Le elezioni legislative del 6 marzo si sono svolte in un momento per nulla facile per la Costa d’Avorio, reduce dalle violenze che hanno caratterizzato le elezioni presidenziali dello scorso ottobre, conclusesi con la conferma di Alassane Ouattara alla guida del Paese africano. Il 10 marzo, inoltre, gli ivoriani sono stati scossi dalla notizia della morte del primo ministro Hamed Bakayoko, vittima di un tumore, del Covid-19 e di un’altra serie di complicazioni, che lo avevano portato ad un ricovero in Germania. In carica dal maggio 2020, Bakayoko aveva a sua volta preso il posto di Amadou Gon Coulibaly, morto per problemi cardiaci.
Secondo i risultati parziali pubblicati fino ad ora, il Rassemblement des houphouëtistes pour la democratie et la paix (RHDP), il partito del presidente Ouattara, ha ottenuto 137 seggi sui 255 che costituiscono l’Assemblea Nazionale, l’unica delle due camere che viene eletta con suffragio diretto.
Tra le forze di opposizione, la lista comune tra Parti démocratique de Côte d’Ivoire-Rassemblement démocratique africain (PDCI-RDA) e i sostenitori dell’ex presidente Laurent Gbagbo, riuniti nell’Ensemble pour la démocratie et la souveraineté (EDS), ha ottenuto 50 seggi, ai quali vanno aggiunti i 23 ottenuti dalla lista del PDCI-RDA e gli otto dell’EDS. Entrano in parlamento anche due rappresentanti del Front populaire ivoirien (FDI), un partito di ispirazione socialdemocratica guidato dall’ex primo ministro Pascal Affi N’Guessan, unica forza di sinistra presente nel parlamento ivoriano mentre sono ventisei gli eletti indipendenti.
Per completare il quadro dell’Assemblea Nazionale bisognerà aspettare il mese di aprile, quando verrà assegnato il seggio del collegio elettorale di Tortiya, le cui elezioni sono state sospese a causa della morte di un candidato.
Con i 137 seggi conquistati, Alassane Ouattara si garantisce dunque una solida maggioranza nella camera bassa, ma la perdita di trenta deputati rispetto alla precedente legislatura costituisce comunque un calo importante. IL RHDP perde infatti la maggioranza qualificata dei due terzi, necessaria per apportare le riforme costituzionali.
Intanto, in seguito alla morte di Bakayoko, che ricopriva anche l’incarico di ministro della Difesa, il presidente Ouattara ha nominato Patrick Achi nel ruolo di primo ministro ad interim. Achi ha ricoperto ruoli ministeriali sin dal 2010. Téné Birahima Ouattara, ministro degli affari presidenziali e fratello minore del presidente, è invece stato nominato ministro della difesa ad interim. Da notare che, nonostante fosse gravemente malato, Bakayoko era riuscito a conservare il suo seggio parlamentare nel collegio elettorale di Séguéla.
Secondo molti osservatori, le morti in successione di Coulibaly e Bakayoko hanno rappresentato due gravi colpi per il presidente Ouattara. Coulibaly era stato designato candidato del partito di governo alle presidenziali dello scorso ottobre, ma, in seguito alla sua morte improvvisa, Ouattara aveva deciso di candidarsi in prima persona per un terzo mandato consecutivo, scatenando le proteste dell’opposizione. Ora, in molti vedevano il 56enne “HamBak” come possibile successore del capo di Stato. Costui aveva infatti maturato una lunga esperienza politica, ricoprendo ruoli di primo piano sia nel corso della presidenza Gbagbo che sotto Ouattara.
Infine, la Costa d’Avorio resta uno dei Paesi con la minor rappresentanza femminile negli organi politici, nonostante poco più di un anno fa il Paese abbia varato una legge per aumentare la rappresentanza delle donne. Secondo i dati della Banca Mondiale, solamente l’11% dei parlamentari ivoriani sono donne, un dato distante dal 43% del Senegal, ma inferiore anche alle modeste percentuali di Togo (19%) e Ghana (13%). Quest’anno, secondo i dati delle Nazioni Unite, solo il 14,62% dei candidati parlamentari erano donne: in particolare, nessun partito ha rispettato la quota del 30% di donne candidate prevista dalla legge 870 del 14 ottobre 2019.
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