Continua ad essere molto difficile la situazione della Repubblica di Guinea, il Paese africano che lo scorso 5 settembre è stato teatro di un colpo di Stato militare che ha portato alla destituzione e all’arresto del presidente 83enne Alpha Condé, sostituito da una giunta guidata dal tenente colonnello Mamady Doumbouya, un militare con esperienza bellica in Afghanistan, Costa d’Avorio e Gibuti, oltre ad essere stato addestrato in Francia, Israele, Stati Uniti, Liberia e Senegal.
Nelle ore successive al golpe, Doumbouya ha annunciato la formazione di un governo di unità nazionale guidato dai militari, la sospensione della Costituzione e misure restrittive come il coprifuoco serale e il divieto di lasciare il Paese. Doumbouya ha affermato che il governo di unità nazionale avrà il compito di guidare la Guinea attraverso la transizione, prima di lasciare il potere ad un nuovo governo civile. L’azione dei militari ha ricevuto il sostegno del leader dell’opposizione politica, Cellou Dalein Diallo, che ha offerto ai golpisti il sostegno del suo partito, l’ANAD (Alliance Nationale des Acteurs au Développement, ovvero Alleanza Nazionale degli Attori per lo Sviluppo)”per costruire una democrazia pacificata“.
Tuttavia, le reazioni della comunità internazionale sono state di condanna nei confronti del golpe operato dai militari guineani, che hanno portato anche a scontri armati all’interno della capitale Conakry con la guardia presidenziale ed altre milizie fedeli al governo di Alpha Condé, il quale nel frattempo avrebbe anche iniziato lo sciopero della fame.
Il ministero degli Esteri russo ha immediatamente esortato a ripristinare l’ordine costituzionale in Guinea ea rilasciare il presidente Alpha Condé. Secondo questa nota, Mosca si oppone a qualsiasi tentativo di cambiare il governo per mezzo di quello che hanno definito un percorso incostituzionale, inoltre chiede l’immunità del presidente Alpha Condé e di evitare azioni che potrebbero provocare ulteriori violenze, andando verso una soluzione politica attraverso i colloqui.
Dal canto suo, il ministero degli Esteri cinese ha esortato le parti a ristabilire la calma nel nome degli interessi fondamentali della Guinea e del suo popolo, nonché a risolvere tutti i problemi attraverso il dialogo per mantenere la pace e la stabilità nel Paese.
La Francia, ex potenza coloniale, ha chiesto l’immediato rilascio del presidente Condé e il ritorno all’ordine costituzionale, pur affermando di essere in stretto contatto con i suoi partner africani e internazionali per adottare misure adeguate. Nonostante questo, non mancano gli indizi secondo i quali la Francia sarebbe in realtà soddisfatta della destituzione di Condé, visto che il governo in carica stava stringendo sempre più accordi con Russia e Cina, che hanno preso il posto di Parigi nel settore dell’estrazione delle risorse del sottosuolo guineano, come l’alluminio e la bauxite.
In ambito africano, la prima a reagire è stata la CEDEAO, Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, che nella giornata dell’8 settembre ha condannato ufficialmente il golpe in Guinea, richiedendo il rilascio del presidente Condé, ed ha sospeso il Paese dall’organizzazione regionale. Il presidente del Ghana e presidente di turno della CEDEAO, Nana Akufo-Addo, ha inoltre annunciato l’invio di una delegazione di alto livello in Guinea. Secondo il comunicato della CEDEAO, la Guinea sarà riammessa nell’organizzazione al ritorno all’ordine costituzionale. Inoltre, il presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, è diventato il primo capo di Stato a incontrare il nuovo uomo forte di Conakry, Mamady Doumbouya, a cui ha chiesto il rapido rilascio di Condé.
Il 10 settembre, la delegazione della CEDEAO ha raggiunto Conakry per incontrare i golpisti. La delegazione CEDEAO è composta da quattro ministri degli Esteri: Shirley Ayorkor Botchway per il Ghana, Geoffrey Onyeama per la Nigeria, Alpha Barry per il Burkina Faso e Robert Dussey per il Togo. I quattro sono accompagnati dal presidente della Commissione CEDEAO, l’ivoriano Jean-Claude Kassi Brou.
Sempre nella giornata del 10 settembre, anche l’Unione Africana, il massimo organismo continentale, ha annunciato di aver sospeso la Guinea da tutte le istituzioni dell’organizzazione a seguito del golpe militare contro il legittimo governo di Alpha Condé. La decisione è stata resa nota arrivato attraverso un comunicato emesso dal Consiglio per gli affari politici, la pace e la sicurezza dell’Unione africana, con sede ad Addis Abeba, in Etiopia. L’UA ha in questo modo sostenuto la decisione della CEDEAO, chiedendo un immediato ritorno all’ordine costituzionale.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog