L’emittente statunitense CNN, una delle più importanti dell’America settentrionale e del mondo anglofono, ha dovuto ammettere lunedì che la Cina sta ottenendo grandi successi nel controllo della variante Delta del Covid-19, la più contagiosa tra quelle registrate fino ad ora. Secondo la CNN, infatti, la Cina “potrebbe diventare il primo Paese al mondo a controllare un importante focolaio della variante Delta”. Il fatto che tale affermazione provenga dalla televisione statunitense dimostra come il successo della Cina nel contenimento del Covid-19 sia riconosciuto a livello internazionale, e contrasta con le gravi difficoltà che stanno vivendo proprio gli USA, che, nonostante la campagna vaccinale, continuano a registrare più di 100.000 casi positivi al giorno.
Il servizio della CNN afferma che la variante Delta rappresenta “la più grande sfida per l’intransigente politica di tolleranza zero della Cina contro il virus”, ma ammette che le misure prese dalle autorità cinesi si sono rivelate le più efficaci per contenere l’epidemia, attraverso massicce campagne di test e tracciamento, unite alla limitazione dei viaggi anche all’interno dei confini nazionali. Ciò ha portato ad una costante diminuzione delle infezioni giornaliere, che avevano raggiunto un picco di oltre 100 casi quotidiani appena due settimane fa. Nella giornata di lunedì 23 agosto, invece, la Cina ha registrato solamente 21 casi importati e zero infezioni sintomatiche trasmesse localmente, come non accadeva dal 16 luglio. Nella stessa giornata, al contrario, gli Stati Uniti hanno registrato 115.080 casi positivi e 423 decessi riconducibili al virus.
Le ammissioni della CNN contrastano con il clima anticinese che si respira in molti mass media statunitensi ed occidentali. Come ricorda Lin Lan nel suo articolo pubblicato sul Global Times, solamente lo scorso 3 agosto Gordon G. Chang, uno scrittore statunitense di origine cinese, aveva affermato che la variante Delta avrebbe rappresentato “la fine del Partito Comunista Cinese”. Chang è noto per le sue dichiarazioni anticinesi e per la pubblicazione del libro The Coming Collapse of China, uscito nel 2001, nel quale l’autore preconizzava il prossimo collasso della Cina comunista, previsione che vent’anni dopo si è rivelata del tutto sbagliata. Anche questa volta, Chang si è lanciato in anatemi che hanno dimostrato solamente il suo livore nei confronti della leadership cinese, senza nessuna capacità analitica: “Le tattiche in stile totalitario, sfortunatamente per i governanti cinesi, non hanno funzionato con la robusta variante Delta”, aveva dichiarato.
Secondo Lin Lan, le ammissioni della CNN rappresentano “senza dubbio un altro enorme schiaffo in faccia a Chang”, proprio nel momento in cui la variante Delta sta imperversando negli Stati Uniti. Li Haidong, professore all’Istituto di relazioni internazionali della China Foreign Affairs University, ha dichiarato allo stesso Global Times che “il rapporto della CNN può essere visto come un doloroso riconoscimento degli eccezionali risultati della Cina nella sua lotta contro il COVID-19”, aggiungendo che “la CNN potrebbe sperare di utilizzare i risultati della Cina per spronare l’élite politica decisionale degli Stati Uniti”, dopo i fallimenti registrati nella gestione dell’epidemia sia da parte dell’amministrazione repubblicana di Donald Trump che da quella democratica di Joe Biden.
L’epidemia di Covid-19 rappresenta oramai in Cina una questione di secondaria importanza, nel senso che il numero molto limitato di casi dimostra che la situazione è totalmente sotto controllo, e di conseguenza la pandemia non occupa più le prime pagine dei giornali ed i servizi dei telegiornali, al contrario di quello che avviene da oltre un anno e mezzo in tutto il mondo occidentale. Il sistema socialista cinese si è dimostrato molto più efficace nel controllare il virus rispetto a quello delle democrazie borghesi europee e nordamericane, grazie sia alle decisioni rapide e corrette della leadership che alla diligenza con la quale la popolazione ha affrontato l’emergenza sin dalle prime battute.
Come sottolinea l’agenzia stampa Xinhua, “il successo della Cina nel contenere rapidamente l’epidemia di COVID-19 non sarebbe potuto avvenire senza la fiducia, la cooperazione e il contributo del popolo cinese”, che “ha sempre rispettato le normative del governo e seguito le sue indicazioni per frenare la diffusione del virus”. Se infatti il governo centrale ed i governi locali sono chiamati a prendere le decisioni più giuste per il contenimento dell’epidemia, il successo delle misure prese dipende in gran parte dalla partecipazione popolare. Xinhua prova a spiegare quali sono le caratteristiche che hanno permesso alla Cina di applicare misure efficaci con la piena collaborazione da parte della popolazione:
“in primo luogo, e strategie della Cina volte a prevenire la rinascita di COVID-19 sono abbastanza chiare e specifiche da consentire alle persone di comprenderle facilmente e di ottenere il loro pieno sostegno”;
“in secondo luogo, i cinesi hanno un atteggiamento positivo nei confronti della capacità del Paese di affrontare la pandemia e le misure adottate dal loro governo. ‘esperienza del popolo cinese negli ultimi decenni li ha convinti che quando si verificano calamità come terremoti, inondazioni ed epidemie, possono sempre fare affidamento sul loro governo”;
“in terzo luogo, il diritto all’informazione del popolo cinese è stato garantito poiché il governo pubblicizza prontamente le informazioni sulla pandemia”;
“ultimo ma non meno importante, la società di base cinese ha una solida gestione sociale e sistemi di servizio pubblico”.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog