Manifestazione dell’ hirak lo scorso 16 febbraio a Kerrata.
Francesco Cecchini
Il movimento hirak, hirak significa proprio movimento, è nato venerdì 22 febbraio 2019 e da allora milioni di algerini sono scesi in piazza per chiedere una vera democrazia, una magistratura indipendente, un cambio di regime, insomma. Dopo settimane di moblitazione l’ hirak ha ottenuto di Abdelaziz Bouteflika al quinto mandato. L’ hirak ha inoltre respinto nuove elezioni presidenziali convocate per il 4 luglio dal presidente ad interim Abdelkder Bensalah, sostenuto dal generale Salah, capo di Stato Maggiore e uomo forte dell’ Algeria. Alle elezioni presidenziali che si tennero nel dicembre 2019 vinse Abdelmadjid Tebboune con scarsa affluenza alle urne e respinto dall’ hirak in quanto visto come una manovra del “sistema” al potere per garantirsi la sopravvivenza. In diverse città si sono registrate marce anti-elettorali e scontri, non solo ad Algeri, ma anche nella regione della Cabilia, a Bejaia e Tizi Ouzou, dove i manifestanti si sono impadroniti delle urne. La vicenda è ben raccontata nel libro di Mina Kaci giornlista dell’ Humanité “One, two, three, Nouvelle Algérie” dove è evidenziato che l’ hirak esige una rottura rivluzionaria con il sistema imposto da una casta nel 1962 e ha i suoi precedenti nel 1988 ad Algeri e nel 2001 in Cabilia.
L’ hirak ha incontrato due forti ostacoli: la repressione, quasi un centinaio di attivisti imprigionati e innanzitutto la crisi santaria, dovuta al coronavirus, che dal marzo 2029 ha condizionato la sua capacità di moblitazione.
Comunque ultimamente vi sono forti segni di vita. Diverse migliaia di persone hanno marciato martedì 16 febbraio 2021 nell’est dell’Algeria a Kherrata, culla del movimento anti-regime Hirak, nonostante il divieto di manifestazioni, in occasione del secondo anniversario della rivolta popolare che ha estromesso dal potere Abdelaziz Bouteflika.
Il 22 febbraio 2021, giorno del secondo anniversario dell’ hirak si sono avute manifestazioni in tutta l’ Algeria, Algeri, Annaba, Oran, Béjaïa, Sétif, Bouira, Mostaganem et Constantine, nonostante il forte dispiegamento delle forze di polizia.
Vi sono anche altri fatti importanti.
Il 18 febbraio il presidente Abdelmadjid Tebboune ha compiuto un gesto di pacificazione perdonando decine di prigionieri di coscienza e ha indetto elezioni anticipate per far fronte alla crisi politica. Il 19 febbraio sono stati rilasciati più di 30 prigionieri di coscienza, tra cui Khaled Drareni, corrispondente di TV5MONDE e Reporter Senza Frontiere in Algeria, condannato a due anni di carcere in appello a settembre, e che è diventato il simbolo della lotta per la libertà di stampa in Algeria. Da allora, quasi 40 prigionieri sono stati rilasciati.
Abdelmadjid Tebboune ha dichiarato “L’ Hirak ha salvato la nostra nazione (…) per questo, con la convinzione di aver colto le sue principali istanze, ho deciso di concedere la grazia presidenziale a persone condannate o in attesa di giudizio: tra i 55 e i 60 prigionieri si riuniranno alle loro famiglie nei prossimi giorni.”
TUTTO CIO’ E’ UNA VITTORIA DELL’ HIRAK, CHE DEVE CONTINUARE A VINCERE FINO A UN CAMBIO REALE, SOSTANZIALE DEL VECCHIO SISTEMA DI POTERE.
Manifestanti ad Algeri il 22 febbraio 2021