Alberto Granado e Ernesto Che Guevara attraversando il Rio Amazonas sulla zattera Mambo.
Francesco Cecchini
In ricordo di Ernesto Che Guevara, assassinato a La Higuera, Bolivia, il 9 ottobre 1967.
“Un viaggio, tanti viaggi. Ernesto Guevara alla ricerca dell’avventura, Ernesto Guevara alla ricerca dell’America, Ernesto Guevara alla ricerca del Che. In questo viaggio di viaggi, la solitudine si è unita alla solidarietà, l’ “io” è diventato “noi”. ” Edoardo Galeano
I Diari della motocicletta di Ernesto Che Guevara racconta il viaggio di sette mesi compiuto nel 1952 da due giovani argentini, Ernesto Guevara de la Serna e Alberto Granado attraverso l America Latina, da Buenos Aires, Argentina, a Caracas, Venezuela. I due erano molto amici dal 1943 a Cordoba e condividevano le stesse passioni: l rugby, il loro sport, la medicina e i viaggi. Guevara chiamava Granado Mial, il mio Alberto, e Granado chiamava Guevara Fuser, Furibondo Serna. Il viaggio cambiò la vita dei due. Per Ernesto Che Guevara fu la prima volta che vide i drammi latinoamericani, la miseria e la povertà del popolo, che lo portarono all’ impegno per la giustizia sociale. Per Alberto Granado fu un passo verso la sua nuova patria Cuba, dove esercitò l’ attività medico-scientifica.
Partirono in una moto chiamata la Poderosa II, una Norton 500 fabbricata in Gran Bretagna nel 1939, non in buone condizioni, tanto che dopo poche tappe, in Cile li abbandonò.
Dopo una sosta il 13 gennaio a Miramar, una piccola località turistica per trovare Chicina, una ragazza di cui Ernesto è innamorato non corrisposto, i due vanno verso il Cile: Necochea, Bahia Blanca, Choele Choel, Piedra del Aguila, San Martin de Los Andes, Nahuel Huapi, Bariloche. E infine a Peulla in Cile.
Entrati in Cile, passati in una zona sommersa dalla neve e dal freddo, arrivati a quasi 3000 chilometri di strada fatta, la moto si fermò definitivamente, e i due dovttero proseguire con l’ autostop. Passata Valparaiso, attraversarono il deserto del Cile, incontrarono e parlarono con alcuni indios derubati della terra e costretti ad accettare lavori pesanti. Arrivarono in Perù, visitarono Cuzco, l’ antica capitale, eMachu Pichu: hanno percorso circa 7000 chilometri. Da Lima, grazie all’intervento del dott.Pesce, un comunista che sicuramente parlò ai due di José Carlos Mariátegui, si trasferirono traghetto all’ isola di S.Pablo dove c’ era un ospdale per lebbrosi e altri malati gravi gestito da suore. Qui rimangono a lavorare, riscuotendo la fiducia e la stima dei pazienti. Alla fine del periodo Ernesto, che compie gli anni, fece un discorso sulla necessità di un’ America unita dal Messico in giù. Arrivati in Venezuela i due amici si separarono. Alberto accettò un offerta di lavoro a Caracas. Ernesto tornò a Buenos Aires per laurearsi. Si impegnarono a rivedersi presto. Era il luglio 1952.
Aleida Guevara March, figlia di Ernesto Che Guevara scrisse nel prologo dei Diari della motocicletta:
…Vi lascio con l’ uomo che conobbi ed amai intensamente per quella forza e tenerezza che ebbe in vita.
I Diari della motocicletta è stato pubblicato in Italia da Mondadori.
Mappa del viaggio di Ernesto Che Guevara e Alberto Granado da Buenos Aires a Caracas.