da Bianca Cerri
Le scene della guardia di frontiera statunitense che a cavallo frusta i migranti haitiani rimanda all’Alabama degli anni ’50, quando un nero era solo un “negro”, il cui valore era inferiore a quello di un animale. L’essenza più profonda del fascismo americano ha così avuto eco sui media anche in questa occasione, esibendo concretamente la autentica concezione dei diritti umani che gli uSA sbandierano strumentalmente contro i loro avversari politici.
Biden si era dichiarato apertamente amico del popolo haitiano “senza se e senza ma”. E lo aveva fatto con parole toccanti dicendosi rattristato dal devastante terremoto che aveva colpito Haiti ad agosto. Ma buona parte dei suoi elettori ha perso fiducia nel presidente e nella sua vice dopo essersi accorti che hanno detto bugie da far impallidire persino Donald Trump.
Ad esempio Biden ha sempre negato di aver appoggiato l’invasione dell’Iraq che invece sostenne in pieno per “contribuire alla rimozione di tutte le armi di distruzione presenti nel paese” che non furono mai trovate. Ma torniamo ad Haiti, Resta in vigore un ordine di espellere tutti i migranti firmato nel marzo 2020 legato alla pandemia che consente solo ai minori di rimanere negli Stati Uniti. Forse gli haitiani già presenti dovranno trattare ma quelli arrivati a migliaia fortunosamente in Texas verranno rimpatriati a forza. Gli aerei per rimanderanno ad Haiti dovevano partire oggi. Da Haiti avevano viaggiato fino alla contea di Val Verde, Texas, e attualmente sono accampati sotto ad un ponte. Ma verranno rimpatriati a bordo di voli organizzati dall’amministrazione Biden. Il traffico pedestre e automobilistico sarà bloccato in entrambe le direzioni. Si calcola che ci siano almeno 12 mila rifugiati per lo più haitiani nella contea di Val Verde.
Biden ha già deciso che queste persone verranno rimandate in aereo ad Haiti. Sono persone disperate che contavano sulle promesse di Biden. Ci sarebbero i presupposti per la concessione dell’asilo politico ma le autorità non prenderanno quella strada. Biden diceva di aver smantellate tutte le direttive di Trump ma non è così. E’ rimasta in piedi una legge nota come Titolo 42. Gli haitiani non possono essere accolti perché provenienti da un paese dove sono presenti malattie contagiose.
Il meglio del Gioco delle Parti direbbe Pirandello. Dove lo trovi un paese che non sia stato toccato dal Covid? Molti legislatori si sono appellati al presidente affinché non deporti gli haitiani arrivati in massa in Texas. Hanno costruite tende rette da canne di bambù. Qualche donna ha partorito ma non è stata soccorsa. Non hanno nulla, riescono a lavarsi nel fiume. I sostenitori dei diritti umani sono increduli ma anche infuriati con Biden. I voli di espulsione sono una decisione indifendibile.
Nel 2010 Haiti era stata rasa al suolo da un terremoto sul quale si erano avventati “umanitari”dalle mani lunghe. Undici anni dopo la Casa Bianca abbonda di belle parole lasciando le vittime di un nuovo terremoto sole con la loro disperazione. L’unica parola che viene in mente per prima è “ipocrisia”. Il titolo 42 non è uno strumento di gestione per l’immigrazione, ma solo una norma sanitaria.
Come è possibile riportare degli esseri umani conoscendo l’instabilità di Haiti un mese dopo un altro devastante terremoto? Il terremoto era stato già sufficientemente tragico ma le piogge torrenziali che l’avevamo accompagnato avevano causato un disastro terribile in un’isola che non ne può più di disastri. La corsa agli aiuti è stata molto limitata. Si calcola che le morti siano state almeno duemila e 500 e i feriti oltre dodicimila. Ci vorranno non meno di 180 milioni di dollari per riparare i danni.
Questo è un momento dei più difficile per Haiti e USAID ha promesso aiuti per 32 milioni di dollari (una miseria ma non ci sono golpe da finanziare, il lavoro è già stato fatto) ma certo il rimpatrio forzato di migliaia di persone sarà molto più costoso. Una volta ritornati gli haitiani si troveranno in uno stato di incertezza totale con la paura di nuove catastrofi e di nuovi colpi di stato. Accadde già nel 2005 quando il presidente Aristide fu rapito nottetempo e costretto a rifugiarsi in Sud Africa.
Bastava dirlo che Trump non era l’unico pazzoide arrivato alla Casa Bianca. Esattamente come l’Afghanistan ha sopportato la presenza USA per ritrovarsi peggio di prima, anche Haiti si ritrova allo stremo con migliaia di anime perse dopo tante parole, con un popolo intero stremato dalla fame, dalla mancanza di acqua potabile e di dignità. Mala sorte di Haiti: non rappresenta un problema per gli USA, dunque gli USA non sono la soluzione per Haiti. Al massimo otterranno frustate sui migranti come simbolo dell’aiuto del popolo americano.
https://www.altrenotizie.org/primo-piano/9405-l-amico-di-haiti.html