La Cordigliera dei Sogni un documentario di Patricio Guzmán


Francesco Cecchini


CARTA D’ IDENTITA’.

Titolo originale: La Cordillera de los sueños Anno: 2019 Paese: Francia, Cile Genere: Documentario Produzione: Atacama productions, ARTE France Cinéma Durata: 84 minuti Regia: Patricio Guzmàn Sceneggiatura: Patricio Guzmàn Fotografia: Samuel Lahu Montaggio: Emmanuelle Joly Musiche: Claire Cahu Attori: Pablo Salas, Vicente Gajardo, Jorge Baradit

Presentato al Festival di Cannes 2019, La Cordigliera dei Sogni di Patricio Guzmán dal 10 giugno è nelle sale cinematografiche italiannon è un documentario sulla geografia andina del Cile, anche se vi sono belle immagini delle Ande, ma, innanzitutto, sulla storia di questo paese.
Dopo essere andato a Nord, nel deserto di Atacama, per Nostalgia della luce, ed essere stato a Sud, in Patagonia, per La Memoria dell’ Acqua, Patricio Guzmán chiude la trilogia con La Cordigliera dei Sogni. Non solo Cordigliera, ma sogni, ricordi, presente e futuro del Cile e interviste. Come nei due documentari precedenti in questo il regista parla della sua terra, il Cile.
Nella presentazione del suo documentario Patricio Guzmán ha affermato che ” voleva filmare questa immensa spina dorsale per svelarne i misteri, potenti rivelatori della storia passata e recente del Cile”.
Metafora del messaggio o dei messaggi che Patricio Guzmán vuole trasmettere è il rapporto tra la capitale, Santiago del Cile, e le Ande, che pur la dominano. “Santiago volta le spalle alla Cordigliera, non la guarda, non la cerca, non la capisce”. Lo scopo di Patricio Guzmán è di superare le fratture che non permettono di comprendere.

Santiago del Cile con all’ orizzonte le Ande, due mondi.


Quattro decenni fa, negli anni ’70, il Cile era scosso dall’ entusiasmo per una rivoluzione gioiosa . Attorno all’ Unione Popolare, il partito guidato da Salvador Allende, si cristallizzano tutte le aspirazioni del Cile e del suo popolo. Contemporaneamente, è stato il momento dell’iniziazione al cinema della testimonianza di Patricio Guzmán. Con i suoi documentari ha lanciato la resistenza cinematografica contro la dittatura di Pinochet, iniziata l’11 settembre 1973 e durata fino al 1990. Al di là del rapporto tra cinema e politica, esplora il legame tra la catena montuosa delle Ande del Cile territorio, e le esperienze e le memorie storiche di una sanguinosa fine del secolo per il Cile. La geografia è la scusa perfetta per entrare in un magma molto più convulso e pericoloso di quello che un vulcano può espellere. Il lavoro cinematografico di Guzmán è politico. La catena montuosa dei sogni può essere in questo senso una trasposizione artistica tra la geografia e il processo storico cileno.
Importante nella Cordigliera dei Sogni e in tutti i documentari di Patricio Guzmán è il suo rapporto con il cieasta militante Pablo Salas che dal 1980 non smette di filmare proteste e repressioni. Nella Cordigliera dei Sogni Patricio Guzmán fa parlare Pablo Salas.
Alcune notizie su Patricio Guzmán. Dopo il Golpe che ha rovesciato il governo di Salvador Allende, Patricio Guzmán é stato tenuto prigioniero allo Stadio Nazionale di Santiago e minacciato di morte. Ha abbandonato il Cile nel novembre del 1973. Da allora ha vissuto a Cuba, in Spagna e in Francia, dove risiede tuttora. Sei delle sue opere sono state premiate a Cannes: tra queste, figurano La battaglia del Cile, Il caso Pinochet, Salvador Allende e Nostalgia della luce. Quest’ultimo ha anche vinto il Grand Prix EFA nel 2010. Guzmán è anche il fondatore del Festival del cinema documentario di Santiago. Nel 2013 è stato invitato a far parte dell’Academy di Hollywood. I film della sua sua trilogia sulla Battaglia del Cile sono considerati tra i migliori documentari mai girati.

Patricio Guzmán mentre filma le Ande.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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