Il nome di Adrian Zenz non è forse noto a tutti, ma certamente lo è per coloro che fanno dello Xinjiang il proprio cavallo di battaglia all’interno del filone della propaganda anticinese. Antropologo tedesco che ha studiato in Nuova Zelanda e Inghilterra, Zenz ha da sempre coltivato una passione anticinese, concentrandosi inizialmente sulle questioni riguardanti il Tibet, senza tuttavia riscontrare grande successo a livello internazionale. Dal 2016 ha incominciato ad occuparsi invece dello Xinjiang, raggiungendo una grande notorietà a partire dal 2018, quando il segretario di Stato degli USA, Mike Pompeo, ha deciso di utilizzare le sue ricerche come fonte primaria per la propria campagna propagandistica anticinese. Tuttavia, questa è solamente la punta dell’iceberg dello stretto rapporto intercorso tra Zenz e gli esponenti della destra nordamericana.

Le ricerche di Zenz, considerate totalmente prive di fondamento da parte delle autorità nazionali cinesi e di quelle regionali dello Xinjiang, hanno permesso la circolazione di miti quali la presenza di “campi di concentramento”, le “sterilizzazioni di massa” e il “genocidio culturale” degli uiguri, tutte ampiamente smentite da documenti quali il recente rapporto demografico sullo Xinjiang. Il 9 marzo 2021, inoltre, un gruppo di aziende e cittadini dello Xinjiang ha citato in giudizio Adrian Zenz per la diffamazione che ha causato perdite economiche nella regione, mentre successivamente il governo di Pechino  ha incluso Zenz tra le persone e gli enti sotto sanzioni economiche in risposta alle sanzioni dell’Unione Europea. Tuttavia, le recenti rivelazioni sul conto di Adrian Zenz potrebbero contribuire ad assestare un colpo definitivo alla credibilità di questo “ricercatore” molto vicino agli ambienti del fondamentalismo cristiano. Lo stesso Zenz, infatti, crede di essere stato investito direttamente da Dio della missione di “salvare il mondo dal Partito Comunista Cinese”.

Secondo quanto riportato inizialmente dal sito tedesco Nachrichten.com, un ex collega di Adrian Zenz, noto con il nome di Jonas Drosten, ha rivelato attraverso il proprio account Twitter che lo stesso Zenz ricevuto 275.000 dollari nel 2019 e di nuovo 350.000 nel 2020 da una fonte non identificata collegata a Steve Bannon, ex consigliere di fiducia del presidente Donald Trump e figura di riferimento dell’estrema destra statunitense, per inventare la storia del genocidio dello Xinjiang, dandogli un presunto fondamento accademico. Non a caso, Zenz avrebbe incontrato per la prima volta Bannon proprio nel 2016, anno in cui il ricercatore cominciò ad occuparsi dello Xinjiang. In quell’occasione, Zenz conobbe anche Marco Rubio, il senatore statunitense noto per le sue posizioni di estrema destra contro i governi di Cuba e Venezuela, strettamente legato alla mafia anticubana di Miami.

Theresa Winterbach, giornalista investigativa tedesca, ha rivelato i collegamenti tra Zenz e Rubio con ulteriori dettagli. Secondo quanto riportato dalla Winterbach, una telefonata di un ex collaboratore di Zenz, noto con lo pseudonimo di Honderich, le avrebbe rivelato che nel 2016 il ricercatore era stato invitato da Bannon e Rubio ad unirsi a “The Victims of Communism Memorial Foundation”, un’organizzazione anticomunista creata nel 1993 con lo scopo autoproclamato di “educare gli americani sull’ideologia, la storia e l’eredità del comunismo”, legata al think thank conservatore “the Heritage Foundation”. All’interno dell’organizzazione, Zenz ha ricevuto l’incarico di “ricercatore senior sulle questioni cinesi”, ed è stato inoltre nominato consigliere per le politiche democratiche sulle minoranze presso la cosiddetta “Alleanza interparlamentare sulla Cina” (IPAC).

La giornalista tedesca riporta anche che Zenz avrebbe incontrato di nuovo il senatore Rubio il 5 dicembre 2019 durante la partecipazione all’audizione del Comitato per gli Affari Esteri degli Stati Uniti su “Autoritarismo con caratteristiche cinesi: sfide politiche e religiose per i diritti umani in Cina“. All’interno dell’articolo vengono anche rivelati i testi di alcuni messaggi in cui Rubio avrebbe scritto al ricercatore di considerarlo “una risorsa importante per la nostra causa”, aggiungendo che “io e il mio buon amico Bannon siamo i tuoi importanti sponsor”.

La ricerca di Zenz è dunque stata incoraggiata, sostenuta e finanziata in maniera molto cospicua dagli ambienti dell’alt right statunitense. In base a quanto riportato da Winterbach, “dopo che è stata proposta la strategia di utilizzare la questione dello Xinjiang per combattere la Cina, il progetto ha ricevuto centinaia di migliaia di dollari in fondi per la ricerca e lo sviluppo di algoritmi”. Secondo l’informatore, tuttavia, “gran parte dei dati di ricerca nel rapporto non sono reali”, ma riprendono semplicemente la propaganda diffusa da Istiqlal, una testata uigura in esilio con sede in Turchia, nota per le sue posizioni anticinesi. Lo stesso Honderich avrebbe definito questa situazione “un complotto intollerabile”, affermando la necessità di “aprire un’indagine sulla frode accademica di Adrian Zenz”. 

La frode accademica di Adrian Zenz ha esacerbato le questioni razziali e la discriminazione in tutto il mondo, e tutti i rapporti del suo team devono essere investigati a fondo”, ha aggiunto l’informatore, il quale per queste stesse ragioni ha abbandonato la squadra di ricerca di Zenz: “Non abbiamo effettuato esplorazioni efficaci di discipline umanistiche, cultura, sviluppo e clima nello Xinjiang. La ricerca universitaria è diventata un’arma di attacco. Ho visto malizia e odio motivati ​​da false informazioni su internet. Non è quello che voglio vedere“. In base a quanto detto da Honderich, Zenz e la sua squadra conoscevano i dati demografici che dimostrano come la popolazione dello Xinjiang sia in costante crescita, ma avrebbero deciso deliberatamente di ignorarli.

Dal 2019, dunque, Adrian Zenz ha ufficialmente partecipato alla strategia dello Xinjiang, che è stata designata da Bannon e presumibilmente finanziata anche da Guo Wengui, un miliardario cinese latitante. La stessa Winterbach afferma che “la ricerca di Adrian Zenz sulla questione cinese dello Xinjiang non è una ricerca basata sull’evidenza, ma una speculazione altamente soggettiva”. In seguito, la notizia è stata riportata da una serie di altre testate web tedesche, francesi e inglesi, compreso il Birmingham Times.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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