8 marzo, giornata internazionale delle donne


Francesco Cecchini


L 8 marzo non è semplicemente la festa della donna. La Giornata internazionale della donna, questo il suo vero nome, è nata in ambito socialista, dedicata in origine alle battaglie di cui le donne furono protagoniste allinizio del Novecento. Aveva un potente significato sociale e politico di opposizione al potere.
Si può essere in armonia con lo spirito della “Giornata internazionale della donna anche ricordando donne che si sono impegnate e hanno lottato.
Questo 8 marzo, la Cisl di Belluno e Treviso ricorderà, con uno spettacolo, due donne venete che hanno contribuito a fare la storia dell’ Italia repubblicana : Tina Anselmi e Tina Merlin. Tina Anselmi, partigiana bianca, è stata la prima ministro donna delle Repubblica nel 1976. La seconda, partigiana rossa, è stata giornalista de LUnità, sulle cui pagine denunciò coraggiosamente il prima e il dopo della tragedia del Vajont.
Lo spettacolo online sarà visibile alle 18 di venerdì 12 marzo sui canali Facebook e YouTube della Cisl Belluno Treviso e sul sito. L’ evento servirà anche a ricordare la difficile condizione dei lavoratori in tempi di pandemia.
Il link con l’ annuncio dell’ evento è il seguente:
https://www.cislbellunotreviso.it/index.php?area=4&menu=120&page=314&lingua=4&idnotizia=3318


TINA ANSELMI, LA PARTIGIANA GABRIELLA.

Tina Anselmi, partigiana, il 28 aprile 1945 partecipò alla resa dei tedeschi a Castelfranco a Villa Bolasco assieme al comandante della brigata Cesare Battisti, Gino Sartor, al parroco di Campigo e a Liliana Saporetti. Così Tina Anselmi scrisse nel suo libro Ricordi di una staffetta.: ” Era la mezzanotte passata quando uscimmo, dopo sei ore, dal Comando di Palazzo Bolasco. Ci abbracciammo felici: avevamo, con la resa, risparmiato vittime e distruzioni al nostro paese. Alle 4 del 29 aprile i Tedeschi partivano e noi entravamo a Catelfranco.”
Tina Anselmi, oltre a partigiana, è stata, giovanissima, dirigente sindacale prima nella Corrente sindacale cristiana della Cgil unita e poi, nel 1948, nella Libera Cgil da cui, due anni dopo, sarebbe nata la Cisl. Nei primi anni Cinquanta si avviò all impegno politico, nella Democrazia Cristiana. Nel 59 entrò nel Consiglio nazionale del partito. Deputata dal 1968 al 1992, dopo tre mandati da sottosegretario al ministero del Lavoro, diventò la prima donna ministro (alla Sanità) della Repubblica italiana. A lei si deve la legge del 1977 sulla parità di trattamento fra donne e uomini in materia di lavoro, così come la riforma della Sanità che sancisce la nascita del Servizio sanitario nazionale e la legge Basaglia.


TINA MERLIN, UNA VITA DA COMBATTENTE.

Tina Merlin è nata nel 1926 a Trichiana (Belluno) da una famiglia contadina povera: la madre, sposata in seconde nozze, da bambina era stata lavorante agricola in Trentino, il padre era anche egli emigrante stagionale. Ultima di sei fratelli (più altri due del primo matrimonio della madre), ha frequentato le scuole solo fino alla terza elementare, poi è dovuta andare a lavorare come servetta a Milano. Tutti i fratelli maschi sono morti, chi di pellagra, chi in incidenti nellemigrazione, chi in guerra: Remo disperso in Russia, Toni, comandante di un battaglione partigiano, caduto negli ultimi giorni di combattimenti (medaglia d’ argento al valor militare). Anche lei, a 17 anni, è stata staffetta nella stessa brigata del fratello.
Dopo la Resistenza, nel 1946 si iscrive al Pci e nel 1951 divenne corrispondente dell’ Unità, grazie ad un concorso del giornale vinto con un racconto.
Si sposò con Aldo Sirena, già comandante di due brigate partigiane. Per tutti gli anni Cinquanta si occupò dei problemi della montagna veneta, soffocata da emigrazione, sottosviluppo, disoccupazione, spopolamento.
Da giornalista mise in luce la verità sulla costruzione della diga del Vajont. Occuparsi del Vajont, scrisse, era continuare a fare quello che aveva sempre fatto anche nella Resistenza: stare dalla parte dei deboli e opporsi alle ingiustizie.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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