Si potrà anche essere in disaccordo su alcune posizioni, però è solo da ammirare l’onestà intellettuale e senza pregiudizi di giornalisti come il compianto Robert Fisk ed ora Patrick Cockburn del quotidiano inglese The Independent.
Le sanzioni statunitensi e occidentali contro la Siria, incluso il cosiddetto (Caesar Act), rivelano inequivocabilmente l’ipocrisia dell’Occidente e colpendo i siriani, presi di mira direttamente che soffrono per la mancanza di beni essenziali e aumentando la loro sofferenza.
Cockburn lo ha scritto in un articolo pubblicato sul quotidiano britannico The Independent, “Grandi dosi di ipocrisia accompagnano costantemente le presunte espressioni di ansia e paura dell’Occidente per l’interesse dei siriani, ma anche con questi bassi standard, l’apparente ipocrisia è finalizzato al raggiungimento degli interessi personali, ed emerge chiaramente nelle nuove sanzioni statunitensi contro la Siria chiamate (Caesar Act) che sono le più dure sanzioni al mondo e strizzano le vite di milioni di siriani.
Cockburn ha spiegato che gli Stati Uniti affermano che le loro misure coercitive e sanzioni “mirano a proteggere i civili in Siria”, ma in realtà stanno distruggendo la Siria, e nonostante i tentativi di Washington e dell’Occidente di nascondere l’obiettivo principale di queste sanzioni attraverso una falsa copertura umanitaria, sono, infatti, una misura per imporre punizioni collettive che spinge i siriani nella povertà.
Cockburn ha sottolineato che la crisi derivante dalla guerra terroristica alla Siria e il blocco economico ad essa imposto è notevolmente peggiorata da quando Washington ha imposto le sue nuove misure coercitive nel quadro del cosiddetto (Caesar Act), aumentando la sofferenza dei siriani e dei loro bambini e costringendoli a garantire i loro mezzi di sostentamento e bisogni di base, compresi cibo e medicine.
Il reporter inglese ha ricordato la disinformazione dei media occidentali sulle implicazioni del blocco economico sulla Siria e la sua intenzionale e chiara cecità ai risultati delle misure coercitive americane, in particolare le sanzioni ai sensi del cosiddetto (Caesar Act) che sono state imposte in coincidenza con l’arrivo di la pandemia in Siria, indicando che gli Stati Uniti ed i loro alleati sono soddisfatti della continua e cupa situazione attuale in Siria.
Cockburn ha lamentato che la continuazione delle misure coercitive americane e occidentali contro la Siria e la prosecuzione del blocco imposto nell’ambito del cosiddetto (Caesar Act) significa che la sofferenza di milioni di siriani aumenterà ancora di più.
I funzionari americani riconoscono che le difficoltà che i siriani soffrono nel loro sostentamento a causa delle difficoltà di garantire i beni di prima necessità della loro vita quotidiana, come petrolio, gas, cibo e forniture sanitarie, e le code che attirano gli obiettivi di fotografi ordinari e professionisti, sono il risultato delle sanzioni di Washington e delle misure economiche ingiuste contro il popolo siriano, che costituiscono una flagrante violazione di tutte le leggi internazionali e umanitarie.
Tra questi funzionari, ad esempio, e non esclusivamente, c’è l’ex inviato americano in Siria James Jeffrey, che si è vantato lo scorso giugno della distruzione dell’economia siriana, e l’ex ambasciatore di Washington in Siria, Robert Ford, che ha confermato alla fine dello scorso anno che l’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump ha imposto sanzioni contro la Siria, compreso il cosiddetto Caesar Act per aumentare il peso delle pressioni economiche sullo stato siriano e mostrare queste pressioni come una chiara indicazione del successo americano in Siria.