La Repubblica di Capo Verde è composta da un arcipelago di dieci isole vulcaniche, abitate da poco più di mezzo milione di persone. Ex colonia portoghese, Capo Verde ha raggiunto l’indipendenza solamente nel 1975, in seguito alla lunga lotta portata avanti dal Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde – PAIGC), che riuscì a liberare congiuntamente i territori della Guinea Bissau e di Capo Verde sotto la guida di Amílcar Cabral.
Di ispirazione marxista-leninista, il PAIGC si scisse nel 1981 in due partiti nazionali, e Capo Verde venne dunque governata dal Partito Africano dell’Indipendenza di Capo Verde (Partido Africano da Independência de Cabo Verde, PAICV). Nel 1991, il PAICV abbandonò definitivamente il marxismo-leninismo per spostarsi su posizioni socialdemocratiche, perdendo le elezioni pluripartitiche a vantaggio di una forza liberista, il Movimento per la Democrazia (Movimento para a Democracia, MpD). Da allora queste due forze si sono alternate al governo dell’arcipelago, elogiato dai media occidentali come “esempio di democrazia in Africa” proprio per via di questa alternanza politica.
Dopo le elezioni legislative dello scorso 18 aprile, che avevano visto la vittoria del MpD, il 17 ottobre i cittadini dell’arcipelago lusofono sono stati nuovamente chiamati alle urne per le elezioni presidenziali, visto il sopraggiungere della scadenza del secondo mandato quinquennale di Jorge Carlos Fonseca (MpD), in carica dal 2011. Con Fonseca impossibilitato a candidarsi per un terzo mandato, la sfida ha visto protagonisti due ex primi ministri: il MpD ha schierato Carlos Veiga, capo del governo tra il 1991 ed il 2000, mentre il PAICV ha fatto affidamento su José Maria Neves, che ha guidato l’esecutivo per ben quindici anni tra il 2001 ed il 2016.
Sebbene fossero presenti anche altri cinque candidati, la competizione elettorale si è ridotta ad una prevedibile sfida tra i due esponenti dei due partiti più accreditati. La vittoria è andata a Neves, che si è imposto al primo turno con il 51,73% delle preferenze, evitando dunque l’organizzazione del ballottaggio, mentre Veiga non è andato oltre il 42,37%. Per la cronaca, tra i cinque candidati indipendenti, il migliore è stato Casimiro de Pina, con l’1,81% dei voti.
Con questo risultato, Capo Verde si trova a dover gestire una presidenza ed una maggioranza parlamentare di segno opposto, visto che il MpD conserva le redini del governo con il primo ministro Ulisses Correia e Silva che ha ottenuto il suo secondo mandato. Tuttavia, tale situazione si è già verificata in passato, e non ha causato grossi intoppi allo svolgimento dell’attività politica del piccolo Stato.
“Questa è una grande vittoria per il popolo di Capo Verde“, ha dichiarato Neves dopo la sua vittoria alle presidenziali. “È un’enorme responsabilità presiedere alla nazione capoverdiana in questi tempi. Mi faccio carico di questa vittoria con una grande umiltà che mi ha sempre caratterizzato e la prendo come una missione di servire Capo Verde“. “Sarò un arbitro imparziale, un supervisore dell’azione del governo, un mitigatore di conflitti, un presidente che collaborerà con il governo e con le autorità locali e la società capoverdiana in modo che insieme possiamo affrontare le sfide“, ha affermato il 61enne, che ha ottenuto la sua laurea in economia aziendale in Brasile.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog