Il 9 marzo 2015 l’allora Presidente degli Stati Uniti Barack Obama firmò un decreto con il quale dichiarò la Repubblica Bolivariana del Venezuela “una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.
Questa barbarie esecutiva è stata preceduta da una legge approvata nel dicembre 2014, approvata da entrambe le camere del Congresso USA, che è servita da base per l’aumento delle aggressioni contro il Venezuela, per conformarsi alla determinazione imperialista di portare avanti il cambiamento con la forza, il terrorismo, la violenza e le violazioni della libertà, violando la Costituzione Bolivariana e la democrazia di base che si sta costruendo nel paese caraibico. Tale oscurità giuridica, priva di argomenti e unica base per future aggressioni verso il paese dal 2013 ad oggi, è stata apertamente ripudiata da milioni di venezuelani, che si sono ispirati ai valori di democrazia, libertà e antimperialismo.
È proprio in questa circostanza che i militanti del Partito Socialista Unito del Venezuela sono tornati a ricordare che il popolo venezuelano ha affermato con oltre 10 milioni e 500mila firme la propria volontà di autodeterminazione e l’opposizione a quel decreto. oltre a chiederne l’abrogazione. Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro Moros, durante il VI Vertice delle Americhe tenutosi alla Città di Panama dal 9 al 15 aprile 2015, ne chiese l’abrogazione senza alcun seguito. Oggi questo decreto liberticida ed imperialista vige ancora e legittima il blocco economico e le sanzioni verso il Venezuela Bolivariano.
Appellandosi all’attuale Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Partito Socialista Unito del Venezuela e le istituzioni democratiche della Rivoluzione Bolivariana sono tornate ancora una volta a chiedere l’abolizione di questo decreto criminale.
“Con prove sufficienti, abbiamo dimostrato la nostra determinazione a difendere la stabilità e la pace della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ratificando la nostra ferma volontà di cercare la sconfitta totale di questo piano per la neo- colonizzazione del paese, sventolando le bandiere dell’instancabile lotta per la libertà e autodeterminazione sollevata dal nostro comandante di tutti i tempi Hugo Chavez” – riporta il comunicato del PSUV.
Gli effetti di questo decreto penale sulle aggressioni e i crimini sono le misure coercitive unilaterali che Washington applica dal 2015 alla Repubblica Bolivariana del Venezuela, denunciate anche dalla capo delegazione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, Alena Douhan, che poco tempo fa ha evidenziato gli effetti catastrofici e devastanti causati da queste misure unilaterali e dal blocco economico imposto dagli Stati Uniti contro il Venezuela. La Douhan aveva sottolineato che le misure unilaterali applicate contro il Venezuela, contro le sue istituzioni e contro i suoi beni all’estero violano i diritti internazionali. Violano inoltre i diritti del paese di rispondere ai bisogni di un popolo che subisce le conseguenze del blocco applicato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati europei, come l’accesso ai pezzi di ricambio necessari per ripristinare il funzionamento dei macchinari collegati al sistema idrico ed elettrico, con conseguenti effetti negativi sull’igiene personale, sull’alimentazione e sulla salute nel Sistema Sanitario Nazionale gratuito per tutta la popolazione.
Solo l’abolizione di questo decreto potrà impedire la legittimazione di una nuova aggressione imperiale nel paese caraibico.