La giornata di domenica 5 settembre è stata particolarmente tesa nella Repubblica di Guinea, comunemente nota come Guinea o Guinea-Conakry, per distinguerla dalla Guinea Equatoriale e dalla Guinea-Bissau. Ex colonia francese divenuta indipendente nel 1958, la Guinea è stata a lungo governata dal panafricanista Ahmed Sékou Touré, rimasto al potere fino al 1984, quando un colpo di Stato portò al potere Lansana Conté. Dopo la più che ventennale presidenza di Conté, in carica fino al 2008, ed una fase di transizione gestita dai militari, le elezioni del 2010 sono state vinte dal socialdemocratico Alpha Condépoi confermato sia nel 2015 che nell’ottobre del 2020.

Condé, oggi 83enne, sarebbe dovuto restare in carica fino al 2025, ma nella giornata del 5 settembre un gruppo di militari guidati dal tenente colonnello Mamady Doumbouya, leader del Gruppo delle forze speciali della Guinea, ha dato vita ad un colpo di Stato contro il presidente. Attraverso la televisione locale, Doumbouya ha annunciato domenica l’arresto del presidente Alpha Condé, insieme allo scioglimento delle istituzioni statali, la sospensione della Costituzione e la chiusura delle frontiere: “Dopo aver preso il presidente, che attualmente è con noi, abbiamo deciso di sciogliere il governo, sospendere l’attuale Costituzione, sciogliere le istituzioni e chiudere le frontiere terrestri e aeree“, ha detto Doumbouya.

I militari hanno giustificato la decisione con la “situazione sociopolitica ed economica del Paese” e la “disfunzione delle istituzioni repubblicane“. “Guineani, la situazione sociale, politica ed economica nel Paese è così difficile che i militari hanno deciso di assumersi la responsabilità per il futuro della Guinea. Chiamiamo i nostri fratelli in armi all’unità, per soddisfare le legittime aspirazioni del popolo guineano“, ha invocato il leader golpista.

Doumbouya ha anche affermato di aver assunto la carica di leader del Comitato Nazionale per il Consolidamento e lo Sviluppo, ovvero il nuovo governo de facto del Paese africano. 

Nelle stesse concitate ore, sui social è stato diffuso un video che mostra il presidente guineano dopo l’arresto da parte dei militari di Doumbouya. 

Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’ex primo ministro portoghese António Guterres, è intervenuto per respingere il golpe contro Condé: “Condanno fermamente ogni acquisizione del governo con la forza delle armi e chiedo l’immediato rilascio del presidente Alpha Condé“, ha dichiarato il numero uno dell’ONU. 

Nelle ore successive sono continuati i momenti di tensione soprattutto nella capitale Conakry, quando le guardie presidenziali della Guinea hanno respinto un attacco dei ribelli della forza speciale al palazzo presidenziale, secondo quanto riportato dal ministero della Difesa del governo civile: “Le guardie presidenziali hanno respinto l’attacco dei ribelli al palazzo presidenziale“, si legge sul sito web del ministero. “Il presidente della Repubblica e comandante in capo, Alpha Condé, e il governo invitano le persone a rimanere calme e vigili durante l’intera operazione militare“. Il ministero tuttavia non ha detto nulla sul luogo in cui si trova il presidente. Secondo alcune testimonianze, inoltre, altri scontri armati avrebbero avuto luogo nei pressi della sede dello stesso ministero della Difesa.

La grave crisi politica guineana ha portato anche al rinvio della partita tra la nazionale locale e quella del Marocco, che questo lunedì pomeriggio avrebbero dovuto disputare un incontro valido per le qualificazioni alla prossima Coppa del Mondo. In seguito agli avvenimenti sopra menzionati, la partita è stata ufficialmente annullata: “L’attuale situazione politica e di sicurezza in Guinea è piuttosto volatile ed è strettamente monitorata dalla FIFA e dalla CAF“, si legge nel comunicato ufficiale della Confédération Africaine de Football. Dopo momenti di preoccupazione, i giocatori marocchini sono riusciti a lasciare il Paese in sicurezza.

Al momento, dunque, la situazione in Guinea resta incerta ed instabile. Il conflitto tra le forze della guardia presidenziale ed i militari ribelli, nonché l’attività del ministero della Difesa dimostrano che almeno parte delle istituzioni del governo civile sono ancora funzionanti, mentre Mamady Doumbouya ha proclamato la destituzione di Condé, assumendo la carica di capo di Stato de facto. Questo significa che nel Paese sono presenti due fazioni armate in contrasto tra loro, situazione che, nel peggiore dei casi, potrebbe sfociare nella guerra civile.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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