I ricchi sono sempre più ricchi, mentre i disoccupati ed i poveri aumentano di numero
Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro quest’anno nel mondo oltre 220 milioni di persone reteranno disoccupate. Un miglioramento dovrebbe registrarsi nel 2022, ma rimarranno comunque al di sopra dei 117 milioni registrati nel 2019, prima cioè dello scoppio della pandemia dovuta al Covid-19.
Il tasso di disoccupazione globale dal 6,3% scenderà il prossimo anno al 5,7%, rimanendo quindi superiore al 5,4% del periodo pre-Coronavirus.
Secondo gli economisti dell’Ilo la crescita dell’occupazione non riuscirà ‘a compensare le perdite fino ad almeno il 2023’. Inoltre, occorre aggiungere la riduzione imposta dell’orario di lavoro. Quelle perse ammonterebbero a circa 144 milioni di posti a tempo pieno.
Tra le tante caratteristiche tipiche del sistema capitalistico ce n’è una che non si smentisce mai. A pagare le conseguenze delle congiunture economiche recessive sono soprattutto i ceti meno abbienti. Le indagini statistiche pubblicate negli ultimi mesi confermano questa peculiarità. L’epidemia dovuta al Covid-19 non solo sta mietendo più vittime nei paesi del terzo mondo, ma sta accentuando le ingiustizie.
I ricchi sono sempre più ricchi, mentre i disoccupati ed i poveri aumentano di numero. E non importa se la crisi è finanziaria o pandemica e se a causarla non sono i lavoratori, la conseguenza sociale che essa determina è sempre la stessa: un incremento delle disuguaglianze.
L’ineluttabilità dei privilegi non è scontata, è frutto di una volontà politica che può essere capovolta in qualunque momento. Certo è difficile ed è complicato, ma è sempre possibile, basta volerlo.
Fonte ilo.org