Zafar Khan, Presidente dell’ Ufficio Diplomatico del Jammu Kashmir Liberation Front-JKLF


Traduzione di Francesco Cecchini


Dichiarazione del 14 giugno del JKLF sull’ occupazione militare indiana e sulla minaccia di un’ ulteriore disintegrazione del Jammu Kashmir. Nella dichiarazione sull’ attuale turbinio di attività militari e politiche nel Jammu Kashmir occupato dall’India, l’Ufficio diplomatico del JKLF ha condannato fermamente le sinistre macchinazioni dell’ India volte a disintegrare ulteriormente il territorio conteso a livello internazionale per soddisfare gli obiettivi politici e ideologici dell’attuale BJP/RSS, che governa l’ India. Zafar Khan, il capo dell’Ufficio diplomatico del JKLF, ha dichiarato che, sotto forma di delimitazione, gli sviluppi in corso, in particolare il potenziamento militare, ricordano gli eventi che hanno portato all’ aggressione politica, legale e geografica del 5 agosto 2019 da parte del governo indiano guidato dal BJP contro il Jammu Kashmir, per privare i cittadini dello Stato dei loro diritti e della loro identità. Ha aggiunto che le persone di tutte le regioni del Jammu Kashmir così com’erano prima del 5 agosto 2019, devono rimanere in piena guardia e vigilanza per evitare un’ altra ondata di aggressione e fermare ulteriori gravi danni ai loro interessi fondamentali, umani fondamentali, diritti e libertà civili e politici. Ha sottolineato che vale la pena ricordare che, nonostante gli obblighi internazionali dell’India sulla questione del Kashmir e i suoi impegni nei confronti della popolazione del Jammu Kashmir, Modi ha guidato il BJP con palese disprezzo della legalità internazionale annessa e ha biforcato il Jammu Kashmir semi-indipendente, tolse il suo status speciale, lo trasformò in due territori dell’unione e iniziò a governarlo direttamente da Nuova Delhi come entità coloniale conquistata. Ha inoltre aggiunto che l’aggressione commessa dal governo Modi contro il Jammu Kashmir il 5 agosto 2019 aveva lo scopo di umiliare collettivamente uno stato orgoglioso e il suo popolo con una lunga storia, un forte senso di identità, tolleranza comunitaria e forte cultura e patrimonio compositi. L’aggressione è avvenuta sotto un velo di segretezza, rinforzi militari senza precedenti, coprifuoco, assedio, disinformazione, blackout dei media e delle comunicazioni e arresti di oppositori politici che continuano a languire sotto accuse motivate politicamente nelle carceri di tutta l’India.
Zafar Khan ha respinto con forza qualsiasi tentativo del governo indiano di imporre una soluzione della questione del Kashmir con la disintegrazione geografica e sociale del Jammu Kashmir attraverso cambiamenti demografici e spaziali in qualsiasi parte dello stato, inclusa la creazione di enclavi, con colonie di coloni sul modello israeliano, sia all’interno della valle del Kashmir che in qualsiasi altra parte dello stato. Ha sottolineato che il popolo del Jammu Kashmir su entrambi i lati della linea del cessate il fuoco nella loro patria forzatamente divisa tra India e Pakistan, era sovrano e la loro sovranità era intrinseca e inalienabile, e che i Kashmiri non tollereranno la diluizione dei loro diritti sovrani, disintegrazione della loro geografia e diminuzione della loro presenza fisica attraverso il cambiamento demografico.
Il capo dell’ Ufficio diplomatico del JKLF, inoltre, ha espresso serie preoccupazioni e ha avvertito della forte probabilità di separare il territorio nella valle, o altrove, allo scopo di creare dislocazione spaziale e sociale e spostamento della popolazione locale e per influenzare il loro sostentamento, per i nefasti obiettivi della politica elettorale maggioritaria da parte del BJP in Jammu Kashmir e nella stessa India.
Zafar Khan ha invitato la comunità internazionale, a intervenire e garantire la sopravvivenza di una nazione dalla minaccia terminale di estinzione attraverso l’aggressione contro Jammu Kashmir da parte del Juggernaut del governo Modi. Ha ribadito con forza la posizione ferma del JKLF sulla risoluzione pacifica della questione del Kashmir e ha invitato il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a chiedere all’India e al Pakistan a nome del Kashmir un processo di dialogo tripartito per una risoluzione equa e duratura degli oltre sette questione/discussione vecchia di decenni.
For the JKLF
Zafar Khan, Chairman- Diplomatic Bureau of Jammu Kashmir Liberation Front-JKLF
International Secretariat
Email: zafargk@aol.com
Central Information Office-CIO:
Email: jklf1977@gmail.com

Bandiera del Jammu Kashmir Liberation Front, JKLF

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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