Foto da ips-dc.org

“L’Emergenza finirà realmente solo quando riusciremo ad isolare le cause strutturali che hanno portato a questo disastro della pandemia”. Il Domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico Giusti

I dati statistici sono spesso fuorvianti e non sempre oggettivi ma in ogni caso aiutano a comprendere la realtà se letti con attenzione e obiettività.

Se poi leggiamo il numero dei morti nel 2020 registriamo l’aumento di decessi, nel nostro paese, del 16 per cento, pari a 108 mila unità.

Trattasi dei morti da covid per lo piu’ o per cause legate alla pandemia con tanti ospedali pieni di contagiati e lo stravolgimento di tutte le attività legate alla cura e alla prevenzione. Se interi reparti sono occupati da malati di covid, se i controlli per patologie innumerevoli sono stati rinviati per mesi di chi è la colpa?

Le responsabilità sono da attribuire al sistema sanitario e alla classe politica che per anni ha tagliato fondi alla sanità pubblica chiudendo ospedali piccoli ritenuti inutili doppioni o rami secchi da recidere in nome della riduzione di spesa.

Il report sui decessi redatto dall’Istat e dall’Istituto superiore della sanità dimostra che il nostro paese ha pagato un costo elevatissimo in termini di vite umane nella lotta al virus e i tagli imposti alla sanità negli ultimi 25 anni hanno depotenziato le strutture pubbliche, ridotto i posti letto e quelli in terapia intensiva. La branca della sanità dedicata alla medicina di base e alla prevenzione è stata tra le piu’ colpite, il numero del personale sanitario è stato cosi’ ridotto dalle politiche di austerità da costringere tante aziende sanitarie a ricorrere al lavoro interinale .

Poi consideriamo il numero chiuso nell’accesso alle facoltà universitarie legate alle professioni mediche che è tra le cause della carenza di tante professionalità indispensabili per un sistema di cura pubblico funzionante e radicato sui territori. E il numero dei decessi colpisce le regioni piu’ ricche che, guarda caso, sono quelle che hanno intensificato i processi di privatizzazione della cura.

Sempre guardando ai dati si capisce come il covid sia la causa principale delle morti, basti pensare che nei primi due mesi del 2020 registravamo una piccola riduzione dei decessi rispetto agli anni precedenti.

Se guardiamo ai 10 mesi pandemici dell’anno scorso l’aumento delle morti supera il 21 per cento a conferma che dove si sono praticati maggiori tagli alla sanità pubblica il numero dei decessi è cresciuto a dismisura.

Guardiamo infine alla fascia di età dei deceduti, ebbene non solo la pandemia ha provocato una autentica strage tra gli over 80 ma nella seconda fase dei contagi ha riguardato anche le fasce piu’ giovani della popolazione e soprattutto quella tra i 60 e gli 80 anni

E infine merita una considerazione il confronto dell’Italia con gli altri paesi europei: da Marzo alla fine dell’anno 2020 l’incremento dei morti in Italia risulta inferiore solo a quello di Spagna, Belgio e Polonia, maggiore invece rispetto a Germania, Francia e Olanda. Questo solo dato dovrebbe indurre a qualche riflessione sui paesi del Mediterraneo che rappresentano ormai l’anello debole della Ue non solo in termini economici ma anche nella lotta al contagio e in materia di sanità e istruzione.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2021/3/7/53946-lemergenza-finira-realmente-solo-quando-riusciremo-ad/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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