(Foto di RaiPlay, elaborazione Pressenza)

 Linda Maggiori

La puntata Report di lunedì 2/11/2021 ha sviscerato temi scomodi: non solo sulle collusioni del senatore Matteo Renzi con il regime di Bin Salman, (un regime che il senatore italiano definisce “nuovo rinascimento” ma di fatto imprigiona e tortura dissidenti e attivisti).

Altro grande tema “hot”, il business delle terze dosi.

Un servizio come sempre ineccepibile e di alta qualità che però è stato attaccato duramente ed etichettato come “No Vax” (e non importa che siano tutti vaccinati in redazione). Ormai “novax” è l’oppositore politico, il giornalista scomodo, l’attivista che ha dubbi.

“Novax” è uno stigma, un’offesa, un’intimidazione, un’accusa: sembra essere ancora più grave di un reato, perché da un’accusa di reato puoi difenderti, ma questa accusa è aleatoria, basata sul nulla. In pratica, chiunque prova a criticare la linea governativa viene ormai etichettato “novax” e delegittimato, definito pericoloso e per il bene nazionale si prova a censurarlo. Non a caso qualche mese fa si erano equiparati i “novax” a “dementi, malati di mente”. Insomma siamo alla criminalizzazione, alla psichiatrizzazione del dissenso.

Prima di sintetizzare la puntata di Report, vorrei riflettere ancora un attimo sul contesto. Un’Italia sempre più divisa, rabbiosa, con l’esasperazione cavalcata da pericolose frange nazionaliste eversive, (che forse fanno anche comodo al governo) e da un governo che non sembra avere oppositori (se non le piazze), sempre più forte e sordo alle proteste.

E’ in questo clima di piombo che il presidente di Confindustria Alto Adriatico Agrusti non ha avuto alcun ritegno nel dire (come aveva fatto Zingaretti prima di lui) che “siamo in guerra e i non vaccinati sono come i disertori che avevano paura della guerra e venivano (giustamente) messi al muro e fucilati” aggiungendo, quasi contrito “qui non fuciliamo nessuno” per finire ribadendo ” il peso delle restrizioni deve ricadere solo su di loro, la ricreazione e la pazienza sono finite” (un tempo qualcuno disse “la pacchia è finita” riferendosi ad altri bersagli dell’odio sociale).

Agrusti ha detto queste cose intervenendo alla conferenza stampa organizzata dalla Regione Fvg mentre tutti intorno a lui (si vede dal video), approvano e nessuno si scandalizza dal paragone raggelante. I disertori delle guerre ingiuste erano e sono stati uccisi in tante parti del mondo, eroi della nonviolenza, martiri per la pace. Fare simili paragoni con il loro sacrificio è orribile, denota una cultura guerrafondaia e militarista. Dovrebbe far indignare ogni attivista per la pace e la giustizia.

Il sindaco di Trieste (Forza Italia) dal canto suo, (forte del fatto che un centinaio di manifestanti si sono contagiati), decide (in accordo con il prefetto) che fino a fine a dicembre ogni manifestazione è vietata. Tutte tutte? No, solo quelle “scomode”. Sono permesse solo le manifestazioni istituzionali, filogovernative. Siamo in Russia? No, ma è così. Nessuno più si chiede se tutto questo è possibile in democrazia, tanto stiamo in stato di emergenza (da 2 anni e saranno prorogati) e “in guerra” questo ed altro.

In realtà poi il contagio avviene di più al chiuso, non all’aperto dove ormai è dimostrato, i cluster sono rari (certo, a parte se ti gettano addosso ettolitri di acqua gelida e le tue difese crollano e la polmonite è quasi assicurata, Covid o meno). Anche a Treviso manifestazioni vietate e via via, probabilmente, succederà anche in altre città.

La sinistra, che in genere si indigna contro le ingiustizie antidemocratiche (o almeno fa finta), ora fa a gara con la destra per censurare la stampa libera e restringere i diritti di manifestare. Daspo a Puzzer, che non potrà più mettere piede per un anno a Roma.

Ma proviamo a fare un riassunto dell’inchiesta sulle terze dosi, per capire se davvero sia così pericolosa e da censurare.

Inizialmente Report racconta i contagi che hanno colpito soprattutto i sanitari vaccinati circa un anno fa, ma che non sono sottoposti a tamponi frequenti e che hanno ancora valido il greenpass.

Viene intervistato Crisanti (diventato ormai virologo scomodo), che dichiara senza mezzi termini che il Green Pass è una misura antiscientifica. L’inchiesta rivela inoltre che il CTS non aveva alcun dato scientifico per prorogare la validità del GP a 12 mesi.

Poi Report si concentra sulle terze dosi date in Italia, con dosaggio sbagliato (il doppio del necessario), per uno sbaglio dell’Aifa, nei primi mesi di vaccinazione. Ci si chiede poi perché non esistano ricerche pubbliche sul livello di anticorpi necessario a proteggerci, o meglio esistono ma sono ferme nel cassetto e i dati non noti. Perché? La domanda resta aperta, come ogni buon servizio di inchiesta Report fa domande, solleva dubbi.

Le uniche ricerche sugli anticorpi sono autofinanziate dal Niguarda, laboratorio privato, ma anche queste vanno a rilento per scarsità di fondi.

Poi il pezzo forte è l’intervista a Peter Doshi. Peter Doshi non è un pazzo novax o uno squilibrato complottista, ma il redattore capo del British Medical Journal, e professore della School of Pharmacy dell’Università del Maryland. Sull’approvazione definitiva del vaccino Pfizer da parte dalla FDA ha sempre avuto dubbi:

“La FDA dovrebbe richiedere studi adeguati e controllati con follow-up a lungo termine e rendere i dati disponibili pubblicamente, prima di concedere la piena approvazione ai vaccini covid-19”. Doshi critica l’atteggiamento antiscientifico della Pfizer che ha bloccato i “trial a doppio cieco” a inizio anno e l’atteggiamento antiscientifico della FDA (tanto che si sono licenziati per protesta due alti dirigenti, Gruber e Krause) che si è piegata alla multinazionale.

Atteggiamento molto discutibile anche quello dell’amministrazione Biden che precedeva gli stessi scienziati e annunciava il via libera alla somministrazione della terza dose a tutti.
Ma in pratica quale era il gioco della Pfizer? Prima ha ottenuto il via libera dalla FDA insistendo sulla totale sicurezza, ma senza follow up a lungo termine, poi blocca il trial e dice che il vaccino dopo 6 mesi non funziona bene, quindi meglio fare le terze dosi a tutti.

Report non dice che i vaccini sono inutili, né che servono o meno le terze dosi, semplicemente mette in evidenza atteggiamenti scorretti delle multinazionale e sottolinea che non ci sono adeguati studi su anticorpi. E’ questo “novax”?

L’inchiesta svela poi gli enormi profitti legati alla terza dose e sulle ormai quasi certe successive dosi annuali (In Israele dicono “smettete di contare, prima seconda terza quarta… tanto saranno annuali”). Avere tra le mani il brevetto di un vaccino che deve essere ripetuto ogni anno, per una pandemia che durerà non si sa ancora quanti anni, è come vincere a man bassa la lotteria più grande che ci sia. Ma questo è noto. Pfizer, prosegue l’inchiesta, già a marzo rassicurava i suoi azionisti sugli enormi profitti che la terza dose (e successive) avrebbe assicurato all’azienda.

E intanto che i paesi ricchi si affollano a comprare terze dosi, l’OMS mostra il divario sempre più grande che divide paesi ricchi e poveri. Anche l’Italia sta comprando terze dosi, spendendo miliardi di euro.

Ma intanto che i ricchi comprano, i brevetti restano. Perché è meglio dare eccedenze (ben pagate dai ricchi) ai poveri, tramite il Covax, piuttosto che lasciare ai paesi poveri la libertà e l’autonomia di produrre i vaccini in proprio (in base anche alle esigenze del territorio e alla reale situazione epidemiologica).

Tornando a Israele, (dove le proteste contro il greenpass sono guidate soprattutto da movimenti sociali e di sinistra), qui c’è un greenpass ancora più restrittivo che in Italia, obbligatorio per tutto, e viene dato solo a partire dalla terza dose.

Viene intervistata gente vaccinata che sussurra “non so quando mai finirà, ma tanto dobbiamo adattarci, non abbiamo scelta”. E con la terza dose, dopo l’impennata di casi estiva, sembra davvero tutto tornato alla normalità di prima. Normalità ingiusta, visto che Israele resta uno stato ricco che viola i diritti dei palestinesi e imprigiona gli israeliani disertori -appunto- dell’esercito di occupazione (ma questa è un’altra storia).

Report svela anche (ciliegina sulla torta) l’accordo Pfizer-Israele, che ha assicurato forniture immediate e privilegiate di vaccini al governo in cambio della cessione alla Pfizer dei dati sanitari dei cittadini. Insomma, profitti su profitti. La stessa azienda definisce Israele in modo orgoglioso il suo “laboratorio privato”. Riflessione: visto che la Pfizer ha bloccato i trial rigorosi, questo “laboratorio” frutta molto di più.

Insomma, accusare Report di essere “novax” ha un brutto sapore intimidatorio.
Di sicuro questo programma non è nuovo ad accuse e attacchi, a settembre il Tar voleva obbligare Ranucci a rivelare le sue fonti per un’altra scomoda inchiesta sugli appalti lombardi.

Ora chi si mobiliterà per salvare Report da questo nuovo durissimo attacco di PD, Forza Italia e Italia Viva?

Un po’ ovunque nel mondo, i giornalisti sono intimiditi, minacciati, uccisi, incarcerati, e non solo in regimi autoritari (vedi Assange). L’Italia è al 41 posto in fatto di libertà di stampa e questo clima intimidatorio lo dimostra. Forse anno dopo anno scenderemo ancora più giù.

Se continuiamo così, vietando manifestazioni e ostacolando il giornalismo di inchiesta, calcinaccio dopo calcinaccio, la democrazia si sgretolerà.

Per rivedere: https://www.raiplay.it/…/Report—Puntata-del-01112021… minuti da 0:14:50

L’attacco a Report: dove va la libertà di stampa?

02.11.21 – Linda Maggiori

La puntata Report di lunedì 2/11/2021 ha sviscerato temi scomodi: non solo sulle collusioni del senatore Matteo Renzi con il regime di Bin Salman, (un regime che il senatore italiano definisce “nuovo rinascimento” ma di fatto imprigiona e tortura dissidenti e attivisti).

Altro grande tema “hot”, il business delle terze dosi.

Un servizio come sempre ineccepibile e di alta qualità che però è stato attaccato duramente ed etichettato come “No Vax” (e non importa che siano tutti vaccinati in redazione). Ormai “novax” è l’oppositore politico, il giornalista scomodo, l’attivista che ha dubbi.

“Novax” è uno stigma, un’offesa, un’intimidazione, un’accusa: sembra essere ancora più grave di un reato, perché da un’accusa di reato puoi difenderti, ma questa accusa è aleatoria, basata sul nulla. In pratica, chiunque prova a criticare la linea governativa viene ormai etichettato “novax” e delegittimato, definito pericoloso e per il bene nazionale si prova a censurarlo. Non a caso qualche mese fa si erano equiparati i “novax” a “dementi, malati di mente”. Insomma siamo alla criminalizzazione, alla psichiatrizzazione del dissenso.

Prima di sintetizzare la puntata di Report, vorrei riflettere ancora un attimo sul contesto. Un’Italia sempre più divisa, rabbiosa, con l’esasperazione cavalcata da pericolose frange nazionaliste eversive, (che forse fanno anche comodo al governo) e da un governo che non sembra avere oppositori (se non le piazze), sempre più forte e sordo alle proteste.

E’ in questo clima di piombo che il presidente di Confindustria Alto Adriatico Agrusti non ha avuto alcun ritegno nel dire (come aveva fatto Zingaretti prima di lui) che “siamo in guerra e i non vaccinati sono come i disertori che avevano paura della guerra e venivano (giustamente) messi al muro e fucilati” aggiungendo, quasi contrito “qui non fuciliamo nessuno” per finire ribadendo ” il peso delle restrizioni deve ricadere solo su di loro, la ricreazione e la pazienza sono finite” (un tempo qualcuno disse “la pacchia è finita” riferendosi ad altri bersagli dell’odio sociale).

Agrusti ha detto queste cose intervenendo alla conferenza stampa organizzata dalla Regione Fvg mentre tutti intorno a lui (si vede dal video), approvano e nessuno si scandalizza dal paragone raggelante. I disertori delle guerre ingiuste erano e sono stati uccisi in tante parti del mondo, eroi della nonviolenza, martiri per la pace. Fare simili paragoni con il loro sacrificio è orribile, denota una cultura guerrafondaia e militarista. Dovrebbe far indignare ogni attivista per la pace e la giustizia.

Il sindaco di Trieste (Forza Italia) dal canto suo, (forte del fatto che un centinaio di manifestanti si sono contagiati), decide (in accordo con il prefetto) che fino a fine a dicembre ogni manifestazione è vietata. Tutte tutte? No, solo quelle “scomode”. Sono permesse solo le manifestazioni istituzionali, filogovernative. Siamo in Russia? No, ma è così. Nessuno più si chiede se tutto questo è possibile in democrazia, tanto stiamo in stato di emergenza (da 2 anni e saranno prorogati) e “in guerra” questo ed altro.

In realtà poi il contagio avviene di più al chiuso, non all’aperto dove ormai è dimostrato, i cluster sono rari (certo, a parte se ti gettano addosso ettolitri di acqua gelida e le tue difese crollano e la polmonite è quasi assicurata, Covid o meno). Anche a Treviso manifestazioni vietate e via via, probabilmente, succederà anche in altre città.

La sinistra, che in genere si indigna contro le ingiustizie antidemocratiche (o almeno fa finta), ora fa a gara con la destra per censurare la stampa libera e restringere i diritti di manifestare. Daspo a Puzzer, che non potrà più mettere piede per un anno a Roma.

Ma proviamo a fare un riassunto dell’inchiesta sulle terze dosi, per capire se davvero sia così pericolosa e da censurare.

Inizialmente Report racconta i contagi che hanno colpito soprattutto i sanitari vaccinati circa un anno fa, ma che non sono sottoposti a tamponi frequenti e che hanno ancora valido il greenpass.

Viene intervistato Crisanti (diventato ormai virologo scomodo), che dichiara senza mezzi termini che il Green Pass è una misura antiscientifica. L’inchiesta rivela inoltre che il CTS non aveva alcun dato scientifico per prorogare la validità del GP a 12 mesi.

Poi Report si concentra sulle terze dosi date in Italia, con dosaggio sbagliato (il doppio del necessario), per uno sbaglio dell’Aifa, nei primi mesi di vaccinazione. Ci si chiede poi perché non esistano ricerche pubbliche sul livello di anticorpi necessario a proteggerci, o meglio esistono ma sono ferme nel cassetto e i dati non noti. Perché? La domanda resta aperta, come ogni buon servizio di inchiesta Report fa domande, solleva dubbi.

Le uniche ricerche sugli anticorpi sono autofinanziate dal Niguarda, laboratorio privato, ma anche queste vanno a rilento per scarsità di fondi.

Poi il pezzo forte è l’intervista a Peter Doshi. Peter Doshi non è un pazzo novax o uno squilibrato complottista, ma il redattore capo del British Medical Journal, e professore della School of Pharmacy dell’Università del Maryland. Sull’approvazione definitiva del vaccino Pfizer da parte dalla FDA ha sempre avuto dubbi:

“La FDA dovrebbe richiedere studi adeguati e controllati con follow-up a lungo termine e rendere i dati disponibili pubblicamente, prima di concedere la piena approvazione ai vaccini covid-19”. Doshi critica l’atteggiamento antiscientifico della Pfizer che ha bloccato i “trial a doppio cieco” a inizio anno e l’atteggiamento antiscientifico della FDA (tanto che si sono licenziati per protesta due alti dirigenti, Gruber e Krause) che si è piegata alla multinazionale.

Atteggiamento molto discutibile anche quello dell’amministrazione Biden che precedeva gli stessi scienziati e annunciava il via libera alla somministrazione della terza dose a tutti.
Ma in pratica quale era il gioco della Pfizer? Prima ha ottenuto il via libera dalla FDA insistendo sulla totale sicurezza, ma senza follow up a lungo termine, poi blocca il trial e dice che il vaccino dopo 6 mesi non funziona bene, quindi meglio fare le terze dosi a tutti.

Report non dice che i vaccini sono inutili, né che servono o meno le terze dosi, semplicemente mette in evidenza atteggiamenti scorretti delle multinazionale e sottolinea che non ci sono adeguati studi su anticorpi. E’ questo “novax”?

L’inchiesta svela poi gli enormi profitti legati alla terza dose e sulle ormai quasi certe successive dosi annuali (In Israele dicono “smettete di contare, prima seconda terza quarta… tanto saranno annuali”). Avere tra le mani il brevetto di un vaccino che deve essere ripetuto ogni anno, per una pandemia che durerà non si sa ancora quanti anni, è come vincere a man bassa la lotteria più grande che ci sia. Ma questo è noto. Pfizer, prosegue l’inchiesta, già a marzo rassicurava i suoi azionisti sugli enormi profitti che la terza dose (e successive) avrebbe assicurato all’azienda.

E intanto che i paesi ricchi si affollano a comprare terze dosi, l’OMS mostra il divario sempre più grande che divide paesi ricchi e poveri. Anche l’Italia sta comprando terze dosi, spendendo miliardi di euro.

Ma intanto che i ricchi comprano, i brevetti restano. Perché è meglio dare eccedenze (ben pagate dai ricchi) ai poveri, tramite il Covax, piuttosto che lasciare ai paesi poveri la libertà e l’autonomia di produrre i vaccini in proprio (in base anche alle esigenze del territorio e alla reale situazione epidemiologica).

Tornando a Israele, (dove le proteste contro il greenpass sono guidate soprattutto da movimenti sociali e di sinistra), qui c’è un greenpass ancora più restrittivo che in Italia, obbligatorio per tutto, e viene dato solo a partire dalla terza dose.

Viene intervistata gente vaccinata che sussurra “non so quando mai finirà, ma tanto dobbiamo adattarci, non abbiamo scelta”. E con la terza dose, dopo l’impennata di casi estiva, sembra davvero tutto tornato alla normalità di prima. Normalità ingiusta, visto che Israele resta uno stato ricco che viola i diritti dei palestinesi e imprigiona gli israeliani disertori -appunto- dell’esercito di occupazione (ma questa è un’altra storia).

Report svela anche (ciliegina sulla torta) l’accordo Pfizer-Israele, che ha assicurato forniture immediate e privilegiate di vaccini al governo in cambio della cessione alla Pfizer dei dati sanitari dei cittadini. Insomma, profitti su profitti. La stessa azienda definisce Israele in modo orgoglioso il suo “laboratorio privato”. Riflessione: visto che la Pfizer ha bloccato i trial rigorosi, questo “laboratorio” frutta molto di più.

Insomma, accusare Report di essere “novax” ha un brutto sapore intimidatorio.
Di sicuro questo programma non è nuovo ad accuse e attacchi, a settembre il Tar voleva obbligare Ranucci a rivelare le sue fonti per un’altra scomoda inchiesta sugli appalti lombardi.

Ora chi si mobiliterà per salvare Report da questo nuovo durissimo attacco di PD, Forza Italia e Italia Viva?

Un po’ ovunque nel mondo, i giornalisti sono intimiditi, minacciati, uccisi, incarcerati, e non solo in regimi autoritari (vedi Assange). L’Italia è al 41 posto in fatto di libertà di stampa e questo clima intimidatorio lo dimostra. Forse anno dopo anno scenderemo ancora più giù.

Se continuiamo così, vietando manifestazioni e ostacolando il giornalismo di inchiesta, calcinaccio dopo calcinaccio, la democrazia si sgretolerà.

Per rivedere: https://www.raiplay.it/…/Report—Puntata-del-01112021… minuti da 0:14:50

https://www.pressenza.com/it/2021/11/lattacco-a-report-dove-va-la-liberta-di-stampa/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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