Lo Xinjiang (ufficialmente definito come Regione autonoma uigura dello Xinjiang), un territorio autonomo nel Nord-ovest della Cina, è una vasta regione di deserti e montagne. Qui vivono numerose minoranze etniche, tra cui gli Uiguri turcofoni di religione islamica. 
La Via della Seta, che un tempo fungeva da collegamento tra Cina e Medio Oriente, passava proprio per questa regione. Così come la Nuova Via della Seta, il mastodontico progetto proposto da Xi Jinping nel 2013 per rinforzare la cooperazione – non solo economica – tra Europa, Asia e Africa. 

Qui si concentrano attualmente gli sforzi dell’occidente per destabilizzare la Cina tramite i gruppi separatisti. I quali non di rado adottano tattiche terroristiche. Uno di questi è il cosiddetto Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM), a volte indicato come Partito islamico del Turkestan (TIP).

Organizzazione dapprima finita nell’elenco delle organizzazioni terroristiche stilate dagli Stati Uniti, poi rimossa misteriosamente nel 2020. Questo perché, secondo le motivazioni addotte da Washington per giustificare la mossa, l’ETIM/TIP non era attivo da oltre un decennio nonostante gli stessi Stati Uniti avessero ammesso di colpire obiettivi ETIM/TIP in Afghanistan solo nel 2018, appena 2 anni prima della rimozione dall’elenco.

In un articolo apparso sul Guardian nel 2020 intitolato ‘Gli Stati Uniti rimuovono il gruppo oscuro dalla lista dei terroristi accusati dalla Cina per gli attacchi’, si legge: «In una comunicazione nel registro federale, che pubblica nuove leggi e regole statunitensi, il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha dichiarato venerdì che stava revocando la designazione del Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM) come ‘organizzazione terroristica’.

L’ETIM è stato rimosso dall’elenco perché, per più di un decennio, non ci sono state prove credibili che l’ETIM continui ad esistere, ha affermato un portavoce del dipartimento di Stato».

Un’affermazione non contestata da The Guardian, ma smentita da un articolo dello stesso quotidiano in un articolo del 2013: ‘Il gruppo islamista rivendica la responsabilità per l’attacco a Piazza Tiananmen in Cina’. Scriveva 7 prima The Guardian: «Il Partito Islamico del Turkestan (TIP) è il primo gruppo a rivendicare la responsabilità dell’attentato del 28 ottobre, quando un veicolo a quattro ruote motrici ha travolto un gruppo di pedoni vicino all’iconica piazza nel centro di Pechino, si è schiantato contro un ponte di pietra e ha preso fuoco , uccidendo cinque persone e ferendone decine. Le autorità cinesi hanno rapidamente identificato l’autista come uiguro, una minoranza etnica musulmana proveniente dallo Xinjiang, una regione scarsamente popolata e irrequieta nell’estremo nord-ovest del paese».

Le politiche di contrasto al fenomeno terroristico adottate da Pechino vengono descritte da Stati Uniti e media occidentali come ‘genocidio’. Benché non ci sia nessuna prova a supporto di questa grave accusa mossa contro la Cina. Basti pensare che la popolazione uigura è addirittura cresciuta. Quindi, di quale genocidio stiamo parlando?

A smentire gli Stati Uniti c’è anche un’intervista di Newsweek al portavoce del Partito Islamico del Turkestan, lo stesso che i governi statunitensi ritengono praticamente inesistente. “Gli Stati Uniti sono un paese forte, hanno una propria strategia e vediamo oggi il ritiro del governo americano da questa guerra in Afghanistan, che sta subendo enormi perdite economiche, come mezzo per affrontare la Cina, che è il nemico di tutta l’umanità e le religioni sulla faccia della Terra”, ha detto a Newsweek un portavoce dell’ufficio politico del Partito islamico del Turkestan, comunemente noto come Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM).

In quelle che sembrano essere le prime osservazioni del gruppo segreto a un media internazionale da quando è stato rimosso da un elenco statunitense di organizzazioni terroristiche lo scorso anno, il portavoce del Turkestan Islamic Party ha espresso la speranza che l’uscita militare degli Stati Uniti il ??mese scorso sarebbe stata seguita da una maggiore pressione contro Cina.

“Riteniamo che l’opposizione degli Stati Uniti alla Cina non andrà a beneficio solo del Partito islamico del Turkestan e del popolo del Turkestan”, ha affermato il portavoce, “ma anche di tutta l’umanità”.

Newsweek menzionerebbe anche gli attacchi statunitensi sugli obiettivi ETIM/TIP nel 2018, osservando:

Per molti anni, gli Stati Uniti hanno incluso l’ETIM nella propria lista di terroristi. Il Pentagono ha persino preso di mira il gruppo con attacchi aerei in Afghanistan almeno fino al 2018. 

Questa esclusione dalla lista delle organizzazioni terroristiche nonostante il gruppo estremista continui chiaramente ad esistere e a compiere atti di terrorismo, fa quindi sospettare che gli Stati Uniti vogliano reclutarlo nella strategia anti-cinese che stanno portando avanti con aggressività sempre crescente. Una tattica che hanno già utilizzato in altri scenari. Il Libyan Islamic Fighting Group (LIFG) – ad esempio – era considerato gruppo terroristico, ma è stato rimosso dall’elenco e utilizzato nella loro guerra per procura non solo con la stessa Libia nel 2011. Dopo aver trasferito combattenti e armi dal Nord Africa al Medio Oriente, anche contro la Siria dal 2011 in poi.

Washington ha anche cancellato dall’elenco i Mujahedin-e-Khalq (MEK), un’organizzazione terroristica utilizzata dagli Stati Uniti e dai suoi alleati per condurre operazioni terroristiche contro il governo e il popolo iraniano.

Nella narrazione occidentale i gruppi che operano nello Xinjiang sarebbero impegnati in una eroica battaglia contro l’oppressione cinese. «Il Turkestan orientale è la terra degli uiguri», afferma il portavoce del Partito islamico del Turkestan nel già citato articolo apparso su Newsweek. «Dopo che il governo cinese ha occupato la nostra patria con la forza, ci ha costretto a lasciare la nostra patria a causa della loro oppressione contro di noi. Il mondo intero sa che il Turkestan orientale è sempre stata la terra degli uiguri».

La rivista statunitense è però costretta ad ammettere che «oltre alla Cina e alle Nazioni Unite una serie di nazioni e organizzazioni internazionali tra cui l’Unione Europea, il Kirghizistan, il Kazakistan, la Malesia, il Pakistan, la Russia, la Turchia, gli Emirati Arabi Uniti e il Regno Unito considerano l’ETIM un’organizzazione terroristica.

In effetti, le Nazioni Unite considerano l’ETIM/TIP un gruppo terroristico e secondo Newsweek l’organizzazione «rappresenta una minaccia immediata per la sicurezza della Cina e del suo popolo».

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sul sito web ufficiale delle Nazioni Unite in una dichiarazione intitolata “Movimento islamico del Turkestan orientale”, osserva esplicitamente:

Il Movimento Islamico del Turkestan Orientale (ETIM) è un’organizzazione che ha usato la violenza per promuovere il suo obiettivo di creare un cosiddetto “Turchistan Orientale” indipendente all’interno della Cina.

La dichiarazione dell’UNSC chiarisce due cose. In primo luogo, l’ONU, e per estensione la maggioranza della comunità internazionale, non riconosce il termine “Turkestan orientale” e riconosce invece il territorio come Xinjinang e come parte della Cina.

In secondo luogo, l’UNSC definisce esplicitamente l’ETIM/TIP come un’organizzazione terroristica che ha usato la violenza per promuovere le sue ambizioni separatiste.

Il termine “Turkestan orientale” viene utilizzato solo dai separatisti in contraddizione con il diritto internazionale e lo status internazionale riconosciuto della regione come Xinjiang, Cina.

Invece sul sito web ufficiale del National Endowment for Democracy, la governativa NED degli Stati Uniti, i suoi programmi nello Xinjiang sono elencati in una pagina intitolata “Xinjiang/Turkestan orientale (Cina)”.

Le organizzazioni elencate, tra cui l’Uyghur Human Rights Project (UHRP) e il World Uyghur Congress (WUC), si riferiscono entrambi esplicitamente allo Xinjiang, in Cina, come “Turkestan orientale” che considerano “occupato” dalla Cina. 

Arrivati a questo punto il quadro appare chiaro: gli Stati Uniti promuovono il separatismo nello Xinjiang, in Cina, finanziando varie organizzazioni, anche terroristiche. Poi hanno rimosso dall’elenco ETIM/TIP, un’organizzazione terroristica attiva, rendendo più facile per l’organizzazione ricevere finanziamenti e viaggiare a livello globale. Infine, sfruttano il controllo sui media globali e sulle istituzioni internazionali per descrivere la risposta della Cina a questa campagna concertata di separatismo e terrorismo mirata al suo territorio e alle sue persone come un “genocidio”.

https://lantidiplomatico.it/dettnews-perch_gli_usa_non_considerano_terrorista_il_movimento_islamico_del_turkestan_orientale_etimtip/8_43165/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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