Mediterraneo. Alla Conferenza di Lisbona si ripete il solito copione. Vertice Lamorgese Draghi e Di Maio
Non c’è ancora alcun impegno dell’Europa per la ricollocazione dei migranti sbarcati negli ultimi giorni a Lampedusa, dove il mare agitato ieri ha frenato nuovi arrivi. Alcuni paesi membri, come l’Austria, starebbero facendo resistenza: così a Bruxelles si registra un nulla di fatto. Questo nonostante la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, abbia chiesto ai paesi di mostrare solidarietà all’Italia e alle persone arrivate nel weekend. «Fino ad ora non abbiamo ricevuto nessun impegno specifico ma i nostri contatti con i paesi membri stanno andando avanti, così come i contatti diretti con le autorità italiane», riferisce il portavoce della Commissione, Adalbert Jahnz.
Prima del Cdm, in mattina il premier Draghi ha affrontato il dossier migranti con i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese, il titolare della Farnesina Luigi di Maio e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini per fare il punto anche in vista della bella stagione che favorirà le partenze dei barconi dal nordafrica: si calcola che nelle aree costiere tra Tripoli e il confine tunisino ci siano tra 50mila e 70mila profughi pronti a partire.
Dal Viminale, in video collegamento con la Conferenza sulla gestione dei flussi migratori di Lisbona organizzata dalla presidenza portoghese del Consiglio dell’Unione, il ministro Lamorgese ha sostenuto che è necessario «realizzare interventi strutturali nel sistema di gestione del fenomeno all’interno dell’Ue, con l’attivazione di concreti e solidi meccanismi di solidarietà, anche d’emergenza, sul modello di quelli previsti a Malta nel 2019, nonché attuare una strategia condivisa per la lotta ai trafficanti di esseri umani e il contrasto alla tratta e alla immigrazione illegale». Parallelamente, ha aggiunto, c’è «l’esigenza di sviluppare un dialogo costruttivo con i partner africani».
Il tema è stato messo sul tavolo anche dal sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola al Consigli affari generali. «L’auspicio – ha spiegato – è che, mentre si continua a negoziare il nuovo patto sulle migrazioni e l’asilo, si dia una risposta urgente agli sbarchi in corso, nel segno della solidarietà europea. La frontiera marittima italiana è una frontiera europea».
Ma se la strategia su cui punta Bruxelles è quella di evitare che migliaia e migliaia di persone partano piuttosto che organizzare una missione di salvataggio in mare, come riferisce la commissaria Johansson, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli invoca una «forte iniziativa dell’Ue per salvare vite umane in mare e proteggere le persone bisognose».
Intanto a Lampedusa si tenta di alleggerire le presenze nell’hotspot: 260 migranti sarebbero dovuti essere trasferiti con il pattugliatore «Asso30» sulla nave quarantena «Azzurra» ma il maltempo ha bloccato le operazioni. Altri 80 sono stati invece trasferiti col traghetto di linea «Cossydra» a Porto Empedocle. Nell’hotspot restano in 1.408 e oggi, se il traghetto Sansovino riuscirà ad attraccare, altri 200 migranti lasceranno l’isola.
Le 200 persone che avevano trascorso la notte sotto un tendone allestito nel molo Favarolo sono state trasferite nell’hotspot, che ha toccato una punta massimo di 1.800 ospiti rispetto a una capienza massima di 250 posti. Il comandante del rimorchiatore Asso30 ha riferito al giornale RadioRai di avere recuperato 17 migranti, su indicazione della guardia costiera libica, che si erano arrampicati su un’installazione petrolifera aiutandosi con una sorta di cordone creato legando i jeans che si erano tolti per mettersi in salvo. Dalla nave quarantena «Allegra» sono sbarcati a Porto Empedocle altri 249 migranti che hanno concluso la sorveglianza sanitaria anti-Covid. Di questi, 44 – su ordine del questore di Agrigento – dovranno lasciare l’Italia nel giro di pochi giorni, mentre gli altri sono stati distribuiti nei centri d’accoglienza dell’isola.