Il costo economico della pandemia è stato enorme. Ma non è nulla rispetto a quello che potrebbero imporre i cambiamenti climatici.
di Andrea Barolini – Valori
Cosa significhi una pandemia per l’economia globale abbiamo, purtroppo, potuto toccarlo con mano. Dai negozi ai ristoranti, dalla cassa integrazione ai licenziamenti, un rallentamento della macchina produttiva marcato come quello vissuto nel 2020 non era mai stato osservato in tempi di pace. Le economie del G7 hanno subito una contrazione del 4,2%, in media, lo scorso anno, secondo quanto indicato da un rapporto di Swiss Re.
Ebbene, la crisi che stiamo vivendo rischia di essere uno scherzo se paragonata a quella che potranno provocare i cambiamenti climatici. A spiegarlo sono i calcoli dell’associazione Oxfam, che basandosi proprio sui dati del riassicuratore elvetico ha spiegato che la perdita potenziale in termini di Prodotto interno lordo per via del riscaldamento globale potrebbe essere due volte più ampia di quella causata dal coronavirus.
I Paesi del G7 potrebbero infatti perdere 5 miliardi dollari all’anno, di qui al 2050. Ciò ipotizzando un aumento della temperatura media globale, sulla superficie delle terre emerse e degli oceani, di 2,6 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali.
Alcune nazioni, in particolare, saranno colpite più duramente di altre. È il caso dell’India, che nei prossimi 30 anni potrebbe perdere il 27% del Pil. Il Sudafrica patirebbe una contrazione del 17,8%, mentre l’Australia, nazione già oggi in preda a ondate di caldo e devastanti incendi, registrerebbe un -12,5%.
Parlando al quotidiano britannico The Guardian, il capo economista Jerome Haegeli ha spiegato che «i cambiamenti climatici rappresentano il più grande rischio sul lungo termine per l’economia mondiale. Rimanere fermi al punto in cui siamo non è un’opzione percorribile. Abbiamo bisogno di progressi da parte del G7. Il che significa non soltanto obblighi in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, ma anche aiuti ai Paesi in via di sviluppo».