Se per davvero la libertà è partecipazione, allora dovremmo arrivare alla conclusione per cui, ogni volta che si esercita questo diritto, laicamente sacrosanto, si fa della condivisione di una piazza di questo nostro Paese un luogo dove si esprime compiutamente la quintessenza della libertà stessa. O, quanto meno, ci si avvicina a quel punto preciso, a quell’intendimento che diviene concretezza e magari, una volta ogni tanto, mette in pratica il dettato costituzionale.
Se questo è altrettanto vero, forzando un poco la sillogistica aristotelica, allora deve essere anche vero che ogni atto compiuto nelle piazze, dove ci si raduna e si condividono momenti di scambio sociale, politico e culturale, è per forza di cose espressione diretta della libertà e, a sua volta, la nutre e la rende sempre più presente nel consesso civile in cui troviamo a vivere.
Eppure così non è. Questa correlazione non risulta immediata nel rapporto di dipendenza tra causa ed effetto, nemmeno se riferita a singoli episodi, slegandoli da una contraddizione evidente, cercando l’alibi dell’eccezione rispetto alla regola. Lo si è visto molto bene in questi ultimi giorni, appena seguenti la notizia dell’introduzione del certificato Covid-19 (altrimenti conosciuto come “green pass“).
Lo si è visto proprio nell’esagerazione, del tutto evidente, di manifestazioni in cui la libertà era unilateralmente intesa, diretta esclusivamente verso chi protestava contro il governo, contro la “dittatura sanitaria“, contro le Big Pharma, contro la scienza ingannatrice e contro altre mille fantasie di complotto che mortificano qualunque tentativo di analizzare compiutamente i rapporti di forza nella società e, conseguentemente, i rapporti tra questa e le istituzioni, tra la politica e l’economia e via seguito.
Chiunque muovesse un dissenso, anche timido, entro i limiti autoimposti di una critica pacata e non per forza contrapposizionista, oppure chi, come il giornalista Saverio Tommasi, stava facendo il suo lavoro documentando per Fanpage.it una delle tante manifestazioni che si stavano tenendo nelle piazze d’Italia (in questo caso a Firenze), veniva apostrofato come “servo del sistema“, “terrorista”, “coglione“, “figlio di puttana“, “bastardo” e, fiera dell’assurdo e follilandia compresi, appellato come “nazista” e “fascista“.
Questa non è libertà. E’ un eclatante abuso della libertà, perché proviene da un altro abuso: quella della credulità popolare, che è un male antico come il mondo.
Chi favoleggia sui complotti, oggi lo fa con l’ausilio non soltanto delle potenti macchine pressapochiste dei social, dove la carta etica di Facebook non coincide esattamente con i valori della nostra Costituzione, ma è resiliente invece rispetto alle tendenze del momento (che fanno visite, “mi piace” e tante visualizzazioni degli sponsor…); lo fa soprattutto cercando di ottenere credibilità per quelle che, se ci trovassimo in una società capace di una vera coscienza critica (e sociale), verrebbero classificate come “stravaganze” nella migliore delle accezioni e “cazzate” in quella più ruspantemente popolare.
La distopia in cui viviamo è allarmante: migliaia di persone si convincono che la scienza sia stata totalizzata ed asservita completamente al volere di un nuovo ordine mondiale che si propone di sovraintendere alle nostre vite non lasciandoci nessuno spazio per noi stessi, comprendendoci appieno ed esercitando su di noi un controllo globale e globalizzato.
Mentre Saverio Tommasi gira per la piazza di Firenze, prendendosi insulti, botte e spintoni, c’è qualcuno che tira fuori un cellulare e mostra una foto: sarebbe la prova che nei vaccini ci sono degli aghi che vengono iniettati nel nostro corpo al momento dell’iniezione. Aghi che iniettano aghi. Definire tutto questo “delirante” è fare un favore agli antivaccinisti (ufficialmente “anti-green pass“), perché siamo alle soglie dell’imponderabile e dell’inspiegabile. Apparentemente. In realtà, queste allucinazioni di massa sono l’ultimo appiglio di una parte di società spaventata, depredata nei diritti sociali, impoverita e profondamente ignorante.
L’ignoranza non dovrebbe essere mai una colpa, come la povertà. Ciò che ci manca, sovente, è responsabilità di chi dovrebbe garantire tutta una serie di tutele e protezioni che renderebbero la vita migliore, impedendo a chiunque di cadere nelle trappole complottiste e nelle ossessioni dal sapore Qanonista. Ma l’ignoranza finisce per divenire una colpa se è spavaldamente esibita come semplicità di ragionamento, l’andare alla radice delle cose, scardinando ragionamenti che invece aiutano a comprendere fino in fondo i motivi per cui esiste una linearità tra A e B e tra B e C.
Non si possono saltare dei passaggi logici, sussumere ilazioni lette su WhatsApp o su Facebook e farle divenire delle verità incrollabili. La credibilità che gli organizzatori delle piazze no-vax e no-pass vogliono costruire attorno a questo disagio sociale che si manifesta con la rabbia popolare su temi altamente divisivi, che investo per l’appunto la vita di ognuno di noi, è – si diceva – il passo successivo alla sedimentazione delle fantasie di complotto.
Per poterle sostenere a lungo occorre dare loro dei “portavoce” che abbiano dei “titoli” riconosciuti: avvocati, medici, studiosi, persino costituzionalisti, che si prestano a salire su palchi improvvisati e comiziano, espongono alle folle accorse tutte le ragioni “nascoste“, quelle che il “sistema” non vuole far conoscere, sulla illegittimità tanto del “green pass” quanto sulla pericolosità dei vaccini inoculati a milioni di cavie…
L’oratore del momento, presentato come grande attivista della prima ora, riscalda la folla: parla da “cittadino comune“, che avrebbe capito fin dal principio cosa si nascondeva dietro questa pandemia. Nemmeno i servizi di sicurezza delle più grandi potenze del mondo avrebbero potuto mettere in piedi un circo così variegato, un baraccone di negazionismi che vanno dall’Olocausto ai dati scientifici, passando per quel collante universale che unisce tutti i riduzionisti di questo povero Paese: la “dittatura sanitaria“.
Questi binomi, questi concetti del tutto inventati e aleatori, privi di un vero riscontro con la realtà, servono esclusivamente proprio al “sistema” per allontanare la critica sociale da sé stessa e rimbambire migliaia di cittadini privi dell’anticorpo più efficace in questi casi: quello della resistenza alla faciloneria mentale, alla stupidità conclamata, alla più seducente delle idee. Quella che si sposa meglio con la banalità, dunque con l’assoluta inconsistenza, con il vuoto più disarmante.
Chi ha aggredito Saverio Tommasi in piazza a Firenze ha unito presunzione e cattiveria, rabbia a ignoranza e ha fatto un missaggio del peggio che circola nella vulgata comune di un ribellismo che non è anticapitalismo, non è consapevolezza dello sfruttamento endemico del sistema economico in cui sopravviviamo.
Proprio questo vuole il cosiddetto “sistema” (ammesso che si sappia bene a cosa ci si riferisce quando si generalizza in questo modo): far credere che il problema cui fare fronte sia il vaccino che entra nel corpo e chissà cosa mai veicola; non invece i tanti riflessi negativi di un liberismo che approfitta della pandemia per fare quattrini con il commercio su Internet, con il brevetto su nuovi vaccini e nuove cure (che prima o poi saranno scoperte) per il Covid-19.
Chi vuole distrarre le masse da una lotta sociale possibile e concretizzabile, utilizza la circolazione di queste fantasie di complotto, facendo credere che sta dominando il mondo con soluzioni vaccinali che mutano il DNA, che ci trasformano in chissà cosa. Il capitalismo ha già raggiunto il suo scopo: della confusione, della rabbia e della contrapposizione sociale ha bisogno per lavorare un po’ meglio, senza l’impiccio di proteste contro le delocalizzazioni, i licenziamenti e i profitti sempre più ingenti che già oggi crescono a dismisura.
Continuate a credere che un ago inietti un ago, intanto gli indici di borsa volano e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo continua…
«Il modo più intelligente per mantenere le persone passive e obbedienti è limitare rigorosamente lo spettro di opinioni accettabili, ma consentire un dibattito molto vivace all’interno di tale spettro – incoraggiando persino le opinioni più critiche e dissidenti. Ciò dà alle persone la sensazione che ci sia il libero pensiero in corso, mentre per tutto il tempo i presupposti del sistema vengono rinforzati dai limiti posti nel campo del dibattito». Noam Chomsky
Nulla più di questa frase di Noam Chomsky ci offre risposte ai tempi incerti che viviamo. Il modo più intelligente per mantenervi passivi e obbedienti su tutto quello che di realmente importante banchieri e generali stanno portando avanti in questo momento in Italia è lasciarvi discutere, argomentare, litigare, perfino scannarvi su DDL ZAN e – badate bene – non la gestione drammaticamente fallimentare dell’epidemia Covid in Italia, ma insultare chi al momento LIBERAMENTE – in quanto facoltativo – decide di non sottoporsi al vaccino sperimentale contro il Covid.
Ed è proprio così, alimentando deliberatamente la più grande guerra tra poveri mai scatenata in questo paese, che si sta polverizzando l’immenso polo elettorale su cui potrebbero convergere i milioni e milioni (quasi 6 milioni) di poveri assoluti in Italia. La cifra praticamente raddoppia se aggiungiamo chi vive in povertà relativa.
Un’unica immensa classe sociale che viene frantumata esattamente come descritto, in modo magistrale, dal Prof. Andrea Zhok in un suo recente scritto: chi oggi solleva un dubbio su un siero non a sufficienza testato su categorie (come minorenni) che della malattia non hanno nulla da temere – quando in paesi come la Germania è apertamente sconsigliato – viene subito bollato dal circo mediatico come il nuovo nemico interno. Facendo anche da capro espiatorio per i veri responsabili del collasso delle strutture sanitarie, dei fallimenti criminali della gestione della pandemia e della nuova macelleria sociale che avrà le vesti del PNRR.
Capolavoro assoluto delle élite.
Come dice Chomsky potete avere anche “la sensazione che ci sia il libero pensiero in corso”, ma fermatevi un attimo a riflettere:
Vi rendete conto che state insultando chi applica una facoltà concessa e non con chi non ha il coraggio di rendere obbligatorio il vaccino se davvero pensa che sia la “cura”?
Vi rendete conto che ve la state prendendo con chi combatte perché non siano solo i “vaccinati” a poter esercitare il diritto costituzionale al lavoro e non con Confindustria che vuole sfruttare il lasciapassare come nuova arma di macelleria sociale?
Vi rendete conto che ve la state prendendo con chi si batte perché venga fatta chiarezza sulle tante cure efficaci boicottate e non con chi si ostina a lavorare solo per i profitti delle multinazionali di Big Pharma e per i padroni in ottica geopolitica? Come spiegate, dopo mesi e mesi, il boicottaggio verso il vaccino russo Sputnik, probabilmente il più efficace a detta oltre che dal nostro centro d’eccellenza, lo Spallanzani, dalle due riviste mediche più prestigiose al mondo, The Lancet e Nature?
Da più parti giungono appelli a non mettere in dubbio le cosiddette verità ufficiali. A fidarsi, quasi fideisticamente, della scienza medica, della scienza virologica. Sgombriamo il campo da qualsivoglia ipotesi antiscientifica e complottista: lungi da noi voler mettere in dubbio la scienza o la virologia, soprattutto in piena pandemia. Ma sarebbe quantomeno ingenuo, o stupido, fidarsi ciecamente di una scienza – e relativi scienziati – tutt’altro che neutra. Sarebbe utopico credere che in pieno regime capitalistico e neoliberista, la scienza, anche medica, sia un campo neutro completamente scevro da condizionamenti politici e ideologici. Come affermava Mao Tse Tung: «Alcuni sostengono che si deve essere prima esperti e poi rossi. Questo è come dire: prima bianchi e poi rossi. Se si pretende di essere rossi non adesso, ma in futuro, adesso di che colore si è? Senza dubbio bianchi».
C’è chi dopo averla invocata attraverso i “lockdown” ora è convinta che la nuova via per il socialismo passi per la vaccinazione anti Covid di tutta la popolazione da 0 a 100 anni con sieri sperimentali di Big Pharma.
Saranno le urne, come sempre, a testimoniare il suicidio.
Il 24 luglio sono andate in scena manifestazioni popolari, momenti di risollevamento, di insorgenza. Dal lato del lavoro abbiamo avuto bellissime iniziative di lotta. A partire dalla partecipata e combattiva manifestazione di Campi Bisenzio dove migliaia di lavoratori sono scesi in piazza per protestare contro i licenziamenti operati dalla multinazionale britannica GKN. Con gli operai che si dichiarano pronti a prendere il controllo dell’azienda e continuare la produzione. E poi quelle molto discusse in decine di città italiane dove cittadini prendevano le piazze per chiedere risposte, per chiedere se ci pensate che lo Stato faccia lo Stato sul tema dei sieri anti Covid. E’ la cura definitiva? Benissimo Draghi, Speranza e Figliuolo impongano la obbligatorietà e prendano la responsabilità, anche penale, oppure tacciano per sempre. Manifestazioni, queste ultime, che sono state bollate come “no vax” dai media al servizio di chi lavora alla guerra tra poveri, anche se la stragrande maggioranza dei partecipanti non metteva in dubbio nessuno dei vaccini obbligatori imposti dallo Stato italiano e in molti avevano anche il vaccino Covid. Confuse, senza una guida, possono essere facile preda per gruppetti di estrema destra che come sempre hanno l’effetto poi di polverizzare la protesta.
Per un breve periodo di tempo il Movimento 5 Stelle è stata l’espressione politica in grado di dare un volto unitario alle lotte popolari del 24 luglio, non permettendo che questa immensa guerra tra poveri si materializzasse.
I padroni, i governi liberisti, i falchi di Confindustria vogliono dei lavoratori sempre più atomizzati e facilmente ricattabili. Con l’annientamento del Movimento Cinque Stelle all’agenda del PD il loro compito in Italia è molto più semplice.
E qui veniamo al che fare. E’ necessario un partito in grado di unire le lotte del 24 luglio o avremo decenni di libero arbitrio di banchieri, Big Pharma e le forze neo-liberiste più estremiste. Alternative non esistono. Se quelle piazze non comunicheranno e anzi accetteranno il gioco di chi li vuole in conflitto avranno vinto loro.
Sono anni che nell’occidente al collasso la lotta di classe è chiara da un lato solo. I milioni di poveri italiani che in forme diverse lanciavano il loro grido di disperazione il 24 luglio sono un’unica classe sociale, ancora senza coscienza di esserlo. Ma per questo serve abbassare i toni sullo “spettro di temi scelto dall’elite”. Libertà, lavoro, giustizia sociale e sovranità vanno di pari passo.
Giova qui ricordare un breve passo dal Diario di Anna Frank e calarlo nella nostra realtà di una famiglia No Vax, cioè di ebrei in quella accezione spregiativa che ha un parallelo congli anni 30:
”Gli ebrei debbono portare la stella giudaica ed essere distinti da tutti gli altri. Gli ebrei debbono consegnare le biciclette. Gli ebrei non possono salire in tram, gli ebrei non possono più andare in auto. Gli ebrei non possono fare acquisti che fra le tre e le cinque, e soltanto dove sta scritto ‘bottega ebraica’. Gli ebrei dopo le otto di sera non possono essere per strada, né trattenersi nel loro giardino o in quello di conoscenti. Gli ebrei non possono andare a teatro, al cinema o in altri luoghi di divertimento, gli ebrei non possono praticare sport all’aperto, ossia non possono frequentare piscine, campi di tennis o di hockey eccetera. Gli ebrei non possono nemmeno andare a casa di cristiani. Gli ebrei debbono studiare soltanto nelle scuole ebraiche. E una quantità ancora di limitazioni del genere. Così trascorreva la nostra piccola vita, e questo non si poteva e quello non si poteva.“
Sostituiamo agli ebrei i non vaccinati..aggiungiamo licenziamenti,limitazioni all’attività politica e non siamo lontani!!
E il fulcr di questa discriminazione sono i vaccini, non nascondiamoci dietro ragionamenti cerchiobbottisti!!
Vaccini usati come arma geopolitica e come arma di controllo sociale e gestione della presa del potere capitalista sulla società. Svegliatevi.. non si può scindere l’obbligo imposto del vaccino dalle necessità economiche e di soppravvivenza del capitalismo!!!Come lo erano le leggi razziali per fascismo e nazismo!!!Con le varie tessere e lasciapassare del”epoca e il confino e l’imprigionamento degli oppositori e dei rivoluzionari!! Prima vennero a prendere…..