Per i soliti spacciatori di fake news di marca liberale a Cuba finisce il «dominio dei Castro» e altre stupidaggini simili. In realtà a Cuba assistiamo al pieno funzionamento della democrazia socialista che vige sull’isola. Solo che gli ipocriti liberali non possono dirlo altrimenti crollerebbe tutto l’impianto di fake news su cui basano la loro narrazione come la democrazia liberale unico sistema realmente democratico.
Il leader cubano Raul Castro ha portato a termine il suo mandato ma ha affermato: «Continuerò a servire combattente rivoluzionario, disposto a dare il mio modesto contributo fino alla fine della vita», e aggiunto: «Nessuno può dubitarne, che finché vivrò, sarò pronto, per difendere la Patria, la Rivoluzione e il socialismo».
Le parole di Raul Castro sono state pronunciate, in un momento storico ed emozionante, al termine della lettura del Rapporto all’8° Congresso del Partito Comunista di Cuba, dove il leader rivoluzionario cubano ha passato in rassegna quanto fatto negli ultimi cinque anni, e ciascuna delle questioni strategiche per il Paese.
Modello economico
Nel suo rapporto al Congresso Raul Castro ha anche discusso delle necessarie misure di aggiornamento del modello socialista cubano, che bisogna ricordarlo sempre, da oltre sessant’anni è costretto a fronteggiare le brutali misure di blocco degli Stati Uniti.
«Il modello economico e sociale di sviluppo socialista ci impone di avere capacità sufficienti per regolare il mercato, con la massima armonia possibile, attraverso l’uso di metodi indiretti, sempre meno amministrativi. È necessario garantire che le richieste insoddisfatte della nostra popolazione costituiscano un incentivo per i produttori nazionali, basato sull’uso efficiente e razionale delle risorse materiali e finanziarie.
Questi gli scopi perseguiti dalla Strategia Economico-Sociale per rilanciare l’economia e affrontare la crisi globale provocata dal COVID-19, approvata dai massimi livelli del Partito e del Governo.
Non è inutile ribadire che le decisioni dell’economia in nessun caso possono generare una rottura con gli ideali di giustizia e uguaglianza della Rivoluzione e tanto meno indebolire l’unità del popolo attorno al suo Partito, che difenderà per sempre il principio che a Cuba, l’applicazione di terapie d’urto contro le fasce più povere della popolazione non sarà mai consentita, e quindi nessuno rimarrà impotente.
Nonostante le aggravate tensioni in cui versa l’economia nazionale, è propizia l’occasione per ringraziare buona parte dei nostri creditori per la disponibilità a ristrutturare i debiti scaduti e nel contempo assicurare loro la disponibilità a riprendere nella misura in cui gli impegni finanziari internazionali in cui iniziamo la ripresa dell’economia. Allo stesso modo, viene ratificata la decisione di garantire depositi bancari in valuta liberamente convertibile e in pesos cubani, nonché denaro nelle mani della popolazione e delle persone giuridiche straniere e nazionali.
La situazione estrema di mancanza di liquidità ci ha costretti a reintrodurre le vendite in valuta liberamente convertibile in una parte del commercio al dettaglio e successivamente in quello all’ingrosso.
Questa necessaria misura aveva lo scopo iniziale di garantire la presenza nel mercato interno di una serie di assortimenti che negli ultimi cinque anni sono andati scomparendo dalle forniture statali, lasciando spazio ad attività illegali di acquisto all’estero e rivendita di quegli articoli alle stelle.
Già sotto gli effetti del COVID-19, le vendite in valuta liberamente convertibile sono state estese ad altri prodotti, compreso il cibo, con l’obiettivo di incoraggiare le rimesse che i cittadini cubani all’estero fanno ai loro parenti nel territorio nazionale. Insieme a questo, il Governo ha assicurato l’assegnazione di un volume apprezzabile di valuta estera per garantire la sostenibilità dell’offerta in pesos cubani di un piccolo gruppo di prodotti alimentari di base, igiene e igiene personale e si sta adoperando per ristabilire la presenza di fornitori nazionali in questo mercato».
Per questi motivi la «Tarea Ordenamiento (ordinamento monetario) deve continuare il suo processo di attuazione in conformità con il programma approvato fino alla sua piena applicazione e, cosa più importante, il consolidamento dei suoi postulati e l’ottenimento dei risultati economici e produttivi che contribuiranno alla costruzione di un socialismo prospero e sostenibile a Cuba.
Il contenuto dell’articolo 5 della Costituzione della Repubblica, la cui intera formulazione è opera personale del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, è stato mantenuto in quello attuale, con lo stesso numero e contenuto di quello promulgato nel 1976, consacra il Partito Comunista di Cuba. Come forza trainante superiore della società e dello Stato, che organizza e guida gli sforzi comuni verso la costruzione del socialismo».
Bloqueo e guerra economica
Da oltre sessant’anni Cuba è vessata da un brutale, illegale e criminale blocco economico degli Stati Uniti che vorrebbero strangolare Cuba riducendola alla fame. Tuttavia l’isola resiste e avanza. A tal proposito il leader cubano ha affermato: «Questo blocco, che il nostro popolo ha affrontato per più di 60 anni con impegno, sacrificio e creatività, sarebbe stato in grado di devastare l’economia e la stabilità sociale di qualsiasi Paese, anche di quelli più ricchi e potenti di Cuba. È la guerra economica più completa, disuguale e prolungata mai scatenata contro qualsiasi nazione.
Solo nelle condizioni del sistema socialista, basato sulla giustizia sociale, l’unità del popolo intorno al partito e lo sforzo comune e unito per difendere il paese, una nazione sottosviluppata e relativamente piccola come la nostra, con scarse ricchezze naturali, può evitare il collasso e persino avanzare nel suo sviluppo.
La politica contro Cuba scatenata dal precedente governo degli Stati Uniti è stata rafforzata proprio nelle dure condizioni della pandemia COVID-19. La natura spietata dell’imperialismo è stata smascherata.
A volte i dati oggettivi sui danni che gli Stati Uniti hanno arrecato all’economia cubana e l’impatto oggettivo delle oltre 240 misure coercitive adottate dal 2017 non sono sufficientemente compresi o non valutati in dettaglio. Dovrebbe essere chiaro che non si tratta di azioni semplici per aumentare il blocco, ma metodi piuttosto nuovi, alcuni senza precedenti, che hanno portato l’entità della guerra economica a un passo qualitativamente più aggressivo, che si riflette nelle carenze materiali che accompagnano la vita quotidiana di ogni cubano.
A ciò si aggiunge la spudorata campagna finanziata da Washington per promuovere la menzogna che il blocco non è reale, che non danneggia veramente l’economia cubana, che non è un problema significativo per il nostro sviluppo e la nostra stabilità economica. È una falsità che si diffonde attraverso i potenti mezzi di informazione al servizio dell’imperialismo e le reti digitali progettate per influenzare il pensiero di molti, anche alcuni dei nostri connazionali.
Tra le prime azioni per rafforzare l’assedio economico contro Cuba c’è stata quella di designare nel novembre 2017 un elenco di entità commerciali cubane che sarebbero state soggette a restrizioni aggiuntive rispetto a quelle già subite dal blocco. Questo elenco, più volte aggiornato, comprende oggi 231 unità, molte delle quali con responsabilità della rete commerciale del Paese, del sistema di fornitura per i bisogni più importanti dell’economia e della popolazione, di tutte le strutture alberghiere del Paese. E del settore finanziario vario. istituzioni.
Il governo degli Stati Uniti giustifica questa azione con il pretesto di limitare l’attività delle società appartenenti al settore della difesa e sicurezza, che accusa di sostenere la repressione dei diritti umani a Cuba e l’intervento cubano in Venezuela.
La nostra gente sa bene che questa persecuzione illegittima è diretta contro entità di successo la cui funzione sociale è totalmente economica e commerciale, come accade in ogni parte del mondo, e che assicurano un contributo significativo all’economia nazionale.
Sa inoltre con chiara certezza e per esperienza storica che l’obiettivo di questo provvedimento è estendere l’assedio economico per sabotare il sistema imprenditoriale, ostacolare il processo di aggiornamento dell’economia, spezzare la gestione dello Stato e imporre l’informalità, l’atomizzazione dell’attività economica e il caos con l’obiettivo dichiarato di strangolare il Paese e provocare una rivolta sociale».