Gli Stati Federati di Micronesia costituiscono un arcipelago situato nell’Oceano Pacifico e rappresentano uno dei Paesi più piccoli al mondo, con una popolazione di circa 105.000 persone distribuite su 702 kmq. Indipendente dal 1979, la Micronesia ha stipulato nel 1986 un accordo bilaterale con gli Stati Uniti, denominato Compact of Free Association (COFA), che lega strettamente il governo di Palikir a Washington.
Il 2 marzo, i cittadini della Micronesia sono stati chiamati alle urne per le elezioni legislative, con l’obiettivo di rinnovare dieci dei quattordici seggi che compongono il Congresso della Micronesia. I restanti quattro seggi, infatti, rappresentano i senatori, ognuno dei quali rappresenta uno Stato federato (Yap, Chuuk, Pohnpei e Kosrae) che vengono eletti una volta ogni cinque anni. I dieci seggi sono invece distribuiti in base al peso demografico di ciascuno Stato: cinque per Chuuk, tre per Pohnpei, due per Kosrae ed uno per Yap.
Tutti i dieci seggi in palio, assegnati con il metodo anglosassone del first-past-the-post, hanno visto la riconferma dei parlamentari uscenti. In quattro circoscrizioni, non hanno neppure dovuto affrontare un’opposizione. Visto che in Micronesia non vi sono partiti politici, tutti i candidati si sono presentati come indipendenti.
Dopo essere stato a lungo uno dei pochi Paesi al mondo risparmiato dall’epidemia da Covid-19, la Micronesia ha registrato il suo primo – e fino ad ora unico – caso positivo lo scorso 13 gennaio. Nei pressi dell’arcipelago è stato registrato anche un terremoto in data 26 febbraio: il sisma di magnitudo 5.1, con epicentro nei pressi di Colonia, capitale dello Stato di Yap, non ha fortunatamente causato danni.
Gli Stati Federati di Micronesia sono recentemente saliti alla ribalta delle cronache continentali soprattutto per la decisione annunciata di voler abbandonare il Forum delle isole del Pacifico. Il processo, della durata di un anno, dovrebbe concludersi il 14 febbraio 2022. La decisione è stata presa in seguito ad alcune polemiche riguardanti l’elezione del nuovo segretario generale del Forum, in quanto l’Australia e la Nuova Zelanda, i due Paesi di maggior peso nella regione, hanno deciso di mettere i bastoni fra le ruote al candidato delle Isole Marshall, Gerald Zackios, sostenuto anche dalla Micronesia. Secondo molti Paesi, la mossa dell’Australia e della Nuova Zelanda sarebbe contraria al principio di rotazione della massima carica del Forum, ed ha propiziato l’elezione di Henry Puna, ex primo ministro delle Isole Cook (arcipelago autonomo ma che appartiene alla Nuova Zelanda).
Oltre agli Stati Federati di Micronesia, anche Kiribati, Palau, Nauru e le stesse Isole Marshall (che insieme costituiscono la macroregione della Micronesia) hanno minacciato l’abbandono del Forum in segno di protesta, il che segnerebbe la morte di fatto dell’organizzazione multilaterale, attualmente composta da 16 Paesi.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog