Emilio Vedova giovane.
Francesco Cecchini
Sfogliando un libro di Casa de Las Americas comprato a L’ Avana una ventina di anni fa, che raccoglie note dedicate a Ernesto Che Guevara nella sezione Messaggi assieme a messaggi di Italo Calvino, Roque Dalton, Ivan della Mea ed di altri, ne trovo uno del pittore Emilio Vedova.
Copertina del volume della Casa de Las Americas che raccoglie messaggi, poesie, ricordi, lettere e commenti dedicati a Ernesto Che Guevara.
LA LEZIONE DEL CHE.
Tredici anni fa sono stato in Brasile. Vidi la miseria degli abitanti del Nordeste, contadini abruttititi, senza nemmeno la forza di protestare, di odiare.
Le loro condizioni non sono migliorate, ma da anni, dalla rivoluzione cubana, uomini come Guevara sono a loro fianco, provocano, accendono una forza di resistenza, una coscienza rivoluzionaria, decisa contro il riformismo ipocrita, maschera di una possibile convivenza con l’ imperialismo.
Chi è stato in quelle terre è cosciente che non sono possibili le mezze vie e che azioni e uomini che visti da qui, da Europa, possono sembrare irrazionali, ma sono storie leggendarie di audacia al limite e sono l’ unica forza positiva, razionale, precisamente per un impeto estremo di totale sovversione.
In questi giorni si cita simultaneamente: America Latina, Cuba Viet Nam, Guevara! La lezione che ci arriva da lui è una coerenza totale, una estrema forza cosciente contro l’ imperialismo, ovunque.
Venezia, Ca Giustiniani, 17 ottobre 1967
Emilio Vedova nacque a Venezia il 9 agosto 1919 e sempre a Venezia morì il 5 ottobre 2006, a 87 anni. Fu un notevole pittore e incisore. Antifascista durante la Resistenza fu un partigiano, che combattè il nazifascismo.
Ospedale di Belluno, dipinto di Emilio Vedova nel 1945, aveva 26 anni,quando fu ricoverato per il suo ferimento durante un rastrellamento nazista.
Emilio Vedova prese parte alla lotta partigiana con il soprannome di Barabba. Infatti l’artista portò sempre una lunga barba che probabilmente ispirò il suo nome da combattente. Vedova dopo un breve periodo passato a Roma combattè nei pressi di Belluno dove fu ferito, ma non catturato dai nazisti. In quel periodo Vedova fu anche nascosto da una famiglia di antifascisti, la famiglia Rocco, le cui quattro figlie erano partigiane, nel Villino de Bertoldi a Borgo Piave, Belluno. Dopo la liberazione continuò un’ attività artistica di alta qualità, divenne un artista acclamato in tutto, ma non smise l’ impegno politico. Nel 1946 elaborò, con Ennio Morlotti, il manifesto “Oltre Guernica” (la città spagnola bombardata dai nazisti”) e fu tra i fondatori della “Nuova secessione artistica italiana- Fronte nuovo delle arti”. . Nell’aprile del 2006 il Presidente dell’ANPI provinciale di Venezia Gianmario Vianello gli ha consegnato la tessera ad honorem dell’associazione.
Alla sua morte il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato ai familiari il seguente messaggio: “Partecipo commosso al dolore della famiglia e al cordoglio del mondo dell’arte per la scomparsa di Emilio Vedova, maestro della pittura italiana, interprete di una ricerca artistica che, attraverso gli anni drammatici della II Guerra Mondiale e i travagli del Novecento, ha saputo intervenire nel reale ed interpretare i mutamenti con una significativa espressione personale e collettiva. Il suo originale linguaggio artistico e gestuale, ricco di tensioni ideali, lascia un segno profondo nella cultura del nostro paese”.