In più occasioni il Governo Rivoluzionario ha denunciato che il territorio cubano è stato oggetto di attacchi biologici con lo scopo di introdurre parassiti e malattie, cosa che ha costretto il Paese a dedicare notevoli risorse umane, materiali e finanziarie per affrontarne e mitigarne gli effetti fino a quando non vengono sradicati.
Esattamente 50 anni fa, alla fine del giugno 1971, una nota delle autorità sanitarie cubane rivelò la comparsa di un’epidemia aggressiva di peste suina africana che aveva attaccato i bovini dell’isola uccidendoli.
Quando gli specialisti dell’Istituto di Medicina Veterinaria controllarono i focolai rilevati in situ, rimasero sorpresi nello scoprire che gli effetti della malattia dei suini erano strani ed anormali.
In brevissimo tempo la malattia si diffondeva velocemente ed era capace di uccidere le sue vittime in sole 48 ore.
Immediatamente il governo, gli scienziati, le autorità sanitarie insieme alla popolazione, iniziarono a mobilitarsi per affrontare e fermare la diffusione del virus che minacciava di diffondersi in tutto il Paese se non fossero state prese con urgenza le misure adeguate.
Una delle prime misure che la squadra di scienziati raccomandò fu quella di dichiarare in quarantena sanitaria un’area intorno ai focolai rilevati.
Allo scoppio della peste, la dottoressa Rosa Elena Simeón guidò la squadra che, consigliata per la prima volta da esperti sovietici, era incaricata di diagnosticare l’epizoozia e guidare le misure per combatterla. Bisognava abbattere mezzo milione di capi di bestiame suino. Quindi, gli allevamenti dopo essere stati liberati dal virus, hanno proceduto al ripopolamento.
Durante la campagna per il controllo e l’eradicazione del male, la dottoressa Rosa Elena lavorò “come una guerriglia” nei suoi laboratori. Mattina, pomeriggio e notte li trascorreva aggrappata senza sosta ai microscopi, analizzando dati provenienti da tutto il Paese, verificandoli, meditando….
Fino a quando scoprì due uccelli migratori morti a causa di ceppi virali che appartenevano al virus della peste suina africana e giunse alla conclusione che questo specifico germe di maiale era stato modificato ed adattato artificialmente per “trasportarlo” attraverso degli uccelli.
Questo risultato scientifico poteva essere raggiunto solo intenzionalmente e con raffinate tecniche di ingegneria genetica e biotecnologia.
La teoria fu confermata dal seguente dispaccio:
“Il 9 gennaio 1977, un cablogramma dell’agenzia via cavo UPI di Washington riportava:” Una fonte non identificata della CIA ha rivelato a Newsday che all’inizio del 1971 gli era stato consegnato un container contenente virus a Fort Gulick, base dell’esercito degli Stati Uniti nel area del Canale di Panama, utilizzata anche dalla CIA, e che è stata portata su un peschereccio ad agenti che operavano clandestinamente a Cuba.
“Era la prima volta che la malattia si manifestava nell’emisfero occidentale”.
Nel 1979 vi fu un nuovo scoppio di febbre porcina a Cuba, stavolta nella città di Caimanera, molto vicino alla base navale statunitense di Guantanamo.
I laboratori, nel cercare l’agente eziologico, isolarono due nuovi ceppi di peste suina africana modificati in laboratorio, molto diversi dai precedenti. In quell’occasione furono macellati e sacrificati 296.537 suini per bloccare la diffusione della malattia.
Nella denuncia del popolo cubano contro il governo degli Stati Uniti si scrive:
«Nel maggio 1979 il consigliere del Primo Vice Ministro del Ministero dello Zucchero, Orlando Argudín López, agente degli Organi di Sicurezza dello Stato cubano sotto il nome di “Rolando”, si incontrò a Parigi con un ufficiale della CIA che si faceva chiamare con lo pseudonimo “Bernardo”, dal quale era rimasto colpito dal modo in cui si riferiva alle tecniche che stavano usando contro Cuba, comprese le malattie che erano state introdotte per attaccare persone e animali.
“Rolando” ha ricordato che l’ufficiale della CIA era ottimista sui risultati che sperava di ottenere da queste azioni. Nell’ottobre dello stesso anno, l’assistente di volo della compagnia aerea cubana Ignacio Rodríguez-Mena Castrillón, agente “Isidro” — uno dei cubani che la CIA credeva di aver reclutato nel 1966 — si incontrò all’hotel Sideral di Madrid, con un altro Ufficiale della CIA che si faceva chiamare “Nicolás”, che era interessato a scoprire se gli aerei cubani trasportavano pesticidi e altri prodotti per combattere la peste suina».
Aprendo la 68a Conferenza Mondiale dell’Unione Interparlamentare, il 15 settembre 1981 al Centro Congressi dell’Avana, Fidel denunciò che il governo degli Stati Uniti stava usando armi biologiche per attaccare Cuba e aggiunse che negli ultimi tre anni avevano introdotto cinque parassiti o malattie, e tra queste malattie menzionò ancora la peste suina.
Per controllare e debellare questi attacchi batteriologici, Cuba ha dovuto investire numerose risorse finanziarie, materiali e umane, e il paese ha subito un’enorme perdita nel numero dei suini, destinati ad alimentare la popolazione.
Fonti:
-La fiebre porcina africana: los que la introdujeron y los que la erradicaron, Resumen Semanal de Granma, 6 de mayo de 1984
-Demanda del pueblo cubano contra el gobierno de Estados Unidos por los daños económicos ocasionados a Cuba, Editora Política, La Habana, 2000, p.76.
-Una de las agresiones biológicas más severas que han afectado a Cuba, Pedro Etcheverry Vázquez, Granma, 23 de junio de 2016.
-Epizootia: enfermedad contagiosa que ataca a un número elevado e inusual de animales.
Rete solidarietà rivoluzione bolivariana