guidato) gli attacchi studiati per screditarlo”.
Secondo il leader del movimento per la difesa di Assange, a conti fatti i media britannici sono stati ancora più codardi, in alcuni casi abbandonandosi a una mera volgarità. “Mi riferisco alla tolleranza dei media per la tortura di Assange in tutti questi anni, sulla quale non c’è bisogno che mi esprima. La persecuzione brutale nei suoi confronti è uno scandalo internazionale”.
“Il fatto che molti di quelli che usano le sue rivelazioni al colmo dell’entusiasmo non lo stiano difendendo, è ugualmente vergognoso”, si indigna Chomsky, evidenziando che questo atteggiamento pone sotto attacco l’integrità fondamentale alla base di una stampa libera e indipendente.
Il re è nudo
È curioso vedere come i grandi media internazionali non solo hanno voltato le spalle ad Assange, ma hanno anche perseverato sulla loro vecchia e nota linea di pensiero contraria alle pubblicazioni di WikiLeaks, sostenendo molto spesso l’establishment.
Per quanto riguarda i cosiddetti media alternativi, molto selettivi a riprodurre il lavoro di WikiLeaks sebbene fin dall’inizio si siano compiaciuti delle numerosissime rivelazioni su quel gran mascalzone dell’Impero Americano e la politica globale di destra, non hanno mai preso in considerazione gli “scherzi” dei propri politici preferiti, i progressisti boriosi di diversi paesi (compreso il Brasile, con il governo del Partito dei Lavoratori, considerato l’ala di estrema sinistra dell’America Latina) dietro le quinte rispetto alle proprie politiche, sia in merito agli affari interni che esteri (come indicato nell’elenco in fondo all’articolo).
Assange ha svelato i retroscena della politica mondiale, senza risparmiare alcun partito politico. All’improvviso, il re è stato messo a nudo negli angoli più svariati del pianeta. I media si sono limitati a rivelare il suo vero volto a chi avesse ancora dubbi sul suo (brutto) carattere, facendolo sfilare completamente nudo sulla passerella della vergogna, accogliendolo fra le proprie braccia, Il loro gesto non ha premiato la verità dei fatti e i principi basilari del giornalismo, coronando la buona condotta del giornalismo indipendente e combattivo di Assange, che ha messo il mondo sottosopra e ha rivoluzionato la nostra generazione.
Tutto ciò mentre i media vanificano l’esistenza dei telegrammi riservati, segreti e top-secret rivelati da WikiLeaks.
“Nella migliore delle ipotesi, il dibattito pubblico sui veri problemi verrà sviato; nella peggiore, l’opinione pubblica verrà manipolata a favore dell’establishment”, scrisse Chomsky per l’Independent nel settembre 2020.
Senza dubbio i media mondiali hanno contribuito alla peggiore delle ipotesi, illustrata da Noam Chomsky in questa intervista.
Ruoli invertiti
Detenzione di criminali statunitensi per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e cospirazioni per rovesciare i governi legittimi nel mondo. È innegabile che da quando Assange è entrato in azione gli Stati Uniti hanno invertito i ruoli come mai prima.
“Il primo dovere della stampa è quello di ottenere le primissime e le più precise notizie degli eventi del suo tempo e di diffonderle istantaneamente, rendendole proprietà comuni della nazione”, scrisse Robert Lowe nel quotidiano britannico The Times nel 1852, citato da Cockburn).
In merito alla politica imperialista e mondiale, inclusa la cosiddetta progressista e demagogica soprattutto in America Latina, non c’è nulla di più attuale delle osservazioni di Lowe risalenti a quasi due secoli fa (che tutti conosciamo grazie a Julian Assange), espresse come segue:
“Lo statista raccoglie le informazioni in segreto e in modi segreti; tiene per sé anche le informazioni di quella stessa giornata prendendo precauzioni ridicole”.
Libertà di stampa = libertà per Assange
“Julian Assange non dovrebbe essere l’imputato in una sentenza del gran giurì, dovrebbe ricevere una medaglia. È un sostenitore della democrazia”, afferma spesso Chomsky.
Alla domanda su come vede il caso di Assange fomentato dal governo di Washington per ragioni politiche, Chomsky, che più che un brillante analista è un essere umano dalla grande bellezza interiore, umano nel vero senso della parola in un mondo di opportunisti, sottolinea che l’unica questione di sicurezza nazionale che emerge è la protezione del potere statale dalle mani della cittadinanza.
“La persecuzione di Assange per questa ‘violazione della sicurezza’ ha motivazioni politiche, per sua stessa definizione”, afferma l’esperto più apprezzato del mondo.
La caporedattrice di WikiLeaks Kristinn Hrafnsson ha risposto subito ai commenti della giudice Beraitser prima dell’inizio della testimonianza del 4 gennaio scorso, chiedendo alla difesa come il risultato delle presidenziali americane avrebbe influito sul caso Assange, e aggiungendo che sperava si potesse giungere a una sentenza prima del giorno delle elezioni:
“La giudice Baraitser ha riconosciuto ciò che era evidente sin da prima che il primo capo d’imputazione contro Julian Assange fosse rimosso: ci sono motivazioni politiche dietro a questo processo”.
“Se le bugie possono scatenare una guerra, la verità può portare alla pace”, dice spesso Assange, che il 4 gennaio è stato nominato al premio Nobel per la Pace 2021.
Julian Assange deve essere liberato e deve pubblicare ancora per continuare a fare luce sulla verità e raccontare la finta democrazia statunitense e i suoi crimini di guerra, oltre a mostrare cosa accade realmente dietro le quinte della politica mondiale.
Il giornalismo non è un crimine. Libertà per Assange, libertà di stampa per la verità e la democrazia.
Fatti in primo piano denunciati da WikiLeaks
Crimini di guerra statunitensi
Collateral Murder. Video segreto dell’esercito statunitense che mostra il cieco assassinio di decine di persone nel sobborgo Nuova Baghdad in Iraq, compresi due membri dello staff di Reuters.
Baghdad War Diary (Diari della guerra in Iraq). I resoconti riportano 109.032 morti in Iraq, di cui 66.081 ‘civili’, 23.984 ‘nemici’ (classificati come rivoltosi), 15.196 ‘nazionali’ (forze di governo irachene) e 3.771 ‘amichevoli’ (forze di coalizione). La maggior parte delle morti (66.000, oltre il 60%) riguarda i civili. Ciò significa che sono morti 31 civili al giorno in un periodo di sei anni (da gennaio 2004 a dicembre 2010).
Afghan War Diary. Resoconti scritti da soldati e ufficiali dell’intelligence, che descrivono principalmente azioni militari letali in cui è coinvolto l’esercito statunitense; includono inoltre informazioni dell’intelligence, rapporti degli incontri con diverse figure politiche e altri dettagli in merito.
Le torture dell’esercito statunitense a Guantanamo Bay
Spionaggio degli Stati Uniti
Vault 7. Vengono rivelati gli strumenti di hacking della CIA: 8.761 documenti e fascicoli provenienti da una rete isolata di massima sicurezza, situata nel Center for Cyber Intelligence della CIA a Langley.“Year Zero” introduce l’ambito e l’orientamento del programma segreto mondiale di hacking della CIA, il suo arsenale di malware e decine di “zero-day” exploit usati come arma contro un folto numero di prodotti di società statunitensi ed europee, tra cui l’iPhone di Apple, Android di Google, Windows di Microsoft e persino le tv di Samsung, che sono state trasformate in microfoni segreti.
L’invasione segreta degli Stati Uniti in Siria negli anni precedenti la cosiddetta “Primavera siriana”
Dal 2005 al 2010, il governo di Washington finanziò per 12 miliardi di dollari gli oppositori politici del presidente Bashar al-Assad, alcuni media locali ed attività culturali.
Il sostegno segreto degli Stati Uniti ai leader ribelli durante la rivoluzione del 2011 in Egitto
L’intromissione degli Stati Uniti nelle vicende di Haiti. Washington ha operato in segreto contro l’aumento del salario minimo di Haiti a cinque dollari nel 2008/2009, a causa dell’interesse degli Stati Uniti per le zone franche di Haiti per l’industria tessile; i dispacci sono misteriosamente spariti.
L’interferenza degli Stati Uniti nella politica brasiliana. Il giudice Sergio Moro, i suoi colleghi /funzionari pubblici che hanno processato e incarcerato l’ex presidente Lula e altri membri del sistema giudiziario corrotto del Brasile, sono stati istruiti dal governo di Washington, in territorio statunitense.
L’allora vicepresidente Michel Temer, che succedette alla presidente del partito dei lavoratori Dilma Rousseff nel 2016, era un informatore della CIA alla vigilia del colpo di stato che ha rovesciato la presidente Rousseff.
Alleata con l’opposizione brasiliana, l’ambasciata statunitense a Brasilia cercò informazioni sui membri al governo del partito dei lavoratori brasiliano, e sull’alleanza di Washington con l’opposizione del partito dei lavoratori, rivelando come soprattutto il partito socialdemocratico brasiliano (PSDB) avrebbe favorito gli interessi di Washington una volta salito al potere: vedere qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui;
L’ambasciata statunitense a Brasilia sorvegliò il più grande movimento brasiliano per la riforma agraria, il movimento dei lavoratori rurali senza terra (MST), vedere qui e qui.
L’ interferenza degli Stati Uniti nei principali media brasiliani. I grandi mezzi di comunicazione come O Estado de S. Paulo, O Globo e il settimanale Veja, sono quelli che si sarebbero concentrati su questo argomento e avrebbero potuto scuotere le coscienze, soprattutto all’interno delle elite. Questa missione (diplomatica) ha avuto un grande successo organizzando interviste e op-ed condotte da sottosegretari generali delle Nazioni Unite (USG) e rispettabili accademici. Le visite degli esperti o degli ufficiali USG si sarebbero rivelati un’eccellente opportunità per affrontare la questione con la stampa.”
“Spionaggio di massa dei governi“. Rivelazione di un sistema mondiale di spionaggio di massa, esercitato da governi di vari paesi su cellulari, computer e profili social dei propri cittadini. Il documento afferma che questa prassi è stata adottata da almeno 25 nazioni tramite 160 agenzie di intelligence.
I cosiddetti governi progressisti latinoamericani che implorano le benedizioni degli Stati Uniti. Il partito dei lavoratori brasiliano, in particolare Jose Dirceu, braccio destro dell’allora presidente Lula, rendeva conto in segreto ai “diplomatici” statunitensi (contraddicendo, in alcuni casi, ciò che sia lui che l’allora presidente Lula dicevano in pubblico): dispacci segreti, vedere qui, qui e qui. Il seguente dispaccio segreto è un caso particolare, dal momento che Jose Dirceu sostiene la creazione di FTTA, qualcosa che il partito dei lavoratori ostacolava pubblicamente con fermezza:“Dirceu colse l’opportunità per esprimere il suo desiderio di proseguire i negoziati del FTAA, dichiarando in più occasioni che le esportazioni del Brasile verso gli Stati Uniti dovrebbero aumentare almeno di quattro volte rispetto ad oggi. (…) Dirceu ha dichiarato che il mese prossimo sia lui che Palocci cercheranno di parlarne con il presidente Lula”.
L’allora presidente Lula elogiò e protesse in segreto la sanguinosa dittatura militare brasiliana (1964-1985) per impedire che venisse indagata per i suoi crimini contro i civili e gli oppositori politici. “Gli elogi ricordano i commenti dell’allora candidato Lula da Silva nel 2002, che dava credito proprio a quel governo militare che lo aveva incarcerato per avere seguito una pianificazione strategica che portasse benefici al paese” (vedere qui); “Il presidente Lula, consapevole della necessità di avere rapporti armoniosi con l’esercito e dell’importanza di portare avanti la sua agenda politica, non ha alcuna fretta di aprire i fascicoli sulla dittatura” (vedere qui); “Il presidente Lula ha dato il suo sostegno a Jobim [l’allora ministro della Difesa, un ex militare che si batte per impedire le indagini sulla dittatura militare] e ha dichiarato che la questione [le indagini sulla dittatura militare] è “chiusa” (vedere qui).
L’allora presidentessa dell’Argentina Cristina Kirchner ha collaborato con gli Stati Uniti per frenare Evo Morales leggere qui.
I cosiddetti governi progressisti latinoamericani bloccati dalla corruzione. Lula ha ricevuto tangenti per l’acquisto del caccia francese Rafale ed è sospettato di avere accettato tangenti per l’acquisto di sottomarini francesi. In un dispaccio segreto l’ambasciatore statunitense in Brasile ha commentato: “il Brasile è un paese incredibilmente corrotto. (…) Non si possono fare affari sul serio in un paese corrotto come il Brasile. (…) Secondo il nostro parere è tutta una questione di tangenti e i francesi stanno sfruttando le strategie che hanno usato in passato in Brasile. (…) È davvero una coincidenza il fatto che stiano comprando tutta quella roba dalla Francia? I francesi ne sanno di corruzione”.
“Corruzione diffusa a Cuba.” leggere qui e qui;
L’attuale papa (l’allora cardinale Jorge Bergoglio) sostenne in segreto gli oppositori dei Kirchner in Argentina e fu un importante collaboratore della sanguinosa dittatura militare (1976-1983), numerosi dispacci di Wikileaks sull’argomento sono stati misteriosamente rimossi.
Questa pubblicazione include 209 documenti (34 documenti di base in diverse versioni) che risalgono al periodo 2007-2015. Le leggi russe, in particolare la nuova legge Yarovaya, non fanno alcuna distinzione tra intercettazione legale e sorveglianza di massa ad opera delle autorità statali dell’intelligence (SIA) senza l’autorizzazione del tribunale. I fornitori russi di servizi di comunicazione sono tenuti per legge a installare i cosiddetti componenti SORM (Sistema di Misure Operative Investigative) per la sorveglianza forniti da FSB (Servizio Federale per la Sicurezza) a loro spese. L’infrastruttura SORM è sviluppata e utilizzata in Russia in stretta collaborazione fra FSB, il ministro degli Interni russo e imprese di sorveglianza russe.
Traduzione dall’inglese di Cinzia Minniti. Revisione: Silvia Nocera