Come ampiamente annunciato, nella giornata di lunedì 19 aprile, il Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba ha eletto il presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez come primo segretario, carica precedentemente occupata da Raúl Castro Ruz. L’VIII Congresso del PCC, le cui sessioni erano iniziate venerdì scorso, si è dunque concluso lunedì con la presentazione della nuova leadership del Partito, composta appunto dal nuovo Comitato Centrale dal primo segretario.
La data della fine del Congresso non è stata scelta casualmente, ma coincide con la celebrazione del 60° anniversario della storica vittoria militare a Playa Girón, nota ai più come Baia dei Porci, dove le forze rivoluzionarie cubane sconfissero in meno di 72 ore di combattimento una brigata mercenaria sostenuta da Washington, che sperava di rovesciare il governo di Fidel Castro.
Nella sua prima riunione plenaria, il nuovo Comitato Centrale, eletto il giorno prima dai delegati all’VIII Congresso del PCC, ha eletto anche i membri dell’Ufficio Politico e della Segreteria del Partito. Raúl Castro ha indicato che con Díaz-Canel culminerà il trasferimento dei compiti principali del governo alle generazioni nate dopo il trionfo della Rivoluzione nel 1959. L’Ufficio politico, in particolare, sarà composto da quattordici membri sotto la guida dello stesso Díaz-Canel. Tra i suoi componenti troviamo: il presidente dell’Assemblea nazionale del potere popolare e del Consiglio di Stato, Esteban Lazo Hernández; il vice presidente della Repubblica, Salvador Valdés Mesa; il primo ministro, Manuel Marrero Cruz; il vice primo ministro, Roberto Morales Ojeda; il ministro dell’Interno, maggiore generale Luis Alberto Álvarez Casas; il ministro delle Forze Armate Rivoluzionarie, Álvaro López Miera; il Ministro degli Affari Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla.
Miguel Díaz-Canel ha tenuto il discorso conclusivo dell’VIII Congresso, nel quale ha descritto i risultati storici ottenuti in quest’occasione dal PCC. “Questa storia può essere riassunta in due parole: popolo e unità”, ha detto il leader cubano. “Oggi diciamo ‘Somos Cuba’, ‘Viva Cuba’, e ci sembra semplice, ma quanto è stato difficile raggiungere la piena sovranità nel mezzo dell’assedio economico!”.
Il presidente cubano, nel valutare il mandato di Raúl Castro Ruz, ha sottolineato che “il generale dell’esercito sarà sempre presente, combattendo con energia, contribuendo con idee e scopi alla causa rivoluzionaria attraverso i suoi consigli, la sua guida e la sua prontezza di fronte a qualsiasi errore o mancanza”.
“Raúl è riuscito a rinegoziare un enorme debito, difendendo con onestà e rispetto la sua parola e il principio che la nazione onorerà i suoi impegni nei confronti dei creditori!“, ha aggiunto ancora Díaz-Canel. “Con pazienza e intelligenza, Raúl ha ottenuto la liberazione dei nostri Cinque Eroi, mantenendo così la promessa che sarebbero tornati. Promuoveva anche i rapporti con l’estero con il suo stile. Con fermezza, dignità e coraggio, ha diretto personalmente il processo di colloqui che si è concluso con il ripristino delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti”.
Riferendosi al blocco economico e politico imposto illegalmente dagli Stati Uniti a Cuba, il presidente ha giustamente ricordato che si tratta della più lunga violazione dei diritti umani di un popolo nella storia, e che questo costituisce, per i suoi effetti, un crimine contro l’umanità. “Nessuno con un minimo di onestà e conoscenza economica può ignorare che questa barriera costituisce il principale ostacolo allo sviluppo del nostro Paese e al progresso verso la prosperità e il benessere“, ha affermato a tal proposito.
Il nuovo primo segretario ha infine ricordato a tutti i quadri politici che questi “devono distinguersi per la loro dedizione ai compiti, la loro voglia di eccellere, la loro modestia e sufficiente sensibilità per mettersi nei panni degli altri; anteponendo il noi all’io. Essi hanno la responsabilità di dialogare sinceramente, dal cuore”.
Numerosi sono stati i messaggi di congratulazioni ricevuti da Díaz-Canel da parte di altri leader latinoamericani e mondiali. “Ci congratuliamo con il Partito Comunista di Cuba e con il nostro fratello Presidente Díaz-Canel, per la sua nomina a Primo Segretario del Comitato Centrale“, ha detto il capo di Stato venezuelano, Nicolás Maduro, in un messaggio pubblicato sul suo account Twitter. “Díaz-Canel fa parte della generazione forgiata nei valori rivoluzionari e profondamente antimperialisti. Un abbraccio!”, ha concluso il presidente Maduro.
Il presidente boliviano Luis Arce ha inviato “un saluto rivoluzionario al fratello Díaz-Canel, presidente di Cuba, eletto primo segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista del suo Paese“. “In questa data storica si celebra anche il 60° anniversario della vittoria di Playa Girón“, ha ricordato Arce, che ha anche reso omaggio a Raúl Castro, sottolineando che che “sarà sempre un combattente rivoluzionario. Grazie per la vostra lotta, a favore della dignità e della sovranità della Patria Grande!”.
Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha affermato che il presidente cubano “ha fornito una sicura garanzia per la rivoluzione cubana di avanzare vigorosamente lungo la strada dell’indipendenza, della giustizia e del socialismo, fedele all’idea e all’intenzione dei leader precedenti, e per il popolo cubano di fare un progresso costante e dinamico verso il futuro del socialismo, pieno di fiducia e ottimismo”. Kim Jong Un ha anche onorato Raúl Castro, affermando che “il popolo cubano ha avanzato strenuamente sulla strada del socialismo, salvaguardando la sovranità e la dignità del proprio Paese sotto la corretta guida del PCC condotto dal rispettato Raúl Castro Ruz di fronte alle prove e alle tempeste della storia”. Infine, ha sottolineato che le relazioni tra “i due Partiti e i due Paesi, stabilite sulla base di profonde relazioni amichevoli e di cameratismo tra Kim Il Sung e Fidel Castro Ruz, i grandi leader dei popoli dei due Paesi, sono diventate più forti e più strette nel corso del tempo”.
Messaggi di congratulazioni sono arrivati, tra gli altri, anche dal presidente cinese Xi Jinping e da quello russo Vladimir Putin.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog