Il ritorno in campo di Barghouthi sarebbe un vero e proprio terremoto che potrebbe scuotere gli equilibri politici in seno all’Autorità nazionale palestinese (Anp) e più in generale quelli di tutto il conflitto israelo-palestinese.
Marwan Barghouti, storico leader di Fatah detenuto nelle prigioni israeliane dal 2002, avrebbe in programma di candidarsi alle elezioni come presidente dell’Autorità palestinese fissate il 31 luglio.
Secondo il giornale Rai al-Youm degli EAU, la moglie di Barghouthi, Fadwa, che è membro del Consiglio rivoluzionario di Fatah, ha affermato che un assistente senior di Abu Mazen (attuale presidente dell’Anp) “ha quasi minacciato” suo marito affinché non si candidi alla presidenza.
L’ipotesi di una candidatura di uno dei più amati leader palestinesi sembra aver creato qualche preoccupazione anche in Israele, se è vero le autorità israeliane hanno autorizzato la scorsa settimana l’arrivo in carcere di Hadarim del ministro dell’Anp Hussein al Sheikh, incaricato dal partito Fatah di persuadere Barghouti a non correre per la presidenza contro Abu Mazen. Se fosse eletto, per Israele diventerebbe un problema tenere in cella il presidente palestinese e più in generale si accenderebbe l’attenzione internazionale sulla difficile situazione dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.