Ieri in Inghilterra centinaia di corrieri sono scesi in sciopero e hanno manifestato contro l’azienda di food delivery con sede a Londra.
La mobilitazione è avvenuta in una giornata particolare, e cioè quella in cui la società inglese si è quotata senza restrizioni nella borsa di Londra, dopo un debutto, il 31 marzo scorso, che gli analisti finanziari avevano definito fallimentare (il titolo aveva chiuso con un -26% a 2,87 sterline). A pesare sul risultato sono state anche le lotte dei gig-workers, che non trasmettono tranquillità agli investitori.
Secondo l’Independent Workers’ Union of Great Britain (IWGB), il sindacato che ha organizzato lo sciopero, ieri più di 200 corrieri di Deliveroo hanno manifestato in sella alle loro biciclette o ai loro scooter per le strade di Londra, riunendosi sotto il quartier generale dell’azienda e facendo sentire la loro rabbia ai dirigenti. La protesta ha interessato anche il resto dell’Inghilterra, con mobilitazioni, più contenute, nelle città di Reading, Sheffield, Wolverhampton e York, coinvolgendo in totale circa 400 lavoratori.
I rider affermano che Deliveroo ha sfruttato la crisi causata dalla pandemia, quando in seguito al blocco delle attività e al lockdown masse di persone hanno perso il loro posto di lavoro. L’azienda ne ha approfittato per iscrivere migliaia di nuovi corrieri alla sua app e abbassare i guadagni di coloro che già lavoravano per la società. Niente di nuovo: a metà del XIX secolo, Karl Marx notava che in un periodo di crisi economica l’esercito dei disoccupati che preme per trovare lavoro porta all’abbassamento del costo medio del lavoro.
Alle rivendicazioni dei corrieri, che vanno dall’aumento del salario, al miglioramento delle condizioni di lavoro (durante il lockdown molti corrieri hanno contratto il Covid), fino alla garanzia di essere pagati in caso di malattia, Deliveroo ha risposto che coloro che si occupano delle consegne sono lavoratori autonomi, e pertanto non hanno diritto a ferie, indennità di malattia e al salario minimo legale. Deliveroo paga i suoi corrieri 2 sterline (2,32 euro) all’ora, mentre il salario minimo nazionale è di 6,56 sterline.
Contrastanti i pareri della politica sullo sciopero. Alcuni esponenti si sono schierati a favore dei “diritti” dei rider, altri invece hanno condiviso le ragioni della compagnia di food delivery. Tra questi il Cancelliere dello Scacchiere (il ministro delle Finanze) Rishi Sunak, che ha definito Deliveroo “una vera storia di successo tecnologico britannico”.
Una storia di schiavismo 2.0, aggiungiamo noi, al pari delle altre piattaforme di consegna cibo a domicilio, a cui è sempre più urgente contrappore una lotta altrettanto dirompente, ovvero senza regole e preavviso.
Solidarity with #DeliverooStrike!