36 ore fa il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ha chiesto al governo boliviano di far uscire di prigione la ex presidente golpista autoproclamata della Bolivia, Jeanine Áñez, arrestata il 13 marzo per “sedizione”, “terrorismo” e “cospirazione” relative al colpo di Stato del 2019.Le parole usate dal funzionario sono le stesse di altri scenari mondiali quando a finire dietro le sbarre sono personaggi sostenuti, pagati, o istruiti da Washington.”Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per i crescenti segnali di comportamento antidemocratico e di politicizzazione del sistema giudiziario in Bolivia, a seguito del recente arresto e della detenzione preventiva di ex funzionari del governo transitorio. Chiediamo al governo boliviano di mostrare il suo sostegno alla pace, alla democrazia e alla riconciliazione nazionale, rilasciando gli ex funzionari detenuti finché non sarà terminata un’indagine indipendente e trasparente.Le suddette detenzioni sono basate su accuse infondate, con apparenti violazioni del giusto processo nella loro esecuzione e per la natura profondamente politicizzata del lavoro di supervisione del governo boliviano”. Non si è fatta attendere la risposta ufficiale del governo socialista Boliviano attraverso un comunicato:”In risposta alle recenti dichiarazioni del Segretario di Stato, Antony J. Blinken, pubblicate attraverso un comunicato stampa del 27 marzo 2021, in cui esprime preoccupazione per presunti “segni di comportamento antidemocratico e politicizzazione del sistema legale in Bolivia alla luce del recente arresto e incarcerazione preventiva di ex funzionari del governo ad interim”, il Ministero degli Affari Esteri dello Stato Plurinazionale della Bolivia, a sua volta, esprime la sua preoccupazione poiché questo tipo di dichiarazioni sono uno sfortunato esempio di ingerenza negli affari interni, non contribuiscono a sviluppare un rapporto di rispetto reciproco tra i nostri Stati, non risponde a informazioni oggettive ed è un attentato proprio al quadro istituzionale che vorrebbero difendere. Inoltre è noto alla comunità internazionale che dopo la rottura dell’ordine costituzionale avvenuta nel novembre 2019, con le elezioni generali tenutesi il 18 ottobre 2020, lo Stato plurinazionale della Bolivia ha recuperato la democrazia a partire dall’assunzione sotto comando del presidente Luis Arce Catacora, l’8 novembre 2020, ripristinando la piena validità dei diritti e delle garanzie costituzionali e di quelli relativi ai diritti umani. Analogamente, il Ministero degli Affari Esteri indica che questo tipo di dichiarazioni viola il principio di non ingerenza, previsto nell’articolo 1, comma 2, dell’Accordo Quadro per le Relazioni Bilaterali di Mutuo Rispetto e Collaborazione firmato tra gli Stati Uniti d’America e lo Stato Plurinazionale della Bolivia, il 7 novembre 2011, che prevede espressamente che entrambi gli Stati hanno “il dovere di astenersi dall’intervenire negli affari interni dell’altro Stato”. Pertanto, vi invitiamo a rispettare gli obblighi assunti. Infine, il Ministero degli Affari Esteri, nell’ambito della cultura del dialogo che caratterizza il popolo boliviano, ribadisce la volontà di mantenere e rafforzare i suoi rapporti amichevoli con l’intera comunità internazionale, basati sul rispetto della sua sovranità e autodeterminazione.La Paz, 27 marzo 2021Nel link il tweet ed il comunicato ufficiale boliviano
https://twitter.com/MRE…/status/1375954086089089024…
Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana