Le élite del capitalismo contemporaneo hanno un problema.
Da un lato devono continuare a far crescere il Pil, e dunque la produzione, e dunque i consumi, altrimenti la bicicletta del capitalismo, che sta in piedi solo finché avanza, crolla ingloriosamente nel fango, con loro in sella.
Dall’altro sanno che consumi e produzione in crescita globale infinita minano alle fondamenta lo stesso bel pianetino che condividono con i morti di fame.
E questo è un bel problema.
Ma niente paura, la soluzione è a portata di mano.
Nel nome della necessità di far muovere l’economia e incentivare i consumi l’élite economico-finanziaria è disposta a sacrificarsi facendosene integralmente carico: “Se sarà necessario comprare uno Yacht in più, faremo la nostra parte, con abnegazione e spirito di sacrificio.”
Invece, nel nome della necessità di ridurre l’impronta ecologica antropica sul pianeta chiederemo a voi, plebe incarognita, di dare il vostro contributo, riducendo i consumi.
Qualche tassa ecologica qua e là, qualche strategico aumento delle materie prime o dell’energia e il gioco è fatto.
E chi protesta è un negazionista (“De che?” – “Boh? Funziona sempre”).