Ignacio Ramonet e il presidente di Cuba Miguel Díaz-Canel


Francesco Cecchini


Ignacio Ramonet è un giornalista e scrittore franco-spagnolo, attualmente insegna presso la Sorbona di Parigi. Dal 1990 al 2008 è stato direttore del mensile Le Monde Diplomatique. Tra l’ altro ha pubblicato Fidel Castro, autobiografia a due voci, Mondadori, 2007.
L’ articolo è stato pubblicato da Cubadebate del 14 luglio, riprendendo da Prensa Latina, e tradotto da Francesco Cecchini per Ancora Fischia Il Vento. Il link con l’ articolo originale è il seguente:
http://www.cubadebate.cu/noticias/2021/07/14/ignacio-ramonet-advierte-que-cuba-enfrenta-un-guion-subversivo-predisenado/#boletin20210714
Il giornalista e docente franco-spagnolo Ignacio Ramonet ha affermato che Cuba oggi deve affrontare un’ agenda di destabilizzazione progettata con anticipo che ha lo scopo di scatenare una campagna virulenta, accompagnata nelle reti sociali sociali da piccole dosi di realtà. Si tratta di una sceneggiatura ben elaborata che è stata messa in pratica in precedenza, che è pronta per la sua applicazione secondo i teatri di operazione, ha commentato Ignacio Ramonet in un’ intervista a Prensa Latina, portando come esempio la cosiddetta Primavera Araba di un decennio fa.
Secondo Ramonet, nel caso di Cuba, la crociata è stata attivata sfruttando un insieme di circostanze che hanno generato non poche difficoltà alla popolazione cubana, in particolare le oltre 240 misure applicate dall’amministrazione Donald Trump per intensificare il blocco statunitense e l’impatto della pandemia causata dal Covid-19.
In questo complesso scenario economico e sanitario è normale che ovunque le persone esprimano disagio, ma non che venga utilizzato per lanciare campagne di eccezionale violenza e virulenza, ha affermato Ramonet in relazione alle recenti proteste portate avanti da una fascia minoritaria della popolazione nella più grande delle isole delle Antille.
L’intellettuale ha insistito che tutto fosse pronto per attivare l’operazione, e appena si sono verificati i fatti, domenica scorsa, è stato messo in pratica. “Non c’è dubbio che sia stato premeditato, e tutta l’artiglieria delle reti sociali è stata usata per lanciare un copione assolutamente apocalittico da una piccola dose di realtà, che non ha nulla a che fare con la verità”, ha sottolineato.
Ramonet ha detto a Prensa Latina che in qualità di osservatore celebra la volontà del governo cubano di dialogare con la gente, una posizione che considera molto diversa da quella mostrata in altri Paesi dai leader che hanno affrontato massicce manifestazioni di malcontento popolare.

“Sono stato molto felice di sapere che il presidente Miguel Díaz-Canel è uscito per discutere e parlare con le persone nella città di San Antonio de los Baños, dove sono iniziate le proteste, perché questo non si vede in nessun altro paese, in particolare in America Latina” ha precisato.
Ramonet ha insistito sul fatto che qualsiasi analisi di Cuba deve assumere la realtà assoluta ed eccezionalmente difficile impostale dal blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti. Ha inoltre dichiarato che “in qualsiasi altra parte del mondo, in un contesto simile, la situazione sarebbe molto più difficile”.
Ramonet ha inoltre ripudiato che “una serie di persone senz’anima dentro e fuori Cuba approfitta delle circostanze create dal nemico per più di 60 anni per gettarsi al collo di un paese così esemplare”.
A questo proposito, ha ricordato la solidarietà mostrata da Cuba in tempi di pandemia, aiutando decine di nazioni e sviluppando e condividendo propri vaccini contro il Covid-19, nonostante il blocco imposto dagli USA.

Il popolo cubano respinge le provocazioni.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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