Gli operai della Texprint sono in lotta da mesi contro la schiavitù, che per loro vuol dire turni di 12 ore per 6 e a volte anche sette giorni alla settimana. La loro incredibile pretesa è quella di avere il contratto nazionale di lavoro e di lavorare 8 ore per 5 giorni, invece che 12 per 7. Per questo assieme al loro sindacato, il SiCobas, hanno dovuto affrontare rappresaglie, licenziamenti, violenze. Queste non solo da pare del padrone, ma anche dallo stato.
Il sindaco PD di Prato Matteo Biffoni fin dall’inizio della vertenza si è schierato con il padrone e contro i lavoratori, naturalmente fingendo equidistanza, ma neanche troppo. Del resto egli fa parte di quella classe politica culo e camicia con gli “imprenditori” della città e della provincia, la stessa, non dimentichiamolo, dove Luana è stata divorata da un macchinario non a norma.
Ieri sera gli operai della Texprint erano in presidio nella piazza centrale di Prato; ed in sciopero della fame per ricordare a tutti la loro condizione.
Poco distante nel bar più conosciuto della città, il sindaco Biffoni si godeva la sua happy our con l’aperitivo. Egli non solo come istituzione si era sempre rifiutato di incontrare i lavoratori in lotta, ma come persona neppure aveva sentito il bisogno umano di esprimere un minimo di comprensione per chi digiunava, mentre lui si ingozzava di tartine. Peggio di Maria Antonietta.
Riconosciuto, si è fatto scortare in comune dalla polizia mentre lavoratori e cittadini pacificamente gli chiedevano di ascoltare e magari dire qualcosa. Di fronte a quelle persone Matteo Biffoni ha vilmente taciuto, poi però dal suo ufficio ha parlato. Ha dichiarato che quegli operai erano un problema di ordine pubblico e che sollecitava le forze dell’ordine ad intervenire. Detto fatto. Alle prime luci dell’alba le “forze dell’ordine” in tenuta anti sommossa hanno sgomberato il pacifico presidio degli operai e dei sindacalisti e portato tutti in questura. Il reato per cui sono stati arrestati è disturbo degli aperitivi del sindaco.
Quando vi chiedete perché in Italia c’è tanto sfruttamento del lavoro, perché il potere politico è così complice, perché stiamo tornando indietro di due secoli, pensate a Prato. Dove il sindaco PD è un vergognoso schiavista.
A fianco senza se e senza ma dei lavoratori Texprint
Giorgio Cremaschi PaP