Il presidente socialista boliviano Luis Arce ha affermato ieri, in un’intervista al canale Russia Today, che il suo Paese non condivide le politiche del Fondo Monetario Internazionale (FMI) ed ha sostenuto di non aver mai accettato, non intende accettare, né intrattiene rapporti economici con tale organismo poiché obbliga ad eseguire politiche antipopolari ed ha aggiunto che per questo motivo, una volta assunta la presidenza, la Bolivia ha restituito all’ente 351,5 milioni di dollari, che facevano parte di quel prestito richiesto nell’aprile 2020 dal governo golpista filostatunitense della Áñez.
Arce ha anche affermato che i governi del Movimento per il Socialismo non hanno mai avuto un programma finanziario con il Fondo Monetario Internazionale, perché dal 2006, anno in cui l’ex presidente Evo Morales ha iniziato l’amministrazione, è stata tracciata una “linea chiara” di separazione nei confronti di quell’organizzazione internazionale.
“Noi non abbiamo rapporti con quell’organizzazione internazionale perché non siamo d’accordo con il loro modo di condurre la politica economica e abbiamo un nostro modello economico che ha avuto successo.
La nostra politica economica in Bolivia, dal 2006 al 2019, prima del golpe, è stata sovrana, invece ciò che autorizza i prestiti del Fondo Monetario Internazionale è l’esecuzione di misure economiche con le quali non siamo d’accordo (privatizzazioni e tagli sociali)”, ha sottolineato Arce.
A conferma di tali dichiarazioni, nel febbraio di quest’anno la Banca Centrale della Bolivia (BCB) ha annunciato di aver restituito al suddetto organismo un prestito di circa 350 milioni di dollari gestito nel governo Áñez perché – secondo l’amministrazione Arce – le condizioni stabilite “violavano la sovranità e gli interessi economici del Paese”.
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